Gregorio Bellocco nega di aver mai pronunciato la frase “anche il giudice Di Matteo lo ammazzano. Gli hanno già dato la sentenza”. Tramite il suo legale, l’avvocato Jacopo Cappetta, il boss della ‘ndrangheta ha fatto pervenire al fattoquotidiano.it la sua versione su quanto successo la mattina dell’1 giugno nel carcere di Opera a Milano. Bellocco stava trascorrendo l’ora di socialità con Francesco Cammarata, mafioso della famiglia di Riesi: i due stavano commentando la notizia della scarcerazione di Giovanni Brusca. Il primo a parlare è il siciliano, che rifendosi alle dichiarazioni di Maria Falcone dice che la sorella del “fu giudice” si lamenta solo di quel tipo di scarcerazioni. È a quel punto che Bellocco interviene per pronunciare quelle parole: “Anche il giudice Di Matteo lo ammazzano. Gli hanno già dato la sentenza”. I due tacciono subito perché incrociano il passaggio dell’agente del Gruppo operativo mobile della Polizia penitenziaria. Che riesce ad ascoltare la conversazione e fa una relazione di servizio inviata al Dipartimento amministrazione penitenziaria. La relazione è molto dettagliata: alle esternazioni di Cammarata, si legge, “il Bellocco rispondeva con testuali parole“.
Parole pesanti, finite sul tavolo delle due procure competenti, Palermo e Reggio Calabria, che indagano per capire a cosa si riferisse Bellocco: alle notizie del 2014 sul piano di morte per uccidere l’allora pm del processo Trattativa? O a qualcosa di più recente? Oggi, però, il boss di ‘ndrangheta smentisce di avere pronunciato quelle due frasi. Sostiene invece di essersi riferito a un altro Di Matteo, Santino, il collaboratore di giustizia padre del ragazzino di 15 anni rapito, ucciso e sciolto nell’acido su ordine proprio di Brusca. Dopo la scarcerazione del boss di San Giuseppe Jato, il pentito Di Matteo aveva commentato: “Se lo trovo per strada, non so che succede”. Bellocco sostiene di aver detto, in dialetto calabrese: “Di Matteo lo ammazza“, riferendosi alle intenzioni del pentito nei confronti di Brusca. E la parola “giudice” riportata nella relazione del Gom? E la frase precisa – riportata sempre all’agente della polizia penitenziaria – “gli hanno già dato la sentenza“? Il boss della ‘ndrangheta, nel colloquio col suo legale, sostiene di non averle mai pronunciate. Una versione che entra in contrasto totalmente con la relazione del Gom, in cui sono riportate le “testuali parole” del detenuto: “Anche il giudice Di Matteo lo ammazzano. Gli hanno già dato la sentenza”. Possibile che l’agente del corpo speciale della Penitenziaria si sia sbagliato, arrivando ad ascoltare e a riportare per iscritto intere frasi che – a sentire Bellocco – non sarebbero mai state pronunciate?
L’avvocato Cappetta, raccontando al Fatto quanto gli ha comunicato il suo assistito durante l’ultimo colloquio, ha spiegato di avere intenzione di segnalare al giudice di Sorveglianza la posizione di Bellocco. Condannato a 30 anni e detenuto in regime di 41bis, arrestato nel 2005 dopo dieci anni di latitanza, il calabrese era considerato il capo della cosca di Rosarno. Definito “un uomo geniale” dai suoi sodali, che gli hanno dedicato persino una canzone, oggi ha 65 anni e nessun interesse che quella frase sul magistrato siciliano possa “macchiare” il suo fascicolo penitenziario. È per questo che ci ha tenuto a smentire quanto riportato dalla relazione del Gom, svelata dal Fatto?
Di sicuro c’è solo che, come risulta al Fatto, negli ultimi tempi i boss irriducibili, quelli che non hanno mai collaborato con la giustizia, nutrono grandi aspettative. La sentenza della Consulta, che ha dichiarato incostituzionale l’ergastolo ostativo, infatti ha gettato la palla nel campo del Parlamento: se entro il maggio del 2022 le Camere non riscriveranno quella norma, anche i mafiosi condannati al fine pena mai potranno sperare di uscire dal carcere dopo 26 anni di pena. Ovviamente bisognerà dimostrare di essere ormai lontani da ambienti e logiche mafiose: discutere del possibile assassinio di un magistrato va nella direzione opposta. E se la questione ergastolo ostativo non riguarda Bellocco, interessa parecchio a Cammarata, il suo compagno d’ora d’aria condannato al fine pena mai: è finito citato nella stessa relazione del Gom in cui viene riportata quella frase sulla “sentenza” di morte per Di Matteo.