Economia

La nuova Alitalia volerà dal 15 ottobre: Mef e Ue hanno trovato l’accordo su Ita. “Commissione rassicurata sulla tutela dei passeggeri”

Il Mise spiega che i lavoratori Alitalia che "potrebbero essere assunti nella nuova compagnia Ita sono 2.800 nel 2021 e 5.750 nel 2022" e che l'amministrazione straordinaria "si farà carico delle ricadute sociali insieme con il ministro del Lavoro attivando tutte le tutele consentite per accompagnare i lavoratori che non troveranno posto nella newco verso nuove prospettive". I sindacati: "Inaccettabile numero di riassunti su 10.500 dipendenti"

Il decollo dei primi voli di Italia Trasporto Aereo è previsto il 15 ottobre. È quanto prevede l’accordo tra il ministero dell’Economia e la Commissione europea sulla costituzione della nuova compagnia che prenderà il posto della vecchia Alitalia. Finalmente è stata siglata l’intesa, come annunciato dal Mef in una nota nella quale si legge che “si è conclusa positivamente la discussione”. Il Tesoro spiega che il dialogo di questi mesi ha consentito una soluzione costruttiva ed equilibrata, che da un lato garantisce la discontinuità necessaria al rispetto della normativa europea e dall’altro consente di avviare le procedure relative all’aumento di capitale di Ita.

“Gli acquirenti di biglietti per voli successivi a questa data saranno tutelati”, garantisce il ministero dello Sviluppo Economico spiegando inoltre che i lavoratori Alitalia che “potrebbero essere assunti nella nuova compagnia Ita sono 2.800 nel 2021 e 5.750 nel 2022″, rispetto agli attuali 11mila. Il Mise, si legge ancora nel comunicato del ministero guidato da Giancarlo Giorgetti, ha “rispettato le norme di legge emanate lo scorso anno e aggiornate un mese fa con il decreto Rilancio” e si garantisce che il periodo di transizione sarà “accompagnato attraverso una corretta vigilanza” sull’amministrazione straordinaria di Alitalia che “si farà carico delle ricadute sociali insieme con il ministro del Lavoro attivando tutte le tutele consentite per accompagnare i lavoratori che non troveranno posto nella newco verso nuove prospettive”.

Dal canto suo la Commissione europea “prende atto” dell’annuncio dopo “il costruttivo incontro del 26 maggio tra il vicepresidente esecutivo Vestager e il ministro italiano Giorgetti e Franco, in coordinamento con il ministro Giovannini, in cui la Commissione e le autorità italiane hanno raggiunto un’intesa comune sui parametri chiave per garantire la discontinuità economica tra Ita e Alitalia”. La Commissione, dice una portavoce, “resta in stretto contatto con le autorità italiane per assicurare che il lancio di Ita come attore di mercato nuovo e sostenibile sia in linea con le norme Ue sugli aiuti di Stato”. Proseguono, aggiunge, le indagini sui “sostegni dati ad Alitalia, nell’ordine di 1,3 miliardi di euro” e “non sono state prese decisioni formali, in questa fase”. L’obiettivo della Commissione è giungere a “decisioni giuridicamente solide il prima possibile”, assicurando i diritti dei passeggeri.

La nuova compagnia partirà leggera ma sia la flotta che il personale cresceranno. Potrà contare – prevede il Piano approvato dal Cda – 78 aerei nel 2022 e 105 a fine 2025, 81 dei quali di nuova generazione (il 77% della flotta). Anche il personale è destinato ad aumentare: si parte con un numero di dipendenti per gestire l’Aviation pari a 2.750-2.950, che salirà a fine piano (2025) a 5.550-5.700 persone. Nella parte economica si prevede un fatturato che nel 2025 raggiungerà 3.329 milioni di euro e un pareggio operativo da realizzarsi entro il terzo trimestre del 2023. “Sono particolarmente soddisfatto per il riconoscimento della solidità industriale e finanziaria che sono alla base dell’approvazione del Piano”, commenta l’ad, Fabio Lazzerini. Ita focalizzerà la propria attività sull’hub di Fiumicino e sull’aeroporto di Milano Linate. La compagnia servirà da subito 45 destinazioni con 61 rotte che saliranno a 74 destinazioni e 89 rotte nel 2025.

Non tutti sono contenti. Con questo piano industriale, contestano i sindacati Filt Cgil, Fit Cisl, Uiltrasporti e Ugl TA, “si prefigurerebbe lo spezzatino aziendale con nessuna certezza per le attività a terra di handling e di manutenzioni. La nuova compagnia partirebbe con una miniflotta con solamente 52 aerei senza prospettive sul lungo raggio. È inaccettabile che su 10.500 lavoratori vengano assunti solamente 2.750-2.950 il primo anno. Anche il brand messo a gara prefigurerebbe evidenti danni commerciali. È un piano debole anche in prospettiva ricavi fino al 2025. Sono errori gravissimi che rendono inaccettabile questa impostazione”.