L’aver a che fare, ormai da tempo immemore, con una classe dirigente e politica mediamente indegna di questo nome, insieme ad altri fattori socioculturali come il dominio del neoliberismo, con il conseguente venir meno dell’idea di bene comune, hanno generato un fenomeno piuttosto pericoloso. Questo fenomeno, nel contesto storico attuale, si traduce sostanzialmente in questi termini: presso una larga fetta di popolazione risiede la convinzione che il governo non possa imporre ai cittadini delle misure di limitazione della loro libertà in vista – appunto – del bene o della sicurezza comuni.
A tal proposito, le suddette persone tirano in ballo espressioni forti come “dittatura sanitaria” e “attentato alla Costituzione”. Fra questi anche l’autorevole filosofo Giorgio Agamben, che fin dall’inizio della pandemia ci aveva abituati a uscite piuttosto pandementi, e anche stavolta non si è smentito: “La tessera verde costituisce coloro che ne sono privi in portatori di una stella gialla virtuale”. L’assurdità di questa affermazione è evidente a tutti coloro che non deragliano cognitivamente o che non vengono meno al principio dell’onestà intellettuale: gli ebrei (e prima ancora i cittadini di origine giapponese negli Usa) venivano marchiati con la stella gialla come appartenenti a una “razza” considerata malefica in quanto tale (non si “guarisce” dall’essere nato ebreo, giallo, nero, donna eccetera). Non in quanto individui che decidevano di non seguire ciò che è stabilito dal governo e che è raccomandato dalla comunità scientifica, irresponsabili di fronte alla salute degli altri cittadini e incuranti del bene comune.
Ma queste potrebbero apparire come le solite questioni di lana caprina in cui i filosofi amano perdersi. Allora analizziamo la questione sul piano squisitamente oggettivo, scoperchiando tutta l’assurdità di chi tira in ballo la dittatura o l’attentato alla Costituzione. Apriamo proprio il testo fondamentale della Repubblica italiana, in cui all’articolo 16 leggiamo quanto segue: “Ogni cittadino può circolare e soggiornare liberamente in qualsiasi parte del territorio nazionale, salvo le limitazioni che la legge stabilisce in via generale per motivi di sanità o di sicurezza…”. All’articolo 32, comma 2 troviamo invece il seguente principio: “Nessuno può essere obbligato a un determinato trattamento sanitario se non per disposizione di legge…” (cioè per la tutela della salute pubblica, permettendomi di riassumere e semplificare quanto segue nel suddetto articolo).
Se solo la Costituzione venisse letta veramente, si scoprirebbe che la prima parte – da tutti i partiti politici ritenuta fondamentale e immodificabile – è quella in cui si statuiscono non soltanto i diritti, ma anche i doveri dei cittadini. Eggià, i doveri. Proprio quelli che come cittadini italiani abbiamo sempre rispettato a singhiozzo. Lo abbiamo visto anche recentemente. Tutti cittadini, tifosi e festeggiatori della Nazionale di calcio se ci sono gli europei da vincere (in barba alle tifoserie, ai conflitti, al nord e sud, eccetera), tutti pronti a riconoscersi sotto un’unica bandiera se c’è da festeggiare e fare casino, ma non proprio tutti pronti a sacrificarsi per il bene comune e per la sicurezza collettiva. E dire che sono italiani quelli che si ammalano, italiani i morti di Covid, italiani i medici e gli infermieri che ancora oggi fanno racconti raccapriccianti.
Certo, quando si è di fronte a un fenomeno naturale imponderabile e sconosciuto, l’errore di tutti è dietro l’angolo. L’errore dei governanti, degli scienziati, dei medici. Ma la perfezione non è di questo mondo, andrà pur detto, e tutti coloro che hanno coltivato la presunzione fatale di realizzare il governo perfetto guarda caso hanno prodotto soltanto dei regimi liberticidi e sanguinari.
Del resto, basterebbe una considerazione soltanto per smentire le assurdità di coloro che vogliono vedere chissà quale complotto internazionale dietro alle politiche di contrasto alla pandemia: quando mai a ordire il complotto, il colpo di Stato o l’attentato alla Carta costituzionale è stato chi il potere lo deteneva già? Sì, perché i governi dei vari paesi, per definizione, detengono già quel potere politico a cui aspira chi ordisce un colpo di Stato.
Semmai, sono coloro che quel potere non ce l’hanno, coloro che vorrebbero sobillare le popolazioni contro le misure basilari stabilite dai singoli governi in vista della sicurezza nazionale, a poter utilizzare certe argomentazioni pretestuose nella speranza di rovesciare l’ordine delle cose. Mai come oggi è fondamentale comprendere questo meccanismo, e forse mai come oggi è decisivo stabilire da che parte stare.