“Draghi, Draghi!”, “fuori, fuori!”, “indulto, indulto!”: con queste acclamazioni i detenuti del carcere di Santa Maria Capua Vetere – teatro delle violenze della Polizia penitenziaria del 6 aprile 2020 per cui la Procura ha emesso 52 misure cautelari – hanno salutato la visita del premier e della ministra della Giustizia Marta Cartabia accompagnati dal sottosegretario alla presidenza del Consiglio Roberto Garofoli e dai garanti nazionale e campano dei detenuti, Mauro Palma e Samuele Ciambriello. “Oggi è una giornata storica, speciale. La vostra presenza ha il significato, il senso di una forte speranza per il nostro futuro”, ha dichiarato la direttrice del carcere, Elisabetta Palmieri, rivolta al premier e alla Guardasigilli. “Stiamo attraversando un momento terribile, orrendo, senza precedenti, ma la vostra vicinanza e il vostro supporto rappresenta per noi quello che auspichiamo possa essere un nuovo inizio per la polizia penitenziaria e tutto il sistema penitenziario“.
Draghi: “Fatti che hanno scosso le coscienze degli italiani” – Oggi non siamo qui a celebrare trionfi o successi ma ad affrontare le conseguenze delle nostre sconfitte“, ha detto Draghi rivolgendosi alla “comunità delle carceri”. Ad ascoltarlo anche una rappresentanza di detenuti, agenti di Polizia penitenziaria e personale amministrativo della struttura. “Venire in questo luogo oggi significa guardare da vicino per iniziare a capire. Quello che abbiamo visto negli scorsi giorni ha scosso nel profondo le coscienze degli italiani. E, come ho appreso poco fa, ha scosso nel profondo la coscienza dei colleghi della Polizia penitenziaria che lavorano con fedeltà in questo carcere. La detenzione – ha precisato – deve essere recupero, riabilitazione. Gli istituti penitenziari devono essere comunità. E dobbiamo tutelare, in particolare, i diritti dei più giovani e delle detenute madri. Le carceri devono essere l’inizio di un nuovo percorso di vita. L’Italia, questo governo, vogliono accompagnarvi”.
“Diritti costituzionali vanno protetti anche in carcere” – “Non può esserci giustizia dove c’è abuso. E non può esserci rieducazione dove c’è sopruso“, ha proseguito Draghi. “La Costituzione italiana sancisce all’articolo 27 i principi che devono guidare lo strumento della detenzione: le pene non possono consistere in trattamenti contrari al senso di umanità e devono tendere alla rieducazione del condannato”. Ai questi principi, aggiunge, “deve accompagnarsi la tutela dei diritti universali: il diritto all’integrità psicofisica, all’istruzione, al lavoro e alla salute, solo per citarne alcuni. Questi diritti vanno sempre protetti, in particolare in un contesto che vede limitazioni alla libertà”. Le indagini in corso da parte della magistratura di Santa Maria Capua Vetere, chiarisce, “stabiliranno le responsabilità individuali, ma la responsabilità collettiva è di un sistema che va riformato. Il Governo non ha intenzione di dimenticare”, assicura. Che però ha voluto mostrare il proprio rispetto per il personale carcerario: “In un contesto così difficile, lavorano ogni giorno, con spirito di sacrificio e dedizione assoluta, tanti servitori dello Stato. La polizia penitenziaria, in grande maggioranza, rispetta i detenuti, la propria divisa, le istituzioni. Gli educatori assicurano le finalità riabilitative della pena. I mediatori culturali assistono i carcerati di origine straniera. I volontari permettono molte delle attività di reinserimento”.
