Politica

FdI si prende il forzista Malan. E Meloni avverte gli alleati: “Regole saltate, viene dubbio che qualcuno lavori per attuale alleanza di governo”

Nuovo round nel centrodestra dopo le tensioni della scorsa settimana sul cda Rai. E oggi la leader, dopo aver annunciato la nuova adesione al partito dello storico parlamentare azzurro, si è rivolta a Lega e Fi: "Ho il dubbio che lavorino per farci perdere la pazienza"

Il clima nel centrodestra peggiora di ora in ora. Piccoli scontri, per il momento, ma che, sommati gli uni agli altri, rischiano di rendere ingovernabile una situazione già esplosiva. La settimana scorsa c’è stato l’ultimo scontro: Lega e Fi hanno fatto asse per tenere fuori Fdi dal cda Rai, Giorgia Meloni ha risposto con il forfait alla presentazione del candidato a Milano e, non da ultimo, c’è stata la lite La Russa-Ronzulli davanti alle telecamere. Oggi c’è stato un nuovo round. Il primo segnale è arrivato con l’annuncio di Lucio Malan, storico senatore di Forza Italia nonché vicepresidente vicario del gruppo, che ha annunciato la sua adesione a Fdi: “Non mi sento di sostenere più col mio voto questo governo. C’è troppo poco cambiamento rispetto al Conte 2”, ha detto nel corso di una conferenza stampa mentre Silvio Berlusconi, assicurano, lo chiamava in diretta per fermarlo. Chi ha rivendicato il nuovo acquisto è stata naturalmente Giorgia Meloni che ha parlato di “orgoglio” e forza attrattiva del suo progetto. E soprattutto, rivolgendosi agli alleati della coalizione, ha usato parole molto dure: “Continuo a credere nel centrodestra ma voglio capire se ci credono anche gli altri, perché troppe cose sono accadute che mi fanno temere“. E in particolare, in riferimento alla candidatura di Mario Occhiuto in Calabria, si è lamentata che sia stata fatta senza un’intesa di base: “E’ frutto di una delle regole che sono saltate e quindi la valutazione va fatta. Non capisco cosa stia accadendo, ho il dubbio che lavorino per farci perdere la pazienza e favorire l’attuale maggioranza”.

L’adesione di Malan a Fdi ha un forte valore ed è soprattutto simbolico. Il senatore a Forza Italia è arrivato poco dopo la fondazione di Silvio Berlusconi: nel 1994 venne eletto deputato nelle liste della Lega Nord, partito che lascia protestando proprio per il mancato accordo con gli azzurri e nel 1996 aderisce a Fi. Da quel momento e per 11 lunghi anni sarà impegnato nell’ufficio “propaganda” del partito dell’ex Cavaliere. Intanto nel 2001 viene eletto per la prima volta in Senato e nel 2013 diventa questore con il Popolo delle libertà. Oggi lo strappo ufficiale con Fi. L’ultimo segnale di rottura? Un intervento violentissimo a Palazzo Madama, la settimana scorsa, contro il ddl Zan. E al termine, il senatore Fdi Ignazio La Russa, che presiedeva l’Aula, è intervenuto complimentandosi “per la linearità dell’intervento”. Insomma, il corteggiamento andava avanti già da un po’.

Oggi Malan, parlando con Adnkronos, ha commentato: “Non è stata una scelta facile, presa a cuor leggero. Ho tantissimi amici nel partito e stima profonda nei confronti di Berlusconi immutata. Ho deciso di lasciare Forza Italia nelle ultime 48 ore. Ho aderito a Fratelli d’Italia con convinzione, sono contentissimo dell’accoglienza che mi ha riservato Giorgia…”. Pare appunto che, durante la conferenza stampa dell’addio, Berlusconi abbia provato a chiamarlo. “A lui va il merito di aver ideato il centrodestra, lo sentirò nelle prossime ore”, ha detto. “Lo ripeto, non è stato facile, lasciare un partito con cui ho condiviso gioie e dolori, tante battaglie”. La goccia che ha fatto traboccare il vaso, ha continuato Malan, valdese e tra i più agguerriti difensori di quella che per lui è una presunta famiglia tradizionale, ”è stata la questione della libertà religiosa. Ho scelto la Meloni perché ha sempre dimostrato coraggio e coerenza”. Per Giorgia Meloni è un punto in più a favore del suo progetto: un piano che parte dalla forza nei sondaggi e che vuole puntare a prendersi almeno la leadership della coalizione. L’arrivo di Malan, ha detto la leader, “dimostra che siamo in grado di attrarre classe dirigente” ed è un esempio dei parlamentari che “vedono in noi il loro naturale approdo”.