Riforma della giustizia, transizione ecologica ed evoluzione della situazione epidemiologica. Sono questi i temi di cui hanno parlato Mario Draghi e Giuseppe Conte nel colloquio di circa un’ora a Palazzo Chigi: un faccia a faccia molto atteso soprattutto dopo che il Movimento 5 stelle ha annunciato battaglia perché la riforma del processo penale sia modificata in Parlamento. “Ho assicurato il contributo e l’atteggiamento costruttivo del M5s”, ha detto Conte parlando con i giornalisti all’uscita. “Anche durante i lavori parlamentari, daremo il nostro contributo per migliorare e velocizzare i processi, ma saremo molto vigili nello scongiurare soglie di impunità. Il governo ha a cuore tempi rapidi, ma c’è una dialettica parlamentare”. L’ex premier non incontrava l’ex presidente della Bce vis-à-vis dalla cerimonia della campanella, nel febbraio scorso, quando i due si diedero il cambio a Palazzo Chigi: nel mezzo ci sono stati i lunghi mesi di lavoro alla rifondazione del M5s e, soprattutto, lo scontro con Beppe Grillo. Ora che una pace è stata raggiunta, Conte può prendersi la guida politica del Movimento al governo: per questo le sue parole, per il momento di dialogo e molto costruttive, hanno sancito l’avvio di una nuova fase, anche dentro l’esecutivo. Se finora il M5s è sembrato andare piuttosto a traino della maggioranza, ora Conte e i vertici M5s vogliono cambiare atteggiamento.
Proprio il dossier della giustizia sarà decisivo. Conte intende tenere il punto sulle richieste di modifica e questo ha detto anche a Draghi. Eppure, stando alle ultime indiscrezioni pubblicate dai quotidiani, il premier sarebbe pronto a chiedere la fiducia per far approvare il testo così com’è uscito dal consiglio dei ministri: una decisione che sarebbe una forzatura e porterebbe a uno strappo netto con i 5 stelle. “Non abbiamo parlato di fiducia”, ha detto Conte, “ma di eventuali interventi che possano migliorare il testo. Sulla riforma io per primo dico ‘mettiamo da parte le ideologie‘. Cosa vogliamo assicurare agli italiani? Una riforma della giustizia con tempi chiari e definiti, ma anche assicurando il principio che alle vittime dei reati va assicurata giustizia. Non possiamo creare le condizioni di rischio che possano svanire nel nulla i processi. E queste sono preoccupazioni che devono riguardare tutte le forze politiche”. Il riferimento è naturalmente alla prescrizione e alla legge Bonafede smantellata, ma il percorso rimane molto complicato. Proprio mentre Draghi e Conte si vedevano per parlare di riforma della Giustizia infatti, la ministra Marta Cartabia, intervenendo a una tavola rotonda a Firenze, ha ribadito la sua posizione che non sembra lasciare spazio ad alcun ripensamento: “La riforma della giustizia è una mediazione, approvata da tutti in Consiglio dei ministri”, ha detto. Un segnale lanciato ai 5 stelle, ma anche al Partito democratico che nelle scorse ore ha iniziato ad aprire alle modifiche da portare avanti in Parlamento. Oggi Letta si è limitato a commentare: “Ho letto che l’incontro tra Conte e Draghi è stato positivo“, ha detto, “e me ne rallegro, perché sono convinto che la riforma della giustizia debba essere approvata rapidamente: se c’è stata la capacità di trovare una intesa questo è un bene, nostro auspicio è una buona riforma della giustizia, qual è quella portata avanti dalla ministra Cartabia”.
Il presidente del Consiglio e il leader in pectore M5s non hanno parlato solo di riforma della giustizia. Tra i temi toccati c’è stato anche il dossier della transizione ecologica, argomento molto caro ai 5 stelle. Conte ha ribadito “tutta la nostra fiducia” al ministro Roberto Cingolani, ministro che è stato scelto e voluto dallo stesso Beppe Grillo ma che sta deludendo molto le aspettative del Movimento. “E’ un ministro che sta lavorando molto e il M5s darà un grande contributo”, ha detto oggi Conte alla fine dell’incontro. “Tutti parliamo di transizione ecologica, ma come realizzarla, come declinare i progetti, come perseguire l’economia circolare, beh su questo bisogna rimboccarsi le maniche e passare dagli slogan ai fatti concreti“. Solo poche settimane fa, Grillo davanti ai parlamentari si fece scappare la frase “se Cingolani continua così è un bagno di sangue”, oggi Conte ha scelto di non scaricarlo, ma tenere (anche su questo punto) un atteggiamento moderato e il più possibile costruttivo. Il terzo tema affrontato con Draghi è stata la gestione della campagna vaccinale: “Ho ribadito e anticipato il pieno sostegno del M5s al piano vaccinale e alla politica sanitaria”, ha detto l’ex premier. Sul Covid “non possiamo abbassare la guardia. Dobbiamo mantenere sempre vigili i presidi per quanto riguarda la protezione sanitaria. Dobbiamo continuare a promuovere la campagna vaccinale perché è l’unico vero antidoto per poter contrastare la pandemia e per poter proteggere il tessuto economico e sociale”. Parole queste, che sono sembrate un chiaro riferimento ai leader di centrodestra che ancora si rifiutano di vaccinarsi.