Cartabia: “Pandemia detonatore di questioni antiche” – “Quelli avvenuti nella città campana sono “atti di ingiustificabile violenza e umiliazione“, ha detto invece Cartabia. “Mai più violenze“, ha aggiunto, “questa deve essere l’occasione per far voltare pagina al mondo del carcere”. La ministra ha rivolto un saluto particolare ai detenuti vittime degli abusi del 6 aprile 2020. “Quegli atti sfregiano la dignità della persona umana che la Costituzione pone come pietra angolare. Il carcere è un luogo di dolore, di sofferenza, un luogo di pena, ma non sia mai un luogo di violenze e umiliazioni”, è il suo appello. La pandemia, argomenta, “ha fatto da detonatore a questioni antiche” che affliggono le carceri, per prima quella del sovraffollamento. Occorre “intervenire su più livelli”, spiega, tra cui l’edilizia carceraria e la formazione permanente, in particolare nei confronti della Polizia penitenziaria, “che deve accompagnare il detenuto nel percorso di rieducazione”. Ma anche sul piano normativo, e in questo senso – dice – “il pacchetto di emendamenti in materia penale, approvato dal Consiglio dei Ministri la settimana scorsa, prevede anche un uso più razionale delle sanzioni alternative alle pene detentive brevi. Occorre correggere una visione del diritto penale incentrato solo sul carcere, per riservare la detenzione ai fatti più gravi“. Il premier, nel proprio intervento, ha annunciato di voler sostenere “con convinzione” le riforme della Giustizia “a nome di tutto il governo”.
“Creare le condizioni perché tutto ciò non si ripeta” – Il sovraffollamento, ha spiegato la ministra, significa “spazi dove è difficile anche muoversi, dove d’estate si fa fatica persino a respirare: una condizione che si traduce in difficoltà nel proporre attività che consentano alla pena di favorire il percorso di recupero dei detenuti”. Anche a Santa Maria Capua Vetere, dice, “le presenze superano di un centinaio il numero massimo. Se i dati non mi ingannano, su una capienza di 809 posti, 905 sono i detenuti presenti. Non siamo qui per fare un’ispezione, non è il nostro scopo”, ha chiarito: “Quello che è accaduto deve trovare i suoi responsabili, ma noi siamo qui perché quei gravissimi fatti richiedono una presa in carico collettiva dei problemi di tutti i nostri istituti penitenziari, affinché non si ripetano atti di violenza contro i detenuti o contro gli agenti. Non basta condannare l’accaduto, occorre rimuoverne le cause più profonde e creare le condizioni ambientali affinché tutto ciò non si ripeta e la pena sia sempre piu in linea con la finalità che la Costituzione le assegna”.

L’incontro con gli operai Whirlpool – All’interno del carcere, Draghi ha incontrato Rosario Rappa, Raffaele Apetino e Antonio Accurso, segretari napoletani di Fiom, Fim e Uilm, per parlare della situazione degli operai della Whirlpool di Napoli, che oggi – a seguito dello sblocco disposto dal Governo – hanno avuto conferma dell’avvio della procedura di licenziamento per 350 lavoratori. Gli operai si sono schierati di fronte alla casa circondariale bloccando per qualche minuto la circolazione sulla statale Appia, intonando l’inno di Mameli e chiedendo di parlare con il premier. “Togliete i caschi e protestate con noi“, hanno detto ai poliziotti in assetto antisommossa, sottolineando con applausi di scherno il loro rifiuto.
Giustizia & Impunità
Santa Maria Capua Vetere, Draghi e Cartabia acclamati al grido “indulto, indulto” dai detenuti del carcere teatro delle violenze
"Oggi siamo qui ad affrontare le conseguenze delle nostre sconfitte", ha detto Draghi a proposito degli abusi del 6 aprile 2020: "Quello che abbiamo visto negli scorsi giorni ha scosso nel profondo le coscienze degli italiani". Per la ministra è necessario "creare le condizioni perché tutto ciò non si ripeta". Il capo del governo ha incontrato anche una delegazione degli operai Whirlpool, in presidio davanti alla struttura contro i 350 licenziamenti confermati dall'azienda
“Draghi, Draghi!”, “fuori, fuori!”, “indulto, indulto!”: con queste acclamazioni i detenuti del carcere di Santa Maria Capua Vetere – teatro delle violenze della Polizia penitenziaria del 6 aprile 2020 per cui la Procura ha emesso 52 misure cautelari – hanno salutato la visita del premier e della ministra della Giustizia Marta Cartabia accompagnati dal sottosegretario alla presidenza del Consiglio Roberto Garofoli e dai garanti nazionale e campano dei detenuti, Mauro Palma e Samuele Ciambriello. “Oggi è una giornata storica, speciale. La vostra presenza ha il significato, il senso di una forte speranza per il nostro futuro”, ha dichiarato la direttrice del carcere, Elisabetta Palmieri, rivolta al premier e alla Guardasigilli. “Stiamo attraversando un momento terribile, orrendo, senza precedenti, ma la vostra vicinanza e il vostro supporto rappresenta per noi quello che auspichiamo possa essere un nuovo inizio per la polizia penitenziaria e tutto il sistema penitenziario“.
