La modifica proposta dai pentastellati prevede l'intervento del Parlamento sui progetti ambientali necessari per raggiungere gli obiettivi: l'esecutivo e i relatori del decreto avevano espresso parere negativo
C’era il parere negativo di governo e relatori, ma l’emendamento del Movimento 5 Stelle è passato ugualmente. L’esecutivo va sotto in Commissione alla Camera su Piano integrato energia e clima del decreto Recovery. La modifica proposta dai pentastellati prevede l’intervento del Parlamento sui progetti ambientali necessari per raggiungere gli obiettivi inseriti nel decreto che imposta la governance del Piano nazionale di ripresa e resilienza.
“Laddove lo richieda almeno una delle Commissioni parlamentari competenti a maggioranza dei due terzi dei suoi componenti, le tipologie dei progetti individuati nell’Allegato I-bis del presente decreto sono modificabili, con decreto del Mite, previo parere delle Commissioni parlamentari competenti”, si legge nella proposta di modifica che è stata approvata in Commissione nonostante, come detto, il governo e i relatori avessero espresso parere contrario.
Le Commissioni Affari costituzionali e Ambiente della Camera hanno dato il via libera anche alla spinta all’attuazione del programma di governo prevista dall’emendamento al Dl Recovery di Giuseppe Brescia e Stefano Ceccanti. L’emendamento rafforza la Rete permanente dell’attuazione del programma di governo, coordinata dalla Presidenza del Consiglio e costituita dai Nuclei permanenti per l’attuazione del programma istituiti da ciascun ministro all’interno degli Uffici di diretta collaborazione, con il compito specifico di lavorare sulla costante attuazione dei provvedimenti attuativi e sul recupero dell’arretrato di quelli non adottati.
Tra i nodi che le commissioni devono ancora affrontare c’è la revisione degli appalti, l’estensione dei limiti del 5G e il codice per l’ambiente. Il via libera delle commissioni Affari costituzionali e Ambiente di Montecitorio al decreto legge è atteso, secondo quanto stabilito dall’ufficio di presidenza, per lunedì nel tardo pomeriggio. Il testo, in prima lettura alla Camera, approderà in Aula in settimana e poi passerà all’esame del Senato. Il decreto scade il 30 luglio e dunque l’iter a Palazzo Madama si annuncia blindato.