“Draghi, Draghi!”, “fuori, fuori!”, “indulto, indulto!”: con queste acclamazioni i detenuti del carcere di Santa Maria Capua Vetere – teatro delle violenze della Polizia penitenziaria del 6 aprile 2020 per cui la Procura ha emesso 52 misure cautelari – hanno salutato la visita del premier e della ministra della Giustizia Marta Cartabia accompagnati dal sottosegretario alla presidenza del Consiglio Roberto Garofoli e dai garanti nazionale e campano dei detenuti, Mauro Palma e Samuele Ciambriello. “Oggi è una giornata storica, speciale. La vostra presenza ha il significato, il senso di una forte speranza per il nostro futuro”, ha dichiarato la direttrice del carcere, Elisabetta Palmieri, rivolta al premier e alla Guardasigilli. “Stiamo attraversando un momento terribile, orrendo, senza precedenti, ma la vostra vicinanza e il vostro supporto rappresenta per noi quello che auspichiamo possa essere un nuovo inizio per la polizia penitenziaria e tutto il sistema penitenziario“.
Draghi: “Fatti che hanno scosso le coscienze degli italiani” – Oggi non siamo qui a celebrare trionfi o successi ma ad affrontare le conseguenze delle nostre sconfitte“, ha detto Draghi rivolgendosi alla “comunità delle carceri”. Ad ascoltarlo anche una rappresentanza di detenuti, agenti di Polizia penitenziaria e personale amministrativo della struttura. “Venire in questo luogo oggi significa guardare da vicino per iniziare a capire. Quello che abbiamo visto negli scorsi giorni ha scosso nel profondo le coscienze degli italiani. E, come ho appreso poco fa, ha scosso nel profondo la coscienza dei colleghi della Polizia penitenziaria che lavorano con fedeltà in questo carcere. La detenzione – ha precisato – deve essere recupero, riabilitazione. Gli istituti penitenziari devono essere comunità. E dobbiamo tutelare, in particolare, i diritti dei più giovani e delle detenute madri. Le carceri devono essere l’inizio di un nuovo percorso di vita. L’Italia, questo governo, vogliono accompagnarvi”.
“Diritti costituzionali vanno protetti anche in carcere” – “Non può esserci giustizia dove c’è abuso. E non può esserci rieducazione dove c’è sopruso“, ha proseguito Draghi. “La Costituzione italiana sancisce all’articolo 27 i principi che devono guidare lo strumento della detenzione: le pene non possono consistere in trattamenti contrari al senso di umanità e devono tendere alla rieducazione del condannato”. Ai questi principi, aggiunge, “deve accompagnarsi la tutela dei diritti universali: il diritto all’integrità psicofisica, all’istruzione, al lavoro e alla salute, solo per citarne alcuni. Questi diritti vanno sempre protetti, in particolare in un contesto che vede limitazioni alla libertà”. Le indagini in corso da parte della magistratura di Santa Maria Capua Vetere, chiarisce, “stabiliranno le responsabilità individuali, ma la responsabilità collettiva è di un sistema che va riformato. Il Governo non ha intenzione di dimenticare”, assicura. Che però ha voluto mostrare il proprio rispetto per il personale carcerario: “In un contesto così difficile, lavorano ogni giorno, con spirito di sacrificio e dedizione assoluta, tanti servitori dello Stato. La polizia penitenziaria, in grande maggioranza, rispetta i detenuti, la propria divisa, le istituzioni. Gli educatori assicurano le finalità riabilitative della pena. I mediatori culturali assistono i carcerati di origine straniera. I volontari permettono molte delle attività di reinserimento”.
Cartabia: “Pandemia detonatore di questioni antiche” – “Quelli avvenuti nella città campana sono “atti di ingiustificabile violenza e umiliazione“, ha detto invece Cartabia. “Mai più violenze“, ha aggiunto, “questa deve essere l’occasione per far voltare pagina al mondo del carcere”. La ministra ha rivolto un saluto particolare ai detenuti vittime degli abusi del 6 aprile 2020. “Quegli atti sfregiano la dignità della persona umana che la Costituzione pone come pietra angolare. Il carcere è un luogo di dolore, di sofferenza, un luogo di pena, ma non sia mai un luogo di violenze e umiliazioni”, è il suo appello. La pandemia, argomenta, “ha fatto da detonatore a questioni antiche” che affliggono le carceri, per prima quella del sovraffollamento. Occorre “intervenire su più livelli”, spiega, tra cui l’edilizia carceraria e la formazione permanente, in particolare nei confronti della Polizia penitenziaria, “che deve accompagnare il detenuto nel percorso di rieducazione”. Ma anche sul piano normativo, e in questo senso – dice – “il pacchetto di emendamenti in materia penale, approvato dal Consiglio dei Ministri la settimana scorsa, prevede anche un uso più razionale delle sanzioni alternative alle pene detentive brevi. Occorre correggere una visione del diritto penale incentrato solo sul carcere, per riservare la detenzione ai fatti più gravi“. Il premier, nel proprio intervento, ha annunciato di voler sostenere “con convinzione” le riforme della Giustizia “a nome di tutto il governo”.
