“Referendum abrogativo sul reddito di cittadinanza? Prima si dovrebbe conoscere la Costituzione“. Sono le parole di Andrea Orlando, alla festa del Pd a Roma, che ha liquidato così la proposta di Matteo Renzi di raccogliere le firme per cancellare la misura voluta dal Movimento 5 stelle. “Può essere riformato, questo sì, sopratutto nella parte delle politiche attive – ha aggiunto Orlando – ma non dimentichiamoci che ha salvato milioni di persone dalla povertà, soprattutto durante la pandemia”.
Orlando ha smascherato i luoghi comuni sul reddito: “Il 52% lo prendono le donne, il 20% lo prendono persone che lavorano e questo pone l’enorme questione di persone che pur lavorando rimangono povere. Un terzo della platea che prende il reddito di cittadinanza hanno la terza media, il 10% non ha la quinta elementare”. Orlando ha proseguito: “Agli imprenditori che dicono che non trovano lavoratori bisognerebbe chiedere: ‘Scusa, ma quanto li paghi i tuoi dipendenti?‘ Gli italiani sono quelli che durante la pandemia, in tutta l’Unione Europea hanno perso di più rispetto al monte salari”. Poi ha concluso: “Io non l’ho votato, si possono cambiare alcune cose, ma la demonizzazione dello strumento, sta diventando la demonizzazione delle persone che hanno quel bisogno e l’idea di fondo che sta passando è che se un povero è colpa sua perché non ha voglia di lavorare. Non è la pigrizia, ma sono le disuguaglianze che producono la povertà. Io escludo che se una persona trova un lavoro da 1500 euro al mese, preferisca stare a casa. Magari stanno a casa davanti a un lavoro da 600euro. Allora il punto è se è sbagliato che restino a casa o se è sbagliato che ci siano dei salari che sonno inqualificabili“.