In questi giorni post-Europei di calcio, sorge spontanea la domanda: “Ma cosa c’è di eroico nello sport o nel drammatico evento della morte?”.
L’eroe è colui che con abnegazione e straordinario coraggio si sacrifica per un ideale. Nei tempi antichi, dove il valore militare era considerato un ideale, una virtù di pochi, l’eroe poteva essere il guerriero potente: infatti la storia ne registra numerosi esempi, da Achille a Leonida. In epoca romana al valore militare si aggiunse la “pietas latina”: l’esempio più famoso è Enea, protagonista dell’Eneide virgiliana, considerato, sino ai giorni nostri, un eroe “moderno”. Infine, con la contaminazione cristiana, per diventare eroi, oltre alle succitate caratteristiche si aggiunge il concetto di purezza (Lancillotto e Parsifal).
Come ha ricordato lo stesso Padre, noi due insieme e con me come tecnico competente abbiamo cambiato la intera Storia dell’ambientalismo italiano e di tutte le Terre dei Fuochi di Italia, non certo solo della Campania. Io ho ricordato allora il nostro primo incontro, nel 2009, quando mi aveva invitato per cercare di capire qualcosa di quel dramma di roghi e di puzze che li massacrava ogni giorno al Parco Verde. Nessuno me lo presentò prima del convegno, e quando si alzò per parlare mi colpì che improvvisamente cadde un silenzio totale tra gli oltre mille partecipanti a quella riunione. Mi colpì il suo volto pulito, quasi ingenuo, che però si accompagnava a riflessioni semplici quanto profonde e ad una voce tonante da profeta.
Per me, da allora e per sempre spero, rimane una figura che mi ricorda una bellissima poesia di Camillo Sbarbaro:
Padre, se anche tu non fossi il mio
padre, se anche tu fossi a me un estraneo,
fra tutti quanti gli uomini già tanto,
per il tuo cuore fanciullo, t’amerei.
Per me oggi essere eroi in Italia è necessario, indispensabile, e vale per ognuno di noi, se vogliamo semplicemente sopravvivere. Bisogna essere eroi per vivere al Parco Verde, dove si “lavora” vendendo la droga che si consuma poi a Posillipo, Chiaia e San Ferdinando. Bisogna essere eroi per essere semplicemente preti, magistrati, poliziotti, medici, insegnanti. Tutti dobbiamo combattere un esercito di camorristi ricchissimo, armatissimo, potentissimo, del quale neanche dobbiamo sapere quanto incassa ogni giorno spacciando e vendendo droga, e non diciamo più morte, perché oggi che ne siamo praticamente tutti consumatori, spacciare droga è considerato un lavoro normale, eticamente accettabile in quei contesti urbanistici di periferie abbandonate a se stesse.
Oggi in Italia ogni cittadino deve essere Eroe se pensiamo che è vero, verissimo che la Giustizia cosi come la Sanità se non si pratica entro un certo tempo non è più né Giustizia, né Sanità; ma abbiamo creato uno Stato, distruggendo nel tempo sia la Giustizia pubblica che la Sanità pubblica, dove chi si può permettere un buon avvocato o un buon medico perché ha i soldi (e quindi tutti i camorristi e i politici) è certo comunque di salvarsi da qualunque punizione per qualunque reato, e questo vale anche per la malattia.
Il Sindaco di Caivano, presente al Convegno, chiedeva disperatamente la necessità dell’intervento non della polizia locale ma direttamente dell’”Intelligence” per combattere sia Terra dei Fuochi che la camorra al Parco Verde. Ma io ricordavo che abbiamo già la migliore “intelligence” certamente del Mediterraneo se non del mondo. In quel settore contano solo i risultati e se non abbiamo avuto ancora un solo attentato grave in Italia, e se abbiamo tante Terre dei Fuochi in Italia a tutela della industria che non vuole e non deve avere controlli adeguati, lo dobbiamo innanzitutto alla presenza e alla azione di una eccezionale ed efficientissima “intelligence”. Molto pragmaticamente, la nostra “intelligence” non si fa alcuno scrupolo di trattare con tutti, anche con i capibastone, per evitare morti nelle loro zone di “lavoro” (vedi caso “Stolder”). E cosi accade che si devono fare “stese” per garantire in quelle zone il massimo delle attività illegali “in pace” e senza troppi morti. Solo lo stretto indispensabile.
Sono decenni che la malavita organizzata uccide di meno, sempre di meno, perché comanda di più, sempre di più. E la vera lotta politica in Parlamento, come abbiamo visto tutti, si fa solo per decidere chi deve “governare l’Intelligence” che, di fatto, gestisce il Paese. E non credo certo solo in Italia, specie dopo la nascita e la diffusione dei social media.
Tutti gli interventi dei politici e dei giornalisti che vivono di anticamorra e di antimafia sempre di più risuonano stonati in questi casi e ti fanno solo ricordare i terribili versi di canzoni come “Don Raffae’” del poeta De André: Prima pagina, venti notizie, Ventuno ingiustizie e lo Stato che fa? Si costerna, s’indigna, s’impegna. Poi getta la spugna con gran dignità!
Io sono un Eroe perché, come cittadino italiano, ogni giorno, come tantissimi altri, cerco solo di fare il mio dovere, semplicemente questo, nel mio ruolo. Oggi, in Italia, questo significa sempre e solo, purtroppo, essere un Eroe. E’ una fortuna o una disgrazia? Io sto con Bertolt Brecht.