Infine Conte, che solo sabato scorso Conte ha presentato il nuovo Statuto e dato ufficialmente il via al nuovo corso del Movimento, ha risposto anche alle altre domande dei giornalisti. Innanzitutto ha ribadito che non intende candidarsi alle elezioni suppletive, come invece ha deciso di fare il segretario Pd Enrico Letta: “No, per me la politica è dappertutto, in piazza, nei territori. In questo momento il mio impegno prioritario è lavorare per il rilancio del M5s“. Poi Conte ha affrontato uno dei temi più caldi in Parlamento delle ultime settimane: il ddl Zan. E per la prima volta ha garantito personalmente l’appoggio del Movimento: “E’ una legge che ha il nostro appoggio“, ha commentato. Solo qualche giorno fa, quando ancora si aspettava l’ufficializzazione della pace con Grillo, aveva rimandato qualsiasi commento sul tema.
L’incontro tra Draghi e Conte segna appunto una prima svolta nell’equilibrio del Movimento 5 stelle al governo. Finora, complici anche i terremoti interni e il caos delle ultime settimane, i parlamentari M5s hanno accusato di essere stati molto marginali sull’azione dell’esecutivo. “L’incontro tra Giuseppe Conte e il presidente Mario Draghi rappresenta un momento molto importante per il Movimento 5 stelle e per il Paese”, ha detto il ministro M5s Federico D’Incà. “Siamo la prima forza parlamentare e il nostro pieno sostegno al governo per il completamento del piano vaccinale è fondamentale. Alla Camera e al Senato il lavoro di tutti sarà imprescindibile per trovare soluzioni adeguate su tutti i provvedimenti. Da oggi rilanciamo con ancora maggiore forza e determinazione il nostro impegno per il Paese”. Ma che il clima all’interno del M5s è molto teso, lo conferma il deputato M5s Michele Gubitosa: “In Parlamento la riforma della giustizia non può passare così com’è. L’Europa ci ha chiesto di velocizzare i processi, non di produrre un’amnistia per chi può permettersi avvocati facoltosi. Non possono esistere soglie di impunità con processi che vanno in fumo in appello, negando giustizia e verità alle vittime dei reati”. E ha concluso: “Avanti tutti insieme con Giuseppe Conte per migliorare la riforma della giustizia nelle prossime settimane”.
Intanto i militanti pentastellati del Coordinamento “Parola agli attivisti” si preparano a scendere in piazza Montecitorio per chiedere agli eletti M5S di non retrocedere sulla prescrizione e sui punti chiave della riforma Bonafede. “Noi ci saremo mercoledì 21 dalle 10,30 alle 13 perché la riforma Cartabia rappresenta ciò che abbiamo sempre combattuto e mi aspetto che tutti i portavoce che in questi giorni l’hanno criticata, e tutti i giudici, i magistrati che non sono d’accordo, ci mettano la faccia”, ha detto all’Adnkronos la consigliera 5 stelle in Regione Lazio Francesca De Vito, tra gli organizzatori della manifestazione e sorella del consigliere in Campidoglio Marcello De Vito, a processo per corruzione, e appena passato a Forza Italia. “Non so in quanti saremo”, prosegue, “non abbiamo grandi strumenti per far sentire la nostra voce ma l’importante è continuare un percorso di coerenza”. De Vito e il gruppo di attivisti vogliono anche protestare contro la decisione di affidare il Movimento a Conte: “E’ tempo quindi che si torni in piazza, anche per ricordare Gianroberto e tutto ciò che ha rappresentato e per riprendere possesso delle nostre battaglie a partire dalla critica feroce alla riforma Cartabia ma senza dimenticare quello che da mesi stiamo sopportando”.
