In Consiglio dei ministri l’hanno votata all’unanimità. Ora però quasi tutti i partiti vogliono modificare la riforma della giustizia di Marta Cartabia. Anche il Pd con il segretario Enrico Letta che annuncia: “Penso che il Parlamento abbia il diritto, direi il dovere, di contribuire a migliorarla” a patto “di non stravolgerne l’impianto”. Lo fa in un’intervista a Repubblica, dove comunque il segretario del Pd spiega di fidarsi”molto della ministra Cartabia“. “Se vogliamo affrontare il percorso in modo ordinato – dichiara – occorre affidare a lei il volante, la guida di questo confronto nelle Camere”. Il primo partito ad annunciare emendamenti in Parlamento alla riforma è stato il Movimento 5 stelle, con Giuseppe Conte che ancora ieri ha spiegato di essere a favore dei processi veloci, “ma non accetteremo mai che vengano introdotte soglie di impunità e venga negata giustizia alle vittime dei reati, non accetteremo mai che il processo penale per il crollo del ponte Morandi possa rischiare l’estinzione”. Lunedì, tra l’altro, il capo in pectore del M5s incontrerà Mario Draghi proprio per discutere della riforma. “Sono sicuro che domani sarà una giornata positiva in cui si troveranno le giuste soluzioni. Sono convinto che ci sarà la possibilità di trovarle”, sostiene Letta.

Pure Matteo Renzi, primo sponsor del governo di Mario Draghi, ha annunciato emendamenti di Italia viva alla riforma, “ma in senso opposto a quello dei 5 stelle”. Ecco perché Davide Faraone, capogruppo d’Italia viva al Senato, tira per la giacchetta il Pd: “La penso come Letta, la riforma Cartabia è ottima ma può ancora essere migliorata in Parlamento. Naturalmente spero anche lui intenda in direzione contraria da quanto auspicato da Conte. C’è ancora qualche piccolo residuo giustizialista da limare”. Insomma: il dibattito sulla giustizia in Parlamento si annuncia come un vero e proprio Vietnam. E a proposito dei rapporti con Italia viva, il segretario del Pd spiega di tenere sempre la porta aperta: “Io non caccio nessuno – assicura – ma far parte di una coalizione significa starci dentro con diritti e doveri, anche di lealtà“.

Un doppio riferimento quello di Letta, che sicuramente quando parla di lealtà dei renziani pensa al dibattito sul ddl Zan, con Italia viva che ha saldato la sua strategia con quella della Lega e del resto del centrodestra. Il Pd, dice il segretario, “vuole discutere con persone che hanno una sola faccia. Non trovo sia serio appoggiare le iniziative anti-Lgbtqi+ di Orbàn in Europa e poi disinvoltamente proporsi per una trattativa a difesa di quella comunità a livello italiano”. Se Salvini vuole “confrontarsi con noi sulla Zan rinneghi pubblicamente le norme anti-Lgbtqi+ approvate in Ungheria”. Letta spiega inoltre che “se io non fossi rimasto fermo sul testo approvato alla Camera, a quest’ora non saremmo neanche arrivati nell’aula del Senato, staremmo ancora negli scantinati della commissione Giustizia a fare audizioni con il leghista Ostellari, che ha fatto di tutto per affossare la legge”. Tirato in ballo, Ostellari replica: “Posso capire che Letta non valorizzi lo sforzo fatto per aprire una riflessione sul ddl Zan e sugli articoli problematici, segnalati da tutti, Santa sede compresa. Non posso tollerare che manchi di rispetto verso il parlamento e le sue istituzioni, proprio mentre si candida per un seggio alla camera. Altro che scantinati! La democrazia funziona perché ci sono regole da seguire e organi istituiti per lavorare. La smetta di inventarsi delle scuse, risponda agli appelli e dimostri di essere interessato alle persone, non alle bandiere”.

E a proposito della candidatura alla Camera nel seggio di Siena, il segretario dem dichiara di essere pronto a lasciare nel caso perdesse le elezioni nel collegio toscano ad ottobre: “E’ evidente che se i cittadini mi rifiuteranno, ne trarrò le conseguenze”. Altro riferimento alla lealtà dei renziani: chi appoggerà Italia viva nel collegio di Siena? Il candidato del Pd o quello del centrodestra? “Ecco questo è un punto che ci tengo a chiarire perché una disinformazione su di noi tutta alimentata dal Pd, è una fake news. Noi o sosteniamo Letta o andiamo con una nostra candidata. Non andremo con la destra”, dice Nicola Danti, europarlamentare toscano di Italia Viva.

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