“Creare le condizioni perché tutto ciò non si ripeta” – Il sovraffollamento, ha spiegato la ministra, significa “spazi dove è difficile anche muoversi, dove d’estate si fa fatica persino a respirare: una condizione che si traduce in difficoltà nel proporre attività che consentano alla pena di favorire il percorso di recupero dei detenuti”. Anche a Santa Maria Capua Vetere, dice, “le presenze superano di un centinaio il numero massimo. Se i dati non mi ingannano, su una capienza di 809 posti, 905 sono i detenuti presenti. Non siamo qui per fare un’ispezione, non è il nostro scopo”, ha chiarito: “Quello che è accaduto deve trovare i suoi responsabili, ma noi siamo qui perché quei gravissimi fatti richiedono una presa in carico collettiva dei problemi di tutti i nostri istituti penitenziari, affinché non si ripetano atti di violenza contro i detenuti o contro gli agenti. Non basta condannare l’accaduto, occorre rimuoverne le cause più profonde e creare le condizioni ambientali affinché tutto ciò non si ripeta e la pena sia sempre piu in linea con la finalità che la Costituzione le assegna”.
L’incontro con gli operai Whirlpool – All’interno del carcere, Draghi ha incontrato Rosario Rappa, Raffaele Apetino e Antonio Accurso, segretari napoletani di Fiom, Fim e Uilm, per parlare della situazione degli operai della Whirlpool di Napoli, che oggi – a seguito dello sblocco disposto dal Governo – hanno avuto conferma dell’avvio della procedura di licenziamento per 350 lavoratori. Gli operai si sono schierati di fronte alla casa circondariale bloccando per qualche minuto la circolazione sulla statale Appia, intonando l’inno di Mameli e chiedendo di parlare con il premier. “Togliete i caschi e protestate con noi“, hanno detto ai poliziotti in assetto antisommossa, sottolineando con applausi di scherno il loro rifiuto.
Giustizia & Impunità
Santa Maria Capua Vetere, Draghi e Cartabia acclamati al grido “indulto, indulto” dai detenuti del carcere teatro delle violenze
"Oggi siamo qui ad affrontare le conseguenze delle nostre sconfitte", ha detto Draghi a proposito degli abusi del 6 aprile 2020: "Quello che abbiamo visto negli scorsi giorni ha scosso nel profondo le coscienze degli italiani". Per la ministra è necessario "creare le condizioni perché tutto ciò non si ripeta". Il capo del governo ha incontrato anche una delegazione degli operai Whirlpool, in presidio davanti alla struttura contro i 350 licenziamenti confermati dall'azienda
“Draghi, Draghi!”, “fuori, fuori!”, “indulto, indulto!”: con queste acclamazioni i detenuti del carcere di Santa Maria Capua Vetere – teatro delle violenze della Polizia penitenziaria del 6 aprile 2020 per cui la Procura ha emesso 52 misure cautelari – hanno salutato la visita del premier e della ministra della Giustizia Marta Cartabia accompagnati dal sottosegretario alla presidenza del Consiglio Roberto Garofoli e dai garanti nazionale e campano dei detenuti, Mauro Palma e Samuele Ciambriello. “Oggi è una giornata storica, speciale. La vostra presenza ha il significato, il senso di una forte speranza per il nostro futuro”, ha dichiarato la direttrice del carcere, Elisabetta Palmieri, rivolta al premier e alla Guardasigilli. “Stiamo attraversando un momento terribile, orrendo, senza precedenti, ma la vostra vicinanza e il vostro supporto rappresenta per noi quello che auspichiamo possa essere un nuovo inizio per la polizia penitenziaria e tutto il sistema penitenziario“.