Politica
Governo, un’ora di incontro Draghi-Conte. L’ex premier: “M5s sarà costruttivo, ma saremo vigili nello scongiurare soglie di impunità”
Il faccia a faccia tra Mario Draghi e il leader in pectore del Movimento 5 stelle è durato circa un'ora. Al termine l'ex presidente del Consiglio ha rilasciato alcune dichiarazioni ai giornalisti. Al centro dell'incontro la riforma Cartabia, ma anche la transizione ecologica e il ruolo del ministro Cingolani
Riforma della giustizia, transizione ecologica ed evoluzione della situazione epidemiologica. Sono questi i temi di cui hanno parlato Mario Draghi e Giuseppe Conte nel colloquio di circa un’ora a Palazzo Chigi: un faccia a faccia molto atteso soprattutto dopo che il Movimento 5 stelle ha annunciato battaglia perché la riforma del processo penale sia modificata in Parlamento. “Ho assicurato il contributo e l’atteggiamento costruttivo del M5s”, ha detto Conte parlando con i giornalisti all’uscita. “Anche durante i lavori parlamentari, daremo il nostro contributo per migliorare e velocizzare i processi, ma saremo molto vigili nello scongiurare soglie di impunità. Il governo ha a cuore tempi rapidi, ma c’è una dialettica parlamentare”. L’ex premier non incontrava l’ex presidente della Bce vis-à-vis dalla cerimonia della campanella, nel febbraio scorso, quando i due si diedero il cambio a Palazzo Chigi: nel mezzo ci sono stati i lunghi mesi di lavoro alla rifondazione del M5s e, soprattutto, lo scontro con Beppe Grillo. Ora che una pace è stata raggiunta, Conte può prendersi la guida politica del Movimento al governo: per questo le sue parole, per il momento di dialogo e molto costruttive, hanno sancito l’avvio di una nuova fase, anche dentro l’esecutivo. Se finora il M5s è sembrato andare piuttosto a traino della maggioranza, ora Conte e i vertici M5s vogliono cambiare atteggiamento.
Proprio il dossier della giustizia sarà decisivo. Conte intende tenere il punto sulle richieste di modifica e questo ha detto anche a Draghi. Eppure, stando alle ultime indiscrezioni pubblicate dai quotidiani, il premier sarebbe pronto a chiedere la fiducia per far approvare il testo così com’è uscito dal consiglio dei ministri: una decisione che sarebbe una forzatura e porterebbe a uno strappo netto con i 5 stelle. “Non abbiamo parlato di fiducia”, ha detto Conte, “ma di eventuali interventi che possano migliorare il testo. Sulla riforma io per primo dico ‘mettiamo da parte le ideologie‘. Cosa vogliamo assicurare agli italiani? Una riforma della giustizia con tempi chiari e definiti, ma anche assicurando il principio che alle vittime dei reati va assicurata giustizia. Non possiamo creare le condizioni di rischio che possano svanire nel nulla i processi. E queste sono preoccupazioni che devono riguardare tutte le forze politiche”. Il riferimento è naturalmente alla prescrizione e alla legge Bonafede smantellata, ma il percorso rimane molto complicato. Proprio mentre Draghi e Conte si vedevano per parlare di riforma della Giustizia infatti, la ministra Marta Cartabia, intervenendo a una tavola rotonda a Firenze, ha ribadito la sua posizione che non sembra lasciare spazio ad alcun ripensamento: “La riforma della giustizia è una mediazione, approvata da tutti in Consiglio dei ministri”, ha detto. Un segnale lanciato ai 5 stelle, ma anche al Partito democratico che nelle scorse ore ha iniziato ad aprire alle modifiche da portare avanti in Parlamento. Oggi Letta si è limitato a commentare: “Ho letto che l’incontro tra Conte e Draghi è stato positivo“, ha detto, “e me ne rallegro, perché sono convinto che la riforma della giustizia debba essere approvata rapidamente: se c’è stata la capacità di trovare una intesa questo è un bene, nostro auspicio è una buona riforma della giustizia, qual è quella portata avanti dalla ministra Cartabia”.
