L'esperimento a Torre di Palme, un borgo vicino a Fermo. Il "sindaco" ha 14 anni. Il primo cittadino (quello vero): "E' stato un modo per ridar loro la libertà". Il rapporto tra giovani e politica pare sempre più precoce, come racconta Michele Schiavi, che ha vinto le Comunali di Onore nel 2019, a vent'anni: "Ci scrivono i bambini delle elementari per chiedere quello che vorrebbero in paese"
A Torre di Palme, un borgo marchigiano nel comune di Fermo, per una settimana ha governato un nuovo sindaco. Di soli 14 anni: si chiama Giorgio e frequenta la scuola media Da Vinci-Ungaretti. Insieme ai suoi compagni, e a quelli prossimi all’iscrizione, ha dato il via verso fine giugno al progetto “La città del sole”. Per una settimana, i giovani hanno ricevuto il compito di gestire una vera e propria comunità ricostruita all’interno della loro scuola e che ha funzionato come un piccolo governo autonomo con tanto di stipendio, multe, tasse, polizia, ospedale e telegiornale.
Un altro punto su cui si è soffermato il sindaco Calcinaro è stata l’introduzione del sistema di tassazione: “In cambio del lavoro veniva consegnata una paghetta, a cui veniva però detratta una percentuale da riutilizzare per la comunità”. Con quei soldi per esempio, Francesco ha pagato anche i suoi aiutanti e la Croce Verde per il servizio svolto per la comunità. “Il primo giorno hanno esaurito tutto il loro stipendio in gelati, dopodiché ne hanno capito l’importanza e hanno iniziato ad autoregolarsi”, ha raccontato Cinzia Greco, insegnante e coordinatrice del progetto insieme alla collega Viviana Amato. “La città del Sole è stato un modo per ridar loro la libertà. Anzi, dal secondo giorno gli alunni di terza media, che gestivano banche e tribunali, sono arrivati addirittura un’ora in anticipo”.
Un progetto che ha l’obiettivo di avvicinare i ragazzi al mondo “reale”. “Ci sono scuole che fanno visite in Comune e nei vari uffici, o personalmente vado io nelle classi a raccontare e a fare conversazione con gli studenti”, aggiunge il primo cittadino. Soprattutto in un periodo in cui la politica si è dimenticata dei giovani: “In Italia c’è una sorta di gerontocrazia. Quando sono diventato sindaco avevo 38 anni, era il 2015, e avere quell’età a volte è difficile”. Un tema, quello dei giovani che cercano di ritagliarsi uno spazio nella politica, che è già punto fermo di alcuni comuni in Italia. Un esempio è Onore, in provincia di Bergamo, dove il sindaco, Michele Schiavi, nel 2019 ha ottenuto la carica appena 20enne. Anche per la sua giunta il coinvolgimento con i bambini più piccoli è essenziale. “Ogni anno gli alunni più grandi delle scuole elementari scrivono una lettera al sindaco indicando quello che vorrebbero a Onore – racconta il sindaco – Proprio in questo momento è in corso un intervento al parco giochi progettato grazie a loro e ai loro suggerimenti. Una collaborazione che aumenta in loro il senso di comunità”. Un’attenzione che non c’è però solo verso i più piccoli: “Non dobbiamo pensare che i giovani possano occuparsi solo di cose giovani, ma devono poter dire la loro in merito a tutti i temi e ai problemi della comunità”. Da qua l’importanza che la sua giunta da agli strumenti di tirocinio e di stage, accanto all’attenzione per i più deboli, che per Schiavi è il punto numero uno del suo lavoro, “soprattutto se si tiene conto che viviamo lontano dai centri cittadini e dai servizi. Durante il Covid per esempio sono stati i giovani a fare il servizio di spesa a domicilio”. E poi c’è lo sguardo al green, fondamentale per tutte quelle amministrazioni che decidono di fare politica con un occhio al futuro.