Venticinque articoli, raccolti in 39 pagine, sui quali gli iscritti saranno chiamati a votare il 2 e 3 agosto per rilanciare il Movimento Cinque Stelle attraverso il nuovo statuto, giunto a una sua stesura definitiva dopo settimane difficili. Il M5s riparte da un garante e un presidente, da nuovi gruppi locali che andranno a sostituire i meet up, da una piattaforma di voto che non viene mai citata ma che con ogni probabilità sarà Skyvote – inaugurata nei prossimi giorni con il voto per scegliere il candidato sindaco di Torino – e da una “clausola” per gli eletti in caso di allontanamento. Un testo dettagliato, che chiarisce chi fa cosa, in quali tempi, e delinea le prerogative di ogni figura all’interno della nuova organizzazione, che prevede anche una scuola di formazione permanente per gli iscritti. Qui il link dove consultare il testo completo.

L’addio al “vaffa” e le nuove 5 stelle – Uno statuto nel quale c’è anche un addio al “vaffanculo” con un richiamo a un linguaggio corretto con le “espressioni verbali aggressive” che “devono essere considerate al pari di comportamenti violenti”, un richiamo al “rispetto dell’identità di genere” e il cambio delle 5 stelle, definite “i punti cardine dell’azione politica” e le “priorità programmatiche” degli eletti, che diventano “i beni comuni, l’ecologia integrale, la giustizia sociale, l’innovazione tecnologica e l’economia eco-sociale di mercato”. Addio quindi ad acqua, ambiente, trasporti, connettività, sviluppo. Innanzitutto, però, il testo finale scioglie tutti i dubbi e fa sintesi del grande tema attorno al quale si era rischiata la rottura definitiva tra Beppe Grillo e Giuseppe Conte, la figura del garante e del presidente. In questo frangente, spiega già il sito del M5s, se arriverà il via libera allo statuto l’assemblea sarà chiamata a votare per l’elezione di Conte come presidente, indicato da Grillo.

La figura del garante – Il garante viene definito come il “custode” dei “valori fondamentali dell’azione politica” del M5s che “ha il potere di interpretazione autentica, non sindacabile, delle norme” dello statuto. La figura di garanzia viene eletta “mediante consultazione in Rete”, all’interno di una rosa di candidati “non inferiore a 3”, che il Comitato di Garanzia indica tra “figure che si siano distinte per il determinante contributo alla storia ed all’azione politica” del M5s. La sua carica è a “tempo indeterminato” ma “può essere revocato, in ogni tempo, su proposta deliberata dal Comitato di Garanzia all’unanimità e ratificata da una consultazione in rete degli iscritti, purché prenda parte alla votazione la maggioranza assoluta” degli aventi diritto di voto. Se la sua carica cessa, il presidente ha 30 giorni di tempo per indire la consultazione per eleggerlo. Il Comitato di garanzia, viene già chiarito nello statuto, sarà composto da tre membri, eletti con una consultazione in Rete, “all’interno di una rosa di almeno sei nominativi proposti dal Garante tra gli eletti ed ex eletti nel rispetto dei principi di tutela delle minoranze e della rappresentatività di genere”.

Il ruolo presidente – I suoi poteri sono ampi e chiariti in maniera approfondita nello statuto. Innanzitutto è “l’unico titolare e responsabile della determinazione e dell’attuazione dell’indirizzo politico”, è lui che “dirige e coordina i rapporti con altre forze politiche o movimenti politici”, a lui spetta la responsabilità “dell’utilizzo del simbolo del Movimento 5 Stelle, anche per tutte le attività collegate alle tornate elettorali”. La sua elezione avviene “mediante consultazione in Rete”, resta in carica per 4 anni ed è eleggibile per non più di due mandati consecutivi. Può essere sfiduciato? Sì, in due modi: “Con delibera assunta all’unanimità dai componenti del Comitato di Garanzia e/o dal Garante, ratificata da una consultazione in rete degli iscritti”, si legge nello statuto.

