Microsoft fa tris in Grecia: dopo il primo