Il presidente del Consiglio e il leader in pectore M5s non hanno parlato solo di riforma della giustizia. Tra i temi toccati c’è stato anche il dossier della transizione ecologica, argomento molto caro ai 5 stelle. Conte ha ribadito “tutta la nostra fiducia” al ministro Roberto Cingolani, ministro che è stato scelto e voluto dallo stesso Beppe Grillo ma che sta deludendo molto le aspettative del Movimento. “E’ un ministro che sta lavorando molto e il M5s darà un grande contributo”, ha detto oggi Conte alla fine dell’incontro. “Tutti parliamo di transizione ecologica, ma come realizzarla, come declinare i progetti, come perseguire l’economia circolare, beh su questo bisogna rimboccarsi le maniche e passare dagli slogan ai fatti concreti“. Solo poche settimane fa, Grillo davanti ai parlamentari si fece scappare la frase “se Cingolani continua così è un bagno di sangue”, oggi Conte ha scelto di non scaricarlo, ma tenere (anche su questo punto) un atteggiamento moderato e il più possibile costruttivo. Il terzo tema affrontato con Draghi è stata la gestione della campagna vaccinale: “Ho ribadito e anticipato il pieno sostegno del M5s al piano vaccinale e alla politica sanitaria”, ha detto l’ex premier. Sul Covid “non possiamo abbassare la guardia. Dobbiamo mantenere sempre vigili i presidi per quanto riguarda la protezione sanitaria. Dobbiamo continuare a promuovere la campagna vaccinale perché è l’unico vero antidoto per poter contrastare la pandemia e per poter proteggere il tessuto economico e sociale”. Parole queste, che sono sembrate un chiaro riferimento ai leader di centrodestra che ancora si rifiutano di vaccinarsi.
Infine Conte, che solo sabato scorso Conte ha presentato il nuovo Statuto e dato ufficialmente il via al nuovo corso del Movimento, ha risposto anche alle altre domande dei giornalisti. Innanzitutto ha ribadito che non intende candidarsi alle elezioni suppletive, come invece ha deciso di fare il segretario Pd Enrico Letta: “No, per me la politica è dappertutto, in piazza, nei territori. In questo momento il mio impegno prioritario è lavorare per il rilancio del M5s“. Poi Conte ha affrontato uno dei temi più caldi in Parlamento delle ultime settimane: il ddl Zan. E per la prima volta ha garantito personalmente l’appoggio del Movimento: “E’ una legge che ha il nostro appoggio“, ha commentato. Solo qualche giorno fa, quando ancora si aspettava l’ufficializzazione della pace con Grillo, aveva rimandato qualsiasi commento sul tema.
L’incontro tra Draghi e Conte segna appunto una prima svolta nell’equilibrio del Movimento 5 stelle al governo. Finora, complici anche i terremoti interni e il caos delle ultime settimane, i parlamentari M5s hanno accusato di essere stati molto marginali sull’azione dell’esecutivo. “L’incontro tra Giuseppe Conte e il presidente Mario Draghi rappresenta un momento molto importante per il Movimento 5 stelle e per il Paese”, ha detto il ministro M5s Federico D’Incà. “Siamo la prima forza parlamentare e il nostro pieno sostegno al governo per il completamento del piano vaccinale è fondamentale. Alla Camera e al Senato il lavoro di tutti sarà imprescindibile per trovare soluzioni adeguate su tutti i provvedimenti. Da oggi rilanciamo con ancora maggiore forza e determinazione il nostro impegno per il Paese”. Ma che il clima all’interno del M5s è molto teso, lo conferma il deputato M5s Michele Gubitosa: “In Parlamento la riforma della giustizia non può passare così com’è. L’Europa ci ha chiesto di velocizzare i processi, non di produrre un’amnistia per chi può permettersi avvocati facoltosi. Non possono esistere soglie di impunità con processi che vanno in fumo in appello, negando giustizia e verità alle vittime dei reati”. E ha concluso: “Avanti tutti insieme con Giuseppe Conte per migliorare la riforma della giustizia nelle prossime settimane”.
Intanto i militanti pentastellati del Coordinamento “Parola agli attivisti” si preparano a scendere in piazza Montecitorio per chiedere agli eletti M5S di non retrocedere sulla prescrizione e sui punti chiave della riforma Bonafede. “Noi ci saremo mercoledì 21 dalle 10,30 alle 13 perché la riforma Cartabia rappresenta ciò che abbiamo sempre combattuto e mi aspetto che tutti i portavoce che in questi giorni l’hanno criticata, e tutti i giudici, i magistrati che non sono d’accordo, ci mettano la faccia”, ha detto all’Adnkronos la consigliera 5 stelle in Regione Lazio Francesca De Vito, tra gli organizzatori della manifestazione e sorella del consigliere in Campidoglio Marcello De Vito, a processo per corruzione, e appena passato a Forza Italia. “Non so in quanti saremo”, prosegue, “non abbiamo grandi strumenti per far sentire la nostra voce ma l’importante è continuare un percorso di coerenza”. De Vito e il gruppo di attivisti vogliono anche protestare contro la decisione di affidare il Movimento a Conte: “E’ tempo quindi che si torni in piazza, anche per ricordare Gianroberto e tutto ciò che ha rappresentato e per riprendere possesso delle nostre battaglie a partire dalla critica feroce alla riforma Cartabia ma senza dimenticare quello che da mesi stiamo sopportando”.