Draghi: “Fatti che hanno scosso le coscienze degli italiani” – Oggi non siamo qui a celebrare trionfi o successi ma ad affrontare le conseguenze delle nostre sconfitte“, ha detto Draghi rivolgendosi alla “comunità delle carceri”. Ad ascoltarlo anche una rappresentanza di detenuti, agenti di Polizia penitenziaria e personale amministrativo della struttura. “Venire in questo luogo oggi significa guardare da vicino per iniziare a capire. Quello che abbiamo visto negli scorsi giorni ha scosso nel profondo le coscienze degli italiani. E, come ho appreso poco fa, ha scosso nel profondo la coscienza dei colleghi della Polizia penitenziaria che lavorano con fedeltà in questo carcere. La detenzione – ha precisato – deve essere recupero, riabilitazione. Gli istituti penitenziari devono essere comunità. E dobbiamo tutelare, in particolare, i diritti dei più giovani e delle detenute madri. Le carceri devono essere l’inizio di un nuovo percorso di vita. L’Italia, questo governo, vogliono accompagnarvi”.
“Diritti costituzionali vanno protetti anche in carcere” – “Non può esserci giustizia dove c’è abuso. E non può esserci rieducazione dove c’è sopruso“, ha proseguito Draghi. “La Costituzione italiana sancisce all’articolo 27 i principi che devono guidare lo strumento della detenzione: le pene non possono consistere in trattamenti contrari al senso di umanità e devono tendere alla rieducazione del condannato”. Ai questi principi, aggiunge, “deve accompagnarsi la tutela dei diritti universali: il diritto all’integrità psicofisica, all’istruzione, al lavoro e alla salute, solo per citarne alcuni. Questi diritti vanno sempre protetti, in particolare in un contesto che vede limitazioni alla libertà”. Le indagini in corso da parte della magistratura di Santa Maria Capua Vetere, chiarisce, “stabiliranno le responsabilità individuali, ma la responsabilità collettiva è di un sistema che va riformato. Il Governo non ha intenzione di dimenticare”, assicura. Che però ha voluto mostrare il proprio rispetto per il personale carcerario: “In un contesto così difficile, lavorano ogni giorno, con spirito di sacrificio e dedizione assoluta, tanti servitori dello Stato. La polizia penitenziaria, in grande maggioranza, rispetta i detenuti, la propria divisa, le istituzioni. Gli educatori assicurano le finalità riabilitative della pena. I mediatori culturali assistono i carcerati di origine straniera. I volontari permettono molte delle attività di reinserimento”.
Cartabia: “Pandemia detonatore di questioni antiche” – “Quelli avvenuti nella città campana sono “atti di ingiustificabile violenza e umiliazione“, ha detto invece Cartabia. “Mai più violenze“, ha aggiunto, “questa deve essere l’occasione per far voltare pagina al mondo del carcere”. La ministra ha rivolto un saluto particolare ai detenuti vittime degli abusi del 6 aprile 2020. “Quegli atti sfregiano la dignità della persona umana che la Costituzione pone come pietra angolare. Il carcere è un luogo di dolore, di sofferenza, un luogo di pena, ma non sia mai un luogo di violenze e umiliazioni”, è il suo appello. La pandemia, argomenta, “ha fatto da detonatore a questioni antiche” che affliggono le carceri, per prima quella del sovraffollamento. Occorre “intervenire su più livelli”, spiega, tra cui l’edilizia carceraria e la formazione permanente, in particolare nei confronti della Polizia penitenziaria, “che deve accompagnare il detenuto nel percorso di rieducazione”. Ma anche sul piano normativo, e in questo senso – dice – “il pacchetto di emendamenti in materia penale, approvato dal Consiglio dei Ministri la settimana scorsa, prevede anche un uso più razionale delle sanzioni alternative alle pene detentive brevi. Occorre correggere una visione del diritto penale incentrato solo sul carcere, per riservare la detenzione ai fatti più gravi“. Il premier, nel proprio intervento, ha annunciato di voler sostenere “con convinzione” le riforme della Giustizia “a nome di tutto il governo”.
