Il G20 è nato nel 1999 dopo una successione di crisi finanziarie in varie parti del mondo, dall’Asia al Messico, con l’idea di coinvolgere in uno sforzo di coordinamento non solo le economie più forti, già riunite nel G7, ma anche i cosiddetti paesi emergenti. Nel corso degli anni, questo coordinamento è stato sempre più difficoltoso, non solo per ragioni economico-finanziarie, ma soprattutto per questioni geo-politiche, tanto che il G7, che sembrava sulla strada di un onorevole tramonto, sembra rifare capolino tra i luoghi di “potere” globale.
Ma con lo scoppio della pandemia e la necessità di trovare comunque dei luoghi di concertazione se non globali almeno ampi, il G20 pare avere ritrovato un ruolo. Mario Draghi ha preso molto sul serio l’impegno di presiedere questa macchina spesso luogo di parole, ma che ha saputo anche definire impegni globali che poi, pur se con molta, troppa lentezza, sono diventati mainstream. Le tre parole d’ordine della presidenza italiana sono Persone, Pianeta, Prosperità e il legame con le priorità per un mondo post-pandemia sono chiare.
Il G20 si organizza sulla base di diversi “engagements” o “gruppi di impegno” e in questi giorni, dopo il summit sulla finanza e la Conferenza sul clima si aprirà anche il W20 Summit, il capitolo del G20 dedicato alle donne e all’uguaglianza di genere, presieduto con l’abituale energia e competenza da Linda Laura Sabbadini. Stabilito, ironia della sorte, nel 2015 a Istanbul, il W20 ha visto evolvere il focus della sua attenzione dalla riduzione del 25% la disparità dei salari entro il 2025 o l’aumento della forza lavoro femminile di 100 milioni di persone, al tema più ampio della loro partecipazione a una crescita inclusiva e al legame con gli obiettivi dello Sviluppo sostenibile promulgati dall’Onu.
Con la presidenza cinese è stato introdotto il tema del digital divide; quella tedesca ha lavorato sulla valorizzazione della diversità, quella argentina ha soprattutto spinto sulla partecipazione. Ovviamente, nessuno di questi “macro-temi” ha trovato ancora una “soluzione” e infatti tutti si trovano anche sull’agenda del summit che si aprirà domani, che si concentrerà su imprenditoria femminile, digitale, qualità del lavoro, mpatto degli stereotipi, ma anche su salute e ed educazione e vedrà la partecipazione di numerosi esperti ed esperte, fra cui Vandana Shiva: al di là dei risultati concreti che ci saranno (o no) rispetto alle decisioni del summit dei Capi di stato in ottobre, sarà comunque una occasione importante per fare il punto sulla situazione e “incontrare” alcuni fra gli attori più influenti su questa agenda nel mondo. Il tema della salute ha ovviamente assunto in questi mesi un’importanza capitale, dato che le donne di tutte le latitudini hanno dovuto assumere un ruolo di cura molto pesante e perché il tema dei vaccini e della capacità di arrivare ovunque nel mondo attraverso le messa a disposizione al più presto di vaccini termostabili, non solo per il Covid ma per molte altre malattie, e in particolare per l’infanzia, sono diventata assolutamente prioritari.
Novità di quest’anno è il gruppo che si occupa dei temi femminili nel quadro della necessità di affrontare e risolvere i cambiamenti climatici e la sfida della sostenibilità; anche in questo vasto “cantiere” il ruolo delle donne è sottovalutato e ha bisogno di interventi specifici, sia in termini di spazio di azione e partecipazione a livello delle comunità e delle istituzioni, che di presenza nei settori e nelle professioni della green economy e green-technology, oggi soprattutto appannaggio degli uomini. Vedremo se questa concentrazione di idee e, appunto, di parole sortirà anche effetti concreti. L’Italia ha ancora parecchia strada da fare dal punto di vista delle azioni e delle risorse (ancora piuttosto scarse), per rendere la sua presidenza G20 davvero credibile in questo settore. Ma è certo che proprio la pandemia e i suoi drammatici effetti hanno dimostrato che non ci può essere ripresa senza le donne. Il fatto di rendere questa realtà visibile e di discutere le strade per affrontarla è già un risultato da non sottovalutare.