Cronaca

Green pass, a due italiani su tre piace il “modello francese”. Sì anche da chi vota Lega e FdI, il pass piace a tutti da sinistra a destra

Il lasciapassare a locali, trasporti e ristoranti ideato dal presidente francese piace al 68.4% delle persone, soprattutto a chi era già favorevole al vaccino. E il 69.2% condivide le sanzioni contro gli operatori sanitari che non si vaccinano entrano il 15 settembre. E da destra a sinistra, il pass sanitario piace a tutti, con picchi tra i votanti Pd e Forza Italia

Due italiani su tre favorevoli all’introduzione del green pass sul modello proposto dal presidente francese Emmanuel Macron. Un lasciapassare sanitario obbligatorio che attesti la compiuta doppia vaccinazione, e senza il quale non è possibile andare al ristorante o al cinema, entrare nei locali e negli alberghi e prendere treni o aerei. Una proposta che in questi giorni ha diviso la classe politica italiana su posizioni diverse ma che invece trova la maggioranza dei cittadini italiani ad accoglierla di buon grado.

Secondo un’indagine di Euromedia Research, infatti, al 68.4% del campione statistico l’idea del green pass piace. E il 69.2% condivide il provvedimento contro il personale sanitario di sospenderne attività lavorativa e stipendio se non vaccinato entro il 15 settembre. Percentuali alte che non devono stupire, perché sono correlate anche alla situazione della campagna vaccinale in Italia: al 13 luglio 2021 quasi 34 milioni di italiani hanno ricevuto la prima dose, mentre il ciclo vaccinale è stato completato da più di 24milioni e 800mila persone.

La propensione al green pass, quindi, va di pari passo con un’altra propensione: quella a vaccinarsi. Tra quei due terzi di cittadini pro pass sanitario, le percentuali più alte di assenso provengono da chi si è già vaccinato (84.3%) e da chi non lo ha ancora fatto ma è deciso a farlo (71%). Solo il 2.6% è no-vax. Sul rovescio della medaglia, l’italiano su tre che è contrario all’attestato è quasi sempre una persona che non si vuole vaccinare (93.4%) o è indeciso ma non è incline a farlo (79.4%). Solo un individuo su dieci che non condivide la proposta del premier francese è già vaccinato.

Il trend si ripropone anche in altri aspetti dell’indagine. Alla domanda se si è d’accordo o meno sul provvedimento che vede la sospensione di lavoro e stipendio per gli operatori sanitari che non si vaccinano entro il 15 settembre, anche qui il 69% degli intervistati ha risposto in modo affermativo, con una preponderanza di persone già vaccinate o favorevoli al vaccino; del 22.8% che si è detto contrario, otto persone su dieci non vogliono vaccinarsi, sei su dieci non sono propensi a farlo.

Tra coloro che hanno dichiarato il no alla “proposta Macron”, la metà rinuncerebbe alle uscite e alle frequentazioni di locali ed eventi pubblici, mentre solo il 10.1% si vaccinerebbe per poter tornare a una vita regolare. Segno che il green pass può essere un’idea efficace nel motivare le persone a vaccinarsi, ma che, almeno nella teoria dell’indagine, nonostante le sue restrizioni stenterebbe a risolvere completamente il problema che la campagna vaccinale italiana si sta portando dietro da tanto tempo: quello degli scettici e di chi non risponde alla chiamata alla dose.

Se si osservano i dati emersi dal punto di vista della discussione politica, ogni partito vede la maggioranza dei propri elettori favorevole al green pass. Le percentuali più basse vengono da Lega e FdI, con rispettivamente il 58.7% e il 59.7%, nonostante sia Giorgia Meloni che Matteo Salvini abbiano espresso nei giorni scorsi un no categorico al pass sanitario. I picchi vengono raggiunti dal bacino di votanti Pd (92.9%) e Forza Italia (81.7%). Quasi sette pentastellati su dieci si dicono pro-pass. Una volta che si lascia parlare l’elettorato, si scopre che dietro i commenti a caldo e le posizioni più disparate proclamate dalle varie personalità di partito – e ritrattate come nel caso del leghista Attilio Fontana – l’idea del green pass piace trasversalmente da destra a sinistra, e con un consenso massiccio.