di Gianluca Pinto
Siamo ben oltre la farsa ormai. Abbiamo ascoltato, durante il Covid, una quantità di perle di saggezza da parte di politici, giornalisti e opinionisti: da Giuliano Cazzola sugli anziani, arrivando a Marcello Sorgi che serenamente affermava che tutti hanno vissuto in case da un milione di euro. Oggi ascoltiamo con la profonda attenzione che si deve al Governo dei Migliori l’affermazione di Giancarlo Giorgetti.
È uscita, infatti, una breve ma significativa e densa dichiarazione del ministro dello Sviluppo economico in merito alla vicenda della Gkn (422 dipendenti licenziati via mail). Il ministro saggiamente afferma, con la serietà e la solennità dovute all’argomento, che: “Purtroppo è inevitabile che queste cose accadano, però non possono succedere in questo modo perché noi abbiamo in mente di fare il West, non il Far West”.
Ci sarà mai dato di capire cosa possa significare questa frase? La sequenza di fonemi di Giancarlo Giorgetti mi risulta davvero incomprensibile (senza voler aggiungere riflessioni riguardo all’utilità che non riesco a vedere). Come si tradurrebbe secondo voi? Io non riesco a capirla assolutamente. Ma chi ha parlato è un passante o è il ministro dello Sviluppo economico del governo italiano che ha un certo ruolo nel decreto di riferimento? Mi sono chiesto: è possibile che nel Governo dei Migliori, nel governo di tutti (il “di tutti” inteso come “di tutti i padroni”, ovviamente) prima si sblocchino i licenziamenti e poi il ministro dello Sviluppo economico se ne esca fresco fresco a domandarsi: “Ma cosa succede? Che fanno? Stanno licenziando?”. Evidentemente, mi sono detto, questo chiaramente non è possibile. Non penso proprio che questo sia il significato della frase di Giorgetti.
Potrebbe, allora, aver voluto dire che il problema, nella vicenda in oggetto, risieda esclusivamente nel “modo” con cui i lavoratori sono stati liquidati? Se fosse così, la cosa sarebbe ancora peggiore e le parole pronunciate sarebbero irricevibili da chiunque. È come se, parlando del caso di una persona presa a bastonate, qualcuno dicesse: “Eh no, questo è inaccettabile, con il bastone no! Con tutti i sistemi che che ci sono per picchiare qualcuno!”.
Ma vi pare normale? Perché sembrerebbe che questa possa essere l’interpretazione dell’asserto del ministro. Quindi se la comunicazione del licenziamento fosse avvenuta con consegna personale della lettera sarebbe stato tutto a posto? Quindi il fatto che 400 famiglie siano senza introito da lavoro è irrilevante rispetto alle modalità con cui a queste famiglie viene cambiata in peggio la vita?
Ho letto, poi, nel pieno delle mie riflessioni, che il governo ha deciso di convocare un tavolo sulla vicenda. Ma allora, mi sono domandato, davvero non si erano accorti di cosa stessero facendo? Non riesco proprio a credere che nel Governo Draghi nessuno si sia reso conto delle ricadute causate dal totale delle iniziative che stanno prendendo in tema di contro-riforme e normative. Questa ipotesi è ovviamente improponibile. Più concreta, invece, è l’ipotesi che “i migliori” – avendo stabilito di togliere tutto (compreso il lavoro) a chi non ha per restituire il maltolto a chi ha già (tutto) – abbiano deciso cinicamente di concentrarsi solo nell’eseguire bene gli ordini di Confindustria e di “correre ai ripari”, magari in maniera formale, in casi che per motivi diversi hanno una certa visibilità.
Vedremo cosa succederà in caso si cancellassero le norme in tema di lotta alla povertà e si procedesse ad ulteriori disarticolazioni del diritto “al” e “del” lavoro, e vedremo se gli sarà ancora così semplice “stupirsi” per gli effetti della macelleria sociale conseguente. Sono sempre esterrefatto nel constatare continuamente come non ci sia più limite al cinismo sia a livello puramente politico, sia anche a livello di comunicazione. Sotto questo aspetto sembra di assistere ad una tendenza irreversibile riassumibile così: “peggio di ieri, meglio di domani”.