Fino a qualche anno fa la Classe C era la berlina più piccola della gamma Mercedes-Benz, che però nel frattempo si è decisamente estesa. Quindi ora il ruolo di “Baby Benz” se lo giocano la Classe A Sedan e la CLA, con sfumature diverse quanto a dimensioni e prezzi. A proposito di soprannomi, vale la pena ricordare che la Classe C attuale (quinta generazione del modello) è la discendente di quella 190 che nel 1982 portò per la prima volta la Casa di Stoccarda a misurarsi nel mercato delle auto compatte. Con il senno di poi si può parlare di un successo indiscutibile, visto che da allora a oggi il totale di 190 e di “C” vendute ha toccato i 10,5 milioni di esemplari, ovvero più di un quinto dei 50 milioni di auto prodotte nella storia ultracentenaria della Mercedes. Insomma, nonostante l’ampliamento dell’offerta e l’importanza sempre crescente dei Suv, la Classe C rimane un pilastro della produzione della Casa tedesca.

La quinta generazione è cresciuta in lunghezza, che raggiunge i 4,75 metri, mentre l’altezza è contenuta in 1,44 metri, contribuendo a definire un Cx di 0,26, ai vertici della categoria. È anche grazie a questa capacità di penetrazione aerodinamica che i 200 CV del 2 litri bi-turbodiesel riescono a spingere la berlina tedesca fino a 250 km/h, una velocità ragguardevole per un’auto di questo genere. E, ancora a proposito di prestazioni, la C220d ferma il cronometro a 8,2 secondi nel classico scatto da 0 a 100 km/h. In questo caso il merito è anche del cambio automatico a 9 marce che Mercedes sviluppa e produce internamente rappresentando un unicum nel panorama automotive (Ford e General Motors fanno la stessa cosa, insieme, per la trasmissione a 10 marce). A 130 km/h, il quattro cilindri sibila a 1.600 giri e il consumo si aggira intorno ai 20 km con un litro. Un risultato eccellente e del resto a Stoccarda non hanno mai smesso di fare ricerca sul Diesel.

I nuovi OM654M nascono su una piattaforma modulare condivisa con i benzina e utilizzano tecnologie all’avanguardia, come il common rail che lavora a 2.700 bar di pressione e il turbocompressore bi-stadio a geometria variabile, ma soprattutto l’alternatore-generatore collegato con l’impianto elettrico a 48 Volt che fornisce un boost di 20 CV e 180 Nm. È la prima volta che questa tecnologia viene applicata a un motore a gasolio, anzi a due: quello della 220d da 200 CV e quello della 300d da 265, che esprimono rispettivamente 440 e 550 Nm di coppia. Numeri che si traducono in una fluidità di guida esemplare: l’erogazione è piena lungo tutto l’arco di giri, mentre l’azione del cambio automatico è quasi impercettibile ma sempre puntuale. Il comfort che ci si aspetta da una Mercedes di questo livello c’è tutto, anche a livello di insonorizzazione. Per quanto riguarda le sospensioni, invece, il discorso cambia a seconda che si scelga l’assetto standard o quello sportivo, offerto senza sovrapprezzo.

Con il secondo la dinamica di guida è più precisa e le sospensioni diventano più rigide, ma senza essere fastidiose. La risposta è ben frenata ma non è secca, quanto allo sterzo è abbastanza preciso, ma un po’ troppo leggero considerando la mole dell’auto. Parlando invece delle superfici touch, bisogna sottolineare che c’è bisogno di un certo apprendistato per usarle bene: il problema è che non c’è un responso fisico all’azione del polpastrello, dunque l’occhio deve ritornare più volte sul display per verificare la corretta esecuzione. Questo comandi hi-tech si inseriscono in un contesto più ampio, quello che ha visto il sistema di infotainment MBUX discendere dalla Classe S alla Classe C. Impossibile non notare i due grandi display, quello orizzontale da 12,3 pollici della strumentazione e quello verticale dedicato all’infotelematica da 11,9 pollici. Quest’ultimo ha una definizione, una velocità di risposta e una sensibilità al tocco che lo rendono il punto di riferimento per tutta la concorrenza.

Ma, più in generale, le dotazioni tecnologiche e i sistemi di assistenza alla guida della Classe C sono così tanti che avrebbero bisogno di una trattazione a parte. Il rovescio della medaglia è che molti di questi gadget sono optional da aggiungere, portando il prezzo della berlina Mercedes, che parte da poco oltre i 50.000 euro, molto più verso i 60.000 o addirittura i 70.000 euro. Ma questa è una vecchia abitudine di tutti i produttori tedeschi premium. In ogni caso, abbiamo potuto provare il cruise control adattivo e il mantenimento di corsia, riscontrando una risposta più dolce che in passato e un intervento più delicato dei freni.

Community - Condividi gli articoli ed ottieni crediti
Articolo Precedente

Audi Q4 e-tron, la prova de Il Fatto.it – L’elettrica in fuga dalla città – FOTO

next