Draghi: “Fatti che hanno scosso le coscienze degli italiani” – Oggi non siamo qui a celebrare trionfi o successi ma ad affrontare le conseguenze delle nostre sconfitte“, ha detto Draghi rivolgendosi alla “comunità delle carceri”. Ad ascoltarlo anche una rappresentanza di detenuti, agenti di Polizia penitenziaria e personale amministrativo della struttura. “Venire in questo luogo oggi significa guardare da vicino per iniziare a capire. Quello che abbiamo visto negli scorsi giorni ha scosso nel profondo le coscienze degli italiani. E, come ho appreso poco fa, ha scosso nel profondo la coscienza dei colleghi della Polizia penitenziaria che lavorano con fedeltà in questo carcere. La detenzione – ha precisato – deve essere recupero, riabilitazione. Gli istituti penitenziari devono essere comunità. E dobbiamo tutelare, in particolare, i diritti dei più giovani e delle detenute madri. Le carceri devono essere l’inizio di un nuovo percorso di vita. L’Italia, questo governo, vogliono accompagnarvi”.
“Diritti costituzionali vanno protetti anche in carcere” – “Non può esserci giustizia dove c’è abuso. E non può esserci rieducazione dove c’è sopruso“, ha proseguito Draghi. “La Costituzione italiana sancisce all’articolo 27 i principi che devono guidare lo strumento della detenzione: le pene non possono consistere in trattamenti contrari al senso di umanità e devono tendere alla rieducazione del condannato”. Ai questi principi, aggiunge, “deve accompagnarsi la tutela dei diritti universali: il diritto all’integrità psicofisica, all’istruzione, al lavoro e alla salute, solo per citarne alcuni. Questi diritti vanno sempre protetti, in particolare in un contesto che vede limitazioni alla libertà”. Le indagini in corso da parte della magistratura di Santa Maria Capua Vetere, chiarisce, “stabiliranno le responsabilità individuali, ma la responsabilità collettiva è di un sistema che va riformato. Il Governo non ha intenzione di dimenticare”, assicura. Che però ha voluto mostrare il proprio rispetto per il personale carcerario: “In un contesto così difficile, lavorano ogni giorno, con spirito di sacrificio e dedizione assoluta, tanti servitori dello Stato. La polizia penitenziaria, in grande maggioranza, rispetta i detenuti, la propria divisa, le istituzioni. Gli educatori assicurano le finalità riabilitative della pena. I mediatori culturali assistono i carcerati di origine straniera. I volontari permettono molte delle attività di reinserimento”.
