Il centrodestra si divide, ancora, sui vaccini. Giovanni Toti è stato uno dei primi, tra i governatori di regione, ad aprire all’uso del green pass sul modello francese e oggi, in un’intervista a La Stampa, rilancia, spiegando i motivi della sua presa di posizione. “Il vaccino non sarà obbligatorio, ma è un obbligo civile“, dice il presidente della Liguria. A chi sostiene che con il Green pass si vogliano tracciare gli italiani “chiedo: preferite le chiusure? Non voglio vedere lacrime di coccodrillo. Io non voglio che si chiuda solo per un aumento di contagi. Quando c’è il picco di influenza abbiamo 5 milioni di italiani contagiati ma il Paese va avanti, se non c’è un sovraccarico del sistema sanitario”. Toti non estenderebbe il green pass al bar ma “per un grande ricevimento con centinaia di coperti sì. In generale lo renderei obbligatorio per le attività voluttuarie: teatri, concerti, eventi sportivi, feste”. A distanza arriva invece l’altra faccia della destra, con Matteo Salvini che, invece, dichiara: “Io non sono no vax, i miei genitori di 75-76 anni sono vaccinati due volte, tranquilli e sicuri, gli portavo io la spesa e gliela lasciavo fuori dall’ascensore, ma mi rifiuto di vedere qualcuno che insegue mio figlio che ha 18 anni con un tampone o con una siringa. Prudenti sì, terrorizzati no”.
Il governatore ligure attacca però proprio gli esponenti politici che tentennano sulla vaccinazione, senza però fare riferimenti diretti a Salvini o a Giorgia Meloni: “C’è una certa politica che strizza un po’ l’occhio ai no vax. E sbaglia, perché non siamo in una situazione ideale. La mia libertà ha dei limiti, dove comincia la tua”, dichiara Toti. Ma per il leader della Lega la vaccinazione non sembra poter rappresentare un discrimine per l’accesso o meno nei locali o sui mezzi pubblici: “Bisogna fare attenzione, ma l’80% degli over 60 è vaccinato, dobbiamo rendere ora disponibile il vaccino per i 70enni e gli 80enni che rischiano la vita, ma non bisogna rovinare la vita agli altri – ha detto – Non si tratta di essere no vax, il vaccino serve, salva le vite, ma da qui a parlare di vaccino obbligatorio per gli studenti ce ne passa. Non bisogna multare i ragazzi, di 15-20 anni che hanno sofferto per un anno e mezzo, 400 euro per chi va a mangiare la pizza”. E si scaglia di conseguenza contro il green pass: “Il green pass? Sarebbe il casino totale, per avere la seconda dose di vaccino, che serve per avere il via libera, tutti quelli che sono sotto i 40 anni dovrebbero aspettare ottobre, è una cazzata pazzesca. Si rovina l’estate a chi gestisce spiagge e discoteche”. Parole che, però non trovano riscontro nei dati. Nonostante 2,5 milioni di 50enni siano ancora scoperti, con 1 su 4 senza prima dose, c’è da dire che la possibilità prenotare il vaccino per loro, come poco dopo per under 40 e under 30, c’è già da maggio: in molti, però, non hanno avuto tempi di reazione rapidi, tanto da costringere le regioni ad aprire alle prenotazioni alle fasce d’età più basse.
Toti, nel suo intervento, ha parlato anche del movimento fondato con il sindaco di Venezia Luigi Brugnaro. “C’è la partita del Presidente della Repubblica e c’è la legge elettorale. Due grandi temi su cui possiamo giocare un ruolo importante – sottolinea – noi possiamo essere l’ala sinistra del centrodestra” ed “è normale avere punti in contatto” con Renzi e Calenda. Se poi loro possano essere “veri interlocutori lo vedremo”. Il governatore ligure, in ogni modo, dice di aver apprezzato le aperture di Renzi sul ddl Zan: “l’intesa deve essere più ampia e bisogna evitare gli estremismi”. Anche per il Quirinale l’accordo deve essere più ampio possibile, “ma io credo che si debba coinvolgere anche la Meloni che rappresenta una parte del Paese. Ci vuole una proposta che parta dall’area di centro: popolare, europeista, liberale, che possa allargare la platea”.