“Creare le condizioni perché tutto ciò non si ripeta” – Il sovraffollamento, ha spiegato la ministra, significa “spazi dove è difficile anche muoversi, dove d’estate si fa fatica persino a respirare: una condizione che si traduce in difficoltà nel proporre attività che consentano alla pena di favorire il percorso di recupero dei detenuti”. Anche a Santa Maria Capua Vetere, dice, “le presenze superano di un centinaio il numero massimo. Se i dati non mi ingannano, su una capienza di 809 posti, 905 sono i detenuti presenti. Non siamo qui per fare un’ispezione, non è il nostro scopo”, ha chiarito: “Quello che è accaduto deve trovare i suoi responsabili, ma noi siamo qui perché quei gravissimi fatti richiedono una presa in carico collettiva dei problemi di tutti i nostri istituti penitenziari, affinché non si ripetano atti di violenza contro i detenuti o contro gli agenti. Non basta condannare l’accaduto, occorre rimuoverne le cause più profonde e creare le condizioni ambientali affinché tutto ciò non si ripeta e la pena sia sempre piu in linea con la finalità che la Costituzione le assegna”.
L’incontro con gli operai Whirlpool – All’interno del carcere, Draghi ha incontrato Rosario Rappa, Raffaele Apetino e Antonio Accurso, segretari napoletani di Fiom, Fim e Uilm, per parlare della situazione degli operai della Whirlpool di Napoli, che oggi – a seguito dello sblocco disposto dal Governo – hanno avuto conferma dell’avvio della procedura di licenziamento per 350 lavoratori. Gli operai si sono schierati di fronte alla casa circondariale bloccando per qualche minuto la circolazione sulla statale Appia, intonando l’inno di Mameli e chiedendo di parlare con il premier. “Togliete i caschi e protestate con noi“, hanno detto ai poliziotti in assetto antisommossa, sottolineando con applausi di scherno il loro rifiuto.
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(Adnkronos) - Un Napoli a due facce batte il Genoa nell’anticipo del 17° turno di Serie A e si riprende la vetta della classifica almeno per una notte. A Marassi la squadra di Conte parte bene, soffre nella ripresa e liquida 2-1 la pratica rossoblù, grazie alle reti di Anguissa e Rrahmani. Gli azzurri volano a 39 punti e superano almeno per il momento l’Atalanta, ferma a quota 38 e impegnata domenica contro l’Empoli.
Il Napoli parte forte e mette subito le cose in chiaro. Gli azzurri bussano già al 5’ alla porta di Leali, con Lukaku che di testa centra la traversa. Poi, intorno al quarto d’ora, è un altro colpo di testa a regalare il vantaggio agli uomini di Conte: Neres crossa, Anguissa brucia Frendrup e salta più in alto di tutti per l’1-0. Partita sbloccata, con Conte che esulta e se la ride in panchina insieme allo staff. Passano altri 8 minuti e il tecnico salentino esulta ancora per il raddoppio, firmato da Rrahmani: Lobotka crossa, il difensore stacca di testa e infila Leali. Due a zero all’intervallo. La squadra di Vieira torna in campo con un altro piglio: dopo pochi secondi, Pinamonti si fa vedere dalle parti di Meret con un bel tiro a giro dal limite, che chiama il portiere al gran colpo di reni, e poi accorcia le distanze al 51’. Palla perfetta di Vitinha e piattone in rete. La partita cambia qui: il Genoa prende coraggio e si affaccia spesso oltre la trequarti, mentre il Napoli ha da difendere ma trova spazi per lanciare le frecce in contropiede. A un quarto d'ora dalla fine, Conte si gioca i cambi davanti e butta dentro la coppia Simeone-Kvaratskhelia al posto di Lukaku e Neres. È una mossa che riaccende gli azzurri, che tornano pericolosi con i guizzi del georgiano. Il pericolo più grande degli ultimi minuti arriva però da Balotelli (entrato a una manciata di minuti dal novantesimo al posto di Miretti). Il cross dalla sinistra pesca in area l'attaccante, ma sulla deviazione è fondamentale l'intervento di Meret, che devia il pallone sul palo. Sospiro di sollievo per Conte, che soffre un po' e porta a casa tre punti d'oro. Per qualche ora, guarderà tutti dall'alto.
(Adnkronos) - Un Napoli a due facce batte il Genoa nell’anticipo del 17° turno di Serie A e si riprende la vetta della classifica almeno per una notte. A Marassi la squadra di Conte parte bene, soffre nella ripresa e liquida 2-1 la pratica rossoblù, grazie alle reti di Anguissa e Rrahmani. Gli azzurri volano a 39 punti e superano almeno per il momento l’Atalanta, ferma a quota 38 e impegnata domenica contro l’Empoli.