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Roma, 21 dic. (Adnkronos) - "La Germania, unita all’Italia da indissolubili vincoli di amicizia e solidarietà, può contare sul nostro più convinto impegno tanto nel fermo e determinato contrasto al terrorismo quanto nel sostenere insieme le ragioni della libera e pacifica convivenza, elemento fondamentale e irrinunciabile della comune identità europea". Lo scrive il Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, in un messaggio all'omologo tedesco Frank-Walter Steinmeier.
"La notizia del proditorio attentato contro il mercato di Natale a Magdeburgo -sottolinea il Capo dello Stato- suscita negli italiani orrore e unanime condanna. Di questi sentimenti desidero farmi immediatamente interprete presso di Lei, signor Presidente e caro amico, e presso tutti i Suoi concittadini. In questa drammatica circostanza, la Repubblica italiana è vicina al popolo tedesco con convinta e sincera partecipazione. In questo spirito, desidero far giungere alle famiglie delle vittime le espressioni del nostro più sincero cordoglio. Ai numerosi feriti auguriamo un pronto e completo ristabilimento".
Roma, 21 dic. (Adnkronos) - “Un 2024 con Forza Italia che taglia il traguardo vincente e un 2025 per crescere ancora nell’interesse del Paese e per Silvio Berlusconi, un fuoriclasse gia entrato nella storia d’Italia. Lo sentiamo come non mai la nostra guida che ispira la sua creatura, Forza Italia, verso traguardi che solo lui poteva immaginare. Antonio Tajani ha da sempre goduto della sua fiducia che trasmette vigorosa a noi dirigenti e militanti. Nel solco dell’impegno dimostrato, Forza Italia nel 2025 ha l’obiettivo di crescere ancora per rappresentare i cittadini e garantire che le sfide che abbiamo davanti siano garanzia di crescita, di sviluppo e di benessere". Lo afferma il capogruppo di Forza Italia alla Camera, Paolo Barelli.
"Provo malinconia -aggiunge- nell’ ascoltare oggi, da avversari ostici, che il presidente Berlusconi aveva ragione: ragione riguardo le ricette economiche da attuare per promuovere la crescita -per far sì che il nostro Governo sia leader internazionale in un mondo sempre più globale- e poi per lavorare con determinazione affinché la giustizia sia realmente giusta, valorizzando la stragrande maggioranza degli operatori dei questo settore, che devono operare nell’esclusivo interesse dei cittadini. Una cometa, le indicazioni del presidente Berlusconi, che noi di Forza Italia siamo onorati di interpretare fedelmente per contribuire, con i nostri partner di governo, a rendere l’Italia migliore”.
Roma, 21 dic. (Adnkronos) - "Il problema dell'immigrazione non può essere ridotto a un problema di ordine pubblico ma deve essere affrontato e risolto con una strategia a medio, a breve e a lungo termine. Bisogna sradicare le cause dell'immigrazione: le malattie, la povertà, il cambiamento climatico, il terrorismo, le guerre". Risponde con queste parole il ministro degli Esteri Antonio Tajani all'Osservatore Romano, riguardo il modo del Governo di affrontare il fenomeno delle migrazioni, anche in vista dell'inizio del Giubileo e delle recenti parole del Papa sul fatto che il Mediterraneo si sia trasformato in un cimitero invece di essere un crocevia di incontri di dialogo.
"Gran parte dell’immigrazione parte dall’Africa o da lì passa - afferma il vice premier - Bisogna avere una strategia, il piano Mattei varato dal governo italiano va in questa direzione, quella favorire la crescita del continente africano che è un continente ricco, perché ricco di materie prime, dove però ci sono popoli poveri. C’è poi l’importante lotta al cambiamento climatico, ci sono le malattie, e stiamo lavorando molto a sostegno del progetto Gavi, che è guidato dall'ex presidente della Commissione europea Josè Barroso, che raccoglie finanziamenti per permettere anche la produzione in Africa di vaccini per garantire una vita più lunga ai bambini. Poi bisogna combattere i trafficanti di esseri umani, che sono gli stessi che trafficano in droga e in armi".
