di Enrico Masi
In questi ultimi mesi, le dichiarazioni dei vertici dell’Ioc (Comitato Olimpico Internazionale) sulle Olimpiadi di Tokyo hanno fatto molto discutere e hanno creato molte polemiche qui in Giappone. Partiamo dal 28 di aprile, quando il presidente Thomas Bach, durante un vertice a 5 tenutosi online, faceva sfoggio di nozioni antropologiche sul Sol Levante dichiarando:
“I giapponesi, attraverso la loro storia, hanno dimostrato al mondo il loro spirito tenace. Ed è solo grazie a questa capacità di superare tutte le avversità che sarà possibile lo svolgimento di queste Olimpiadi anche in circostanze così difficili”.
Con questo goffo tentativo di lodare il popolo giapponese per ingraziarselo, Bach ha ottenuto l’effetto contrario, irritando tutti e ottenendo dure critiche sia sulla rete che sulla stampa. Per esempio, dall’opposizione, l’esponente Renhō ha controbattuto con un tweet: “La pandemia non la si supera a colpi di tenacia. Per proteggere la popolazione, più della tenacia, valgono decisioni basate su fondamenti scientifici”. Evidentemente il nostro presidente ritiene doveroso temprare questo “spirto guerrier” nipponico alzando l’asticella e regalando ai giapponesi, come se il Covid non bastasse, un’altra avversità: le Olimpiadi.
Ma non contento del risultato ottenuto, il 23 maggio rilancia la posta affermando: “Dobbiamo fare dei sacrifici per rendere possibili queste Olimpiadi”. Per dare il buon esempio, quali sacrifici è disposto a correre il nostro eroe? Bach si immolerà per la patria pernottando nella suite dell’hotel The Okura a Tokyo, alla folle cifra di 3 milioni di yen a notte (circa 22.794 euro). Ma lui ne sborserà solo 44mila (circa 334 euro), la differenza la pagherà lo stato giapponese. E non sarà il solo a poter usufruire di tanti privilegi pagati grazie ai contributi in denaro e in salute da parte dei cittadini. Infatti ai compari dell’Ioc che si raduneranno in Giappone sono stati riservati in blocco diversi altri hotel a 5 stelle di Tokyo.
Sul Washington post la giornalista Sally Jenkins attacca duramente Bach: “Il barone Von Ripper-off alias Thomas Bach e la sua banda hanno deciso di usare il Giappone come lo zerbino di casa loro. (…) Bach e i suoi hanno una pessima abitudine: quella di mandare sul lastrico i paesi ospitanti”.
Ma il nostro Barone Olimpico è in buona compagnia. Il numero due del Comitato, il vice presidente John Dowling Coates, il 21 maggio annunciava: “Le Olimpiadi si terranno anche sotto lo stato d`emergenza”. Lo “stato d’emergenza” rappresenta una versione light del lockdown: in Giappone, infatti, la legge non permette di effettuare un lockdown vero e proprio.
In aggiunta, il settimanale Shukan bunshun riporta l’intervista a un altro pezzo grosso del comitato. Si tratta di Dick Pound col quale la redazione della suddetta rivista è riuscita ad ottenere un’esclusiva. Alle forti perplessità dell’opinione pubblica sulle Olimpiadi reagisce così: “Qualora il premier Suga si dichiarasse contrario alle Olimpiadi, non sarebbe altro che una sua personale opinione. I Giochi si terranno comunque”.
In Giappone si parla ormai di Casta Olimpica e quanto riportato sinora non è altro che la punta dell’iceberg. Il giornalista Tazaki Shiro il 16 giugno sull’emittente Tbs ha denunciato: “Non bisogna dimenticare che anche se si decidesse di giocare a porte chiuse, a fare il tifo sugli spalti ci sarebbero loro. I vertici dell’Ioc e degli altri Comitati, a frotte (…) Ci sarebbe un crollo dei consensi. Per questa ragione vogliono aprire il più possibile agli spettatori”. E ora che ufficialmente i Giochi si terranno a porte chiuse, immagino gli sforzi delle emittenti nazionali per non riprendere gli spalti ed evitare quindi di mostrare la Casta…
Questi signori, in trepidante attesa di usufruire di tali privilegi, dimenticano che il virus non fa distinzione tra membri del Comitato e non. E lì dove ci sono consistenti flussi di persone le varianti al Covid avranno ampie possibilità di espandersi. A mio modesto parere, i due punti di maggior timore ora sono in primis la possibile nascita e diffusione di nuove varianti. Come secondo punto che tanta gente, una volta rimpatriata, possa scoprire di essere rimasta contagiata.
Arrivati sin qui, ognuno è libero di trarre le proprie conclusioni. Ma, con quello che sta succedendo, luglio e agosto saranno due mesi infernali per la popolazione giapponese.