Il Napoli parte forte e mette subito le cose in chiaro. Gli azzurri bussano già al 5’ alla porta di Leali, con Lukaku che di testa centra la traversa. Poi, intorno al quarto d’ora, è un altro colpo di testa a regalare il vantaggio agli uomini di Conte: Neres crossa, Anguissa brucia Frendrup e salta più in alto di tutti per l’1-0. Partita sbloccata, con Conte che esulta e se la ride in panchina insieme allo staff. Passano altri 8 minuti e il tecnico salentino esulta ancora per il raddoppio, firmato da Rrahmani: Lobotka crossa, il difensore stacca di testa e infila Leali. Due a zero all’intervallo. La squadra di Vieira torna in campo con un altro piglio: dopo pochi secondi, Pinamonti si fa vedere dalle parti di Meret con un bel tiro a giro dal limite, che chiama il portiere al gran colpo di reni, e poi accorcia le distanze al 51’. Palla perfetta di Vitinha e piattone in rete. La partita cambia qui: il Genoa prende coraggio e si affaccia spesso oltre la trequarti, mentre il Napoli ha da difendere ma trova spazi per lanciare le frecce in contropiede. A un quarto d'ora dalla fine, Conte si gioca i cambi davanti e butta dentro la coppia Simeone-Kvaratskhelia al posto di Lukaku e Neres. È una mossa che riaccende gli azzurri, che tornano pericolosi con i guizzi del georgiano. Il pericolo più grande degli ultimi minuti arriva però da Balotelli (entrato a una manciata di minuti dal novantesimo al posto di Miretti). Il cross dalla sinistra pesca in area l'attaccante, ma sulla deviazione è fondamentale l'intervento di Meret, che devia il pallone sul palo. Sospiro di sollievo per Conte, che soffre un po' e porta a casa tre punti d'oro. Per qualche ora, guarderà tutti dall'alto.
(Adnkronos) - Un bel Napoli batte il Genoa nell’anticipo del 17° turno di Serie A e si riprende la vetta della classifica almeno per una notte. A Marassi la squadra di Conte liquida 2-1 la pratica rossoblù, grazie alle reti di Anguissa e Rrahmani. Gli azzurri volano a 39 punti e superano almeno per il momento l’Atalanta, ferma a quota 38 e impegnata domenica contro l’Empoli.
Il Napoli parte forte e mette subito le cose in chiaro. Gli azzurri bussano già al 5’ alla porta di Leali, con Lukaku che di testa centra la traversa. Poi, intorno al quarto d’ora, è un altro colpo di testa a regalare il vantaggio agli uomini di Conte: Neres crossa, Anguissa brucia Frendrup e salta più in alto di tutti per l’1-0. Partita sbloccata, con Conte che esulta e se la ride in panchina insieme allo staff. Passano altri 8 minuti e il tecnico salentino esulta ancora per il raddoppio, firmato da Rrahmani: Lobotka crossa, il difensore stacca di testa e infila Leali. Due a zero all’intervallo. La squadra di Vieira torna in campo con un altro piglio: dopo pochi secondi, Pinamonti si fa vedere dalle parti di Meret con un bel tiro a giro dal limite, che chiama il portiere al gran colpo di reni, e poi accorcia le distanze al 51’. Palla perfetta di Vitinha e piattone in rete. La partita cambia qui: il Genoa prende coraggio e si affaccia spesso oltre la trequarti, mentre il Napoli ha da difendere ma trova spazi per lanciare le frecce in contropiede. A un quarto d'ora dalla fine, Conte si gioca i cambi davanti e butta dentro la coppia Simeone-Kvaratskhelia al posto di Lukaku e Neres. È una mossa che riaccende gli azzurri, che tornano pericolosi con i guizzi del georgiano. Il pericolo più grande degli ultimi minuti arriva però da Balotelli (entrato a una manciata di minuti dal novantesimo al posto di Miretti). Il cross dalla sinistra pesca in area l'attaccante, ma sulla deviazione è fondamentale l'intervento di Meret, che devia il pallone sul palo. Sospiro di sollievo per Conte, che soffre un po' e porta a casa tre punti d'oro. Per qualche ora, guarderà tutti dall'alto.
(Adnkronos) - Un bel Napoli batte il Genoa nell’anticipo del 17° turno di Serie A e si riprende la vetta della classifica almeno per una notte. A Marassi la squadra di Conte liquida 2-1 la pratica rossoblù, grazie alle reti di Anguissa e Rrahmani. Gli azzurri volano a 39 punti e superano almeno per il momento l’Atalanta, ferma a quota 38 e impegnata domenica contro l’Empoli.