Cartabia: “Pandemia detonatore di questioni antiche” – “Quelli avvenuti nella città campana sono “atti di ingiustificabile violenza e umiliazione“, ha detto invece Cartabia. “Mai più violenze“, ha aggiunto, “questa deve essere l’occasione per far voltare pagina al mondo del carcere”. La ministra ha rivolto un saluto particolare ai detenuti vittime degli abusi del 6 aprile 2020. “Quegli atti sfregiano la dignità della persona umana che la Costituzione pone come pietra angolare. Il carcere è un luogo di dolore, di sofferenza, un luogo di pena, ma non sia mai un luogo di violenze e umiliazioni”, è il suo appello. La pandemia, argomenta, “ha fatto da detonatore a questioni antiche” che affliggono le carceri, per prima quella del sovraffollamento. Occorre “intervenire su più livelli”, spiega, tra cui l’edilizia carceraria e la formazione permanente, in particolare nei confronti della Polizia penitenziaria, “che deve accompagnare il detenuto nel percorso di rieducazione”. Ma anche sul piano normativo, e in questo senso – dice – “il pacchetto di emendamenti in materia penale, approvato dal Consiglio dei Ministri la settimana scorsa, prevede anche un uso più razionale delle sanzioni alternative alle pene detentive brevi. Occorre correggere una visione del diritto penale incentrato solo sul carcere, per riservare la detenzione ai fatti più gravi“. Il premier, nel proprio intervento, ha annunciato di voler sostenere “con convinzione” le riforme della Giustizia “a nome di tutto il governo”.
“Creare le condizioni perché tutto ciò non si ripeta” – Il sovraffollamento, ha spiegato la ministra, significa “spazi dove è difficile anche muoversi, dove d’estate si fa fatica persino a respirare: una condizione che si traduce in difficoltà nel proporre attività che consentano alla pena di favorire il percorso di recupero dei detenuti”. Anche a Santa Maria Capua Vetere, dice, “le presenze superano di un centinaio il numero massimo. Se i dati non mi ingannano, su una capienza di 809 posti, 905 sono i detenuti presenti. Non siamo qui per fare un’ispezione, non è il nostro scopo”, ha chiarito: “Quello che è accaduto deve trovare i suoi responsabili, ma noi siamo qui perché quei gravissimi fatti richiedono una presa in carico collettiva dei problemi di tutti i nostri istituti penitenziari, affinché non si ripetano atti di violenza contro i detenuti o contro gli agenti. Non basta condannare l’accaduto, occorre rimuoverne le cause più profonde e creare le condizioni ambientali affinché tutto ciò non si ripeta e la pena sia sempre piu in linea con la finalità che la Costituzione le assegna”.
L’incontro con gli operai Whirlpool – All’interno del carcere, Draghi ha incontrato Rosario Rappa, Raffaele Apetino e Antonio Accurso, segretari napoletani di Fiom, Fim e Uilm, per parlare della situazione degli operai della Whirlpool di Napoli, che oggi – a seguito dello sblocco disposto dal Governo – hanno avuto conferma dell’avvio della procedura di licenziamento per 350 lavoratori. Gli operai si sono schierati di fronte alla casa circondariale bloccando per qualche minuto la circolazione sulla statale Appia, intonando l’inno di Mameli e chiedendo di parlare con il premier. “Togliete i caschi e protestate con noi“, hanno detto ai poliziotti in assetto antisommossa, sottolineando con applausi di scherno il loro rifiuto.
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Kiev, 17 mar. (Adnkronos) - Il presidente ucraino Volodymyr Zelensky ha annunciato su X di aver parlato con il presidente francese Emmanuel Macron: "Come sempre scrive - è stata una conversazione molto costruttiva. Abbiamo discusso i risultati dell'incontro online dei leader svoltosi sabato. La coalizione di paesi disposti a collaborare con noi per realizzare una pace giusta e duratura sta crescendo. Questo è molto importante".
"L'Ucraina è pronta per un cessate il fuoco incondizionato di 30 giorni - ha ribadito Zelensky - Tuttavia, per la sua attuazione, la Russia deve smettere di porre condizioni. Ne abbiamo parlato anche con il Presidente Macron. Inoltre, abbiamo parlato del lavoro dei nostri team nel formulare chiare garanzie di sicurezza. La posizione della Francia su questa questione è molto specifica e la sosteniamo pienamente. Continuiamo a lavorare e a coordinare i prossimi passi e contatti con i nostri partner. Grazie per tutti gli sforzi fatti per raggiungere la pace il prima possibile".