La piattaforma di voto – Nello Statuto non è mai indicata quale sarà la piattaforma di voto dopo lo strappo con la Piattaforma Rousseau. Tuttavia, in un passaggio delle prerogative del presidente, si legge che a lui spettano anche gli “atti di straordinaria amministrazione”, soggetti alla ratifica da parte del Comitato di garanzia, come “l’assunzione di quote o partecipazione in enti o società, costituite o costituende, strumentali allo svolgimento delle attività” del Movimento. Una fattispecie nella quale potrebbe rientrare anche la piattaforma di voto, che dovrebbe essere Skyvote.

I finanziamenti – Le attività politiche, progetti e manifestazioni verranno finanziate – si legge nello statuto – attraverso “erogazioni liberali degli eletti” e di “ogni altra erogazione liberale proveniente da campagne di autofinanziamento”. Le “modalità operative” non vengono chiarite, ma si specifica che verranno stabilite in seguito dal Comitato di garanzia su proposta del presidente.

Le restituzioni – Parlamentari e consiglieri regionali “si obbligano a trattenere” per sé stessi “non più della somma stabilita per ciascuna legislatura/consiliatura dal Comitato di Garanzia, d’intesa con il Presidente, con apposito regolamento” che verrà in seguito stabilito. “La parte della remunerazione percepita eccedente la misura indicata nel Regolamento sopra menzionato dovrà essere restituita parte all’associazione per le spese di funzionamento e parte alla collettività nelle forme e nei modi dettagliati nel medesimo Regolamento”, si legge ancora. In aggiunta alla remunerazione, potranno inoltre trattenere “ogni voce di rimborso prevista dai regolamenti dell’assemblea elettiva di appartenenza nei modi e nelle forme che saranno stabilite nel Regolamento sopra menzionato”.

La scuola di formazione – Tra le novità, regolata dall’articolo 15, c’è la creazione di una scuola di formazione, di cui aveva parlato nelle scorse settimane Conte, che “si prefigge la formazione continua e l’aggiornamento permanente specialistico di coloro che si impegnano e che intendono impegnarsi in politica, con particolare attenzione ai giovani”, si legge nello Statuto. Da un punto di vista pratico si parla di “conferenze, seminari, incontri formativi, corsi di formazione, con esperti delle varie discipline ed esponenti del mondo della cultura, della scienza, della società” e dell’istituzione di “gruppi di lavoro” sulle “attività e sui settori più rilevanti che riguardano la vita economica, politica, culturale, sociale, di rilievo interno ed internazionale”. Altro obiettivo è l’aggiornamento degli eletti e “di tutti coloro che rivestono incarichi pubblici”, anche attraverso la “condivisione delle migliori pratiche in sede amministrativa”.

La ‘clausola’ per chi lascia – In caso di esclusione dal gruppo di un eletto, il nuovo statuto prevede “l’obbligo” di “corrispondere” – entro “10 giorni” dal provvedimento – una somma “pari al 50% degli emolumenti percepiti e/o da percepire in un anno solare, in ragione della carica ricoperta a seguito dell’elezione” a un “ente benefico” indicato dal M5s.

Le alleanze locali – “Eventuali alleanze politiche locali con partiti o movimenti politici – si legge nello statuto – devono essere preventivamente autorizzate dal presidente”. Nel caso in cui l’alleanza locale si realizzasse con partiti o movimenti non alleati con il M5s a livello nazionale è anche necessaria l’approvazione dall’assemblea territorialmente competente”.

I meet up – Lo statuto prevede anche lo scioglimento di fatto dei meet up: “Sono disciolti, a far tempo dall’approvazione del presente Statuto, i gruppi locali e le formazioni territoriali autocostituiti nel tempo o comunque di fatto già operanti”. Lo statuto indica anche come i gruppi locali andranno a riformarsi: “Gli iscritti – si legge – in numero minimo di 50 possono costituire, autorizzati dal Comitato per i rapporti di prossimità territoriale, di concerto con il presidente, sentiti i competenti Coordinatori territoriali, ove designati, Gruppi territoriali di scambio e di confronto sulla vita politica interna del Movimento, legati a singole realtà comunali o infracomunali o, nel caso di Comuni più piccoli, intercomunali”. Ai gruppi locali è dato modo anche di “indirizzare” il programma politico formulando “proposte progettuali e iniziative legislative” che vengono vagliate in un tempo “congruo” ed eventualmente messe al voto di tutti gli iscritti.

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