Il Napoli parte forte e mette subito le cose in chiaro. Gli azzurri bussano già al 5’ alla porta di Leali, con Lukaku che di testa centra la traversa. Poi, intorno al quarto d’ora, è un altro colpo di testa a regalare il vantaggio agli uomini di Conte: Neres crossa, Anguissa brucia Frendrup e salta più in alto di tutti per l’1-0. Partita sbloccata, con Conte che esulta e se la ride in panchina insieme allo staff. Passano altri 8 minuti e il tecnico salentino esulta ancora per il raddoppio, firmato da Rrahmani: Lobotka crossa, il difensore stacca di testa e infila Leali. Due a zero all’intervallo. La squadra di Vieira torna in campo con un altro piglio: dopo pochi secondi, Pinamonti si fa vedere dalle parti di Meret con un bel tiro a giro dal limite, che chiama il portiere al gran colpo di reni, e poi accorcia le distanze al 51’. Palla perfetta di Vitinha e piattone in rete. La partita cambia qui: il Genoa prende coraggio e si affaccia spesso oltre la trequarti, mentre il Napoli ha da difendere ma trova spazi per lanciare le frecce in contropiede. A un quarto d'ora dalla fine, Conte si gioca i cambi davanti e butta dentro la coppia Simeone-Kvaratskhelia al posto di Lukaku e Neres. È una mossa che riaccende gli azzurri, che tornano pericolosi con i guizzi del georgiano. Il pericolo più grande degli ultimi minuti arriva però da Balotelli (entrato a una manciata di minuti dal novantesimo al posto di Miretti). Il cross dalla sinistra pesca in area l'attaccante, ma sulla deviazione è fondamentale l'intervento di Meret, che devia il pallone sul palo. Sospiro di sollievo per Conte, che soffre un po' e porta a casa i tre punti. Per qualche ora, guarderà tutti dall'alto.
Roma, 21 dic (Adnkronos) - Il concerto di Natale alla Camera "Morricone dirige Morricone", registrato questo pomeriggio nell'Aula di Montecitorio, sarà in onda su Rai 1, a cura di Rai Parlamento, lunedì 23 dicembre alle 15.30. Alla stessa ora sarà trasmesso anche sulla webtv della Camera e sul canale satellitare. Lo rende noto la Camera.
L'evento è introdotto dal Presidente Lorenzo Fontana. Il Maestro Andrea Morricone esegue molte delle celebri composizioni del padre Ennio. Il programma, introdotto dall'Inno italiano, abbraccia i brani più famosi, da "Gli Intoccabili" a "The Mission". A interpretare le musiche sono: l'orchestra Roma Sinfonietta, con la direzione del Maestro Andrea Morricone e il Coro Claudio Casini dell'Università di Roma Tor Vergata diretto dal Maestro Stefano Cucci. La direzione artistica è a cura di Luigi Lanzillotta.
Roma, 21 dic (Adnkronos) - “Le dimissioni del capo del Dap Giovanni Russo sono il segno evidente del fallimento delle politiche del governo sul carcere a fronte delle tragiche condizioni in cui versano". Lo dice Riccardo Magi.
"Sovraffollamento, suicidi, abusi, condizioni disumane indegne per un Paese europeo. Ed evidentemente sono anche il frutto del fatto che la linea portata avanti dal sottosegretario Delmastro Delle Vedove non ha favorito una visione e un approccio ai problemi del carcere compatibili con la Costituzione. Nordio riferisca in aula al più presto in aula e spieghi se sulle carceri vuole cambiare rotta o proseguire su questa linea disastrosa”, conclude il segretario di Più Europa.
Roma, 21 dic (Adnkronos) - "Le dimissioni di Giovanni Russo dal vertice del Dap sono una conferma del fallimento di una politica carceraria di questo Ministero, di questo Governo". Lo dicono la responsabile Giustizia Pd Debora Serracchiani, il capogruppo dem in Bicamerale Antimafia Walter Verini e i due capigruppo dem delle commissioni Giustizia Senato e Camera Alfredo Bazoli e Federico Gianassi.
"Questi due anni hanno aggravato una situazione difficile, con il dramma dei suicidi dei detenuti, con un sovraffollamento disumano, con condizioni difficilissime anche per il lavoro della Polizia Penitenziaria. E con risposte inesistenti e ciniche da parte di Ministro e Sottosegretari. Anche le condizioni di lavoro del Dap sono state rese certamente più difficili. Chiameremo Nordio a riferire alle Camere sulla gravità ulteriore della situazione", aggiungono.