Washington, 17 mar. (Adnkronos) - il presidente americano Donald Trump ha dichiarato ai giornalisti che il leader cinese Xi Jinping visiterà presto Washington, a causa delle crescenti tensioni commerciali tra le due maggiori economie mondiali. Lo riporta Newsweek. "Xi e i suoi alti funzionari" arriveranno in un "futuro non troppo lontano", ha affermato Trump.
Washington, 17 mar. (Adnkronos) - Secondo quanto riferito su X dal giornalista del The Economist, Shashank Joshi, l'amministrazione Trump starebbe valutando la possibilità di riconoscere la Crimea ucraina come parte del territorio russo, nell'ambito di un possibile accordo per porre fine alla guerra tra Russia e Ucraina.
"Secondo due persone a conoscenza della questione, l'amministrazione Trump sta valutando di riconoscere la regione ucraina della Crimea come territorio russo come parte di un eventuale accordo futuro per porre fine alla guerra di Mosca contro Kiev", si legge nel post del giornalista.
Tel Aviv, 17 mar. (Adnkronos) - Secondo un sondaggio della televisione israeliana Channel 12, il 46% degli israeliani non è favorevole al licenziamento del capo dello Shin Bet, Ronen Bar, da parte del primo ministro Benjamin Netanyahu, rispetto al 31% che sostiene la sua rimozione. Il risultato contrasta con il 64% che, in un sondaggio di due settimane fa, sosteneva che Bar avrebbe dovuto dimettersi, e con il 18% che sosteneva il contrario.
Tel Aviv, 17 mar. (Adnkronos) - Il ministero della Salute libanese ha dichiarato che almeno sette persone sono state uccise e 52 ferite negli scontri scoppiati la scorsa notte al confine con la Siria. "Gli sviluppi degli ultimi due giorni al confine tra Libano e Siria hanno portato alla morte di sette cittadini e al ferimento di altri 52", ha affermato l'unità di emergenza del ministero della Salute.
Beirut, 17 mar. (Adnkronos/Afp) - Hamas si starebbe preparando per un nuovo raid, come quello del 7 ottobre 2023, penetrando ancora una volta in Israele. Lo sostiene l'israeliano Channel 12, in un rapporto senza fonti che sarebbe stato approvato per la pubblicazione dalla censura militare. Il rapporto afferma inoltre che Israele ha riscontrato un “forte aumento” negli sforzi di Hamas per portare a termine attacchi contro i kibbutz e le comunità al confine con Gaza e contro le truppe dell’Idf di stanza all’interno di Gaza.
Cita inoltre il ministro della Difesa Israel Katz, che ha detto di recente ai residenti delle comunità vicine a Gaza: "Hamas ha subito un duro colpo, ma non è stato sconfitto. Ci sono sforzi in corso per la sua ripresa. Hamas si sta costantemente preparando a effettuare un nuovo raid in Israele, simile al 7 ottobre". Il servizio televisivo arriva un giorno dopo che il parlamentare dell'opposizione Gadi Eisenkot, ex capo delle Idf, e altri legislatori dell'opposizione avevano lanciato l'allarme su una preoccupante recrudescenza dei gruppi terroristici di Gaza.
"Negli ultimi giorni, siamo stati informati che il potere militare di Hamas e della Jihad islamica palestinese è stato ripristinato, al punto che Hamas ha oltre 25.000 terroristi armati, mentre la Jihad ne ha oltre 5.000", hanno scritto i parlamentari, tutti membri del Comitato per gli affari esteri e la difesa.
Tel Aviv, 17 mar. (Adnkronos/Afp) - L'attacco israeliano nei pressi della città di Daraa, nel sud della Siria, ha ucciso due persone. Lo ha riferito l'agenzia di stampa statale siriana Sana.
"Due civili sono morti e altri 19 sono rimasti feriti in attacchi aerei israeliani alla periferia della città di Daraa", ha affermato l'agenzia di stampa, mentre l'esercito israeliano ha affermato di aver preso di mira "centri di comando e siti militari appartenenti al vecchio regime siriano".