"D'altro canto bisogna favorire l'immigrazione regolare - aggiunge il ministro - In termini di porte aperte, e parlando non a nome del governo, ma da segretario di Forza Italia, io credo che l'integrazione debba concludersi con la concessione della cittadinanza italiana a chi è andato a scuola, ossia dieci anni di scuola devono essere un viatico per poi chiedere la cittadinanza italiana già a 16 anni, per poi ottenerla a 17 anni, 17 e mezzo. Un modo migliore anche della legge attuale che concede la cittadinanza a 18 anni e basta. Forse è meglio frequentare le scuole, è meglio dar vita a quello che io chiamo lo ius Italie, perché dopo dieci anni di scuola si conosce la storia, la geografia, l'italiano e quindi si ha tutto il diritto di diventare cittadino italiano, se si crede nell'Italia, nella sua storia, nei valori che rappresenta, anche se i propri genitori possono sono nati a Ucraina o in Costa d'Avorio".
Roma, 21 dic. (Adnkronos) - "Mi preoccupa la situazione economica della Germania e della Francia. La situazione economica dell'Italia è migliore di quella di questi due Paesi, ma occorre evitare che la crisi dell'auto tedesca, quindi dell'industria tedesca, e la crisi di bilancio francese, contagino il mercato unico, l'Italia, altri Paesi, perché questo potrebbe essere pericoloso per l’economia". Lo ha detto all'Osservatore Romano il ministro degli Esteri Antonio Tajani, aggiungendo che "fortunatamente la Banca Centrale Europea ha deciso, anche un po’ in ritardo secondo me, di tagliare il costo del denaro e così aiutare le imprese ad investire, le famiglie ad avere dei prestiti, e quindi anche i piccoli imprenditori a fare delle scelte più coraggiose".
"Serve poi che l’Europa non perda la sua anima - ha auspicato il vice premier - la sua identità, i suoi valori. Ricordo la battaglia contro la pena di morte, fortunatamente qualche risultato si è raggiunto, cresce costantemente il numero di Paesi che ci seguono per la moratoria della pena capitale, quindi questa credo che sia una scelta molto importante, che fa ben sperare, nessuno può arrogarsi il diritto di togliere la vita a un'altra persona".
Roma, 21 dic (Adnkronos) - "Da relatore in Senato proponevo l'innocenza di Salvini, Pd e grilini votarono contro costringendo la magistratura a un processo inutile. Ora Pd e grillini devono chiedere scusa agli italiani e la Procura di Palermo, che aveva chiesto una condanna di 6 anni, farà auto critica per i propri errori?". Lo dice il presidente dei senatori di FI Maurizio Gasparri.
Roma, 21 dic (Adnkronos) - "Il terrorismo fondamentalista si ripropone, bisogna tenere alta la guardia. L'Europa e anche l'Italia devono aumentare le spese per sicurezza e difesa. Non siamo fuori dall'emergenza e la situazione mediorientale può moltiplicare l'offensiva anche sui nostri territori". Lo dice il presidente dei senatori di FI Maurizio Gasparri.
Caserta , 21 dic. - (Adnkronos) - Uccide il padre a coltellate in provincia di Caserta e fugge con 100mila euro: rintracciato e fermato. Questa mattina, i carabinieri della Compagnia di Maddaloni, a conclusione di una articolata indagine coordinata dalla Procura di Santa Maria Capua Vetere, hanno dato esecuzione al provvedimento di fermo nei confronti di un cittadino di nazionalità cinese, 27enne, ritenuto gravemente indiziato dell’omicidio del padre, 48enne.
L’indagato, nella tarda serata di ieri venerdì 20 dicembre, al culmine di un litigio familiare per futili motivi avvenuto all’interno dell’abitazione dove viveva con i genitori, ha accoltellato il padre con numerosi fendenti in diverse parti del corpo, fino ad ucciderlo per poi fuggire facendo perdere le tracce.
Le indagini e le immediate ricerche svolte dai carabinieri, costantemente diretti dalla Procura sammaritana, hanno consentito di rintracciarlo e bloccarlo dopo alcune ore, mentre tentava di allontanarsi alla guida dell’autovettura dei genitori. Una volta fermato, il giovane è stato trovato in possesso di oltre 100mila euro in contanti.