L’ex Premier Matteo Renzi, intervenuto a Napoli in occasione della presentazione del suo ultimo libro “Controcorrente”, prosegue la sua crociata contro il reddito di cittadinanza anche se i tempi per presentare il quesito referendario sono stretti e rischia di non farcela. Per il senatore il reddito di cittadinanza è stato pensato “al solo scopo di continuare ad avere consenso”: “È un voto clientelare garantito e organizzato che i 5 stelle intendono rappresentare e che noi vogliamo scardinare”. E sulle tempistiche ammette: “Sul referendum abrogativo del reddito di cittadinanza c’è un problema sulle tempistiche legato al fatto che la Costituzione e la legge attuativa del principio referendario danno dei tempi molto stretti che ci fanno finire nell’imminenza delle elezioni. Stiamo dunque ragionando nel merito di come riuscire a farlo entro la legislatura – dice Renzi – se ce la si fa, o se raccogliere le firme e poi farlo subito dopo, all’inizio della prossima legislatura”.

Il leader di Italia Viva non ha ancora una vera alternativa al Reddito di cittadinanza, tanto da ignorare una domanda in merito, ma è sicuro che la misura non stia aiutando chi ne ha bisogno. “È un tema complesso dal punto di vista procedimentale – spiega Renzi – però indipendentemente dalle procedure, che ovviamente seguiremo rispettando la legge, c’è il tema di fondo che secondo me il reddito di cittadinanza non serve ad aiutare i poveri ma è un modo fatto dai 5 Stelle per buttare via i soldi. Io sono arrivato a fare il Presidente del Consiglio – aggiunge – e c’erano 20 milioni di euro sulla povertà, sono andato via che c’erano 2 miliardi e 6. Quindi è giusto mettere i soldi sulla povertà, ma una cosa è mettere i soldi, un’altra è buttarli via”. “Il meccanismo del reddito di cittadinanza lo sanno quelli che fanno i navigator – spiega ancora il senatore – non sta funzionando. Fa parte del tentativo del Movimento 5 Stelle di vincere le elezioni, e ci sono riusciti, ma è stato più un tentativo di vincere le elezioni che di risolvere il problema. Allora io dico troviamo il modo di mettere questi soldi a sostegno delle persone per trovare lavoro e non per dare un sussidio e far dipendere la persona che ha bisogno dal politico di turno”.

Fuori dal teatro nel quale Renzi presentava il suo libro, si è dato appuntamento un discreto numero di contestatori. Nel mirino proprio la proposta referendaria del senatore. A protestare sono stati infatti i disoccupati del movimento “7 novembre” che hanno esposto cartelli ironici su un ipotetico quesito referendario: “Volete estendere il reddito di cittadinanza e allontanare il senatore Matteo Renzi dalla politica italiana?”.

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“Reddito di cittadinanza diseducativo e clientelare”. La scelta di campo di Renzi: l’asse con Salvini viene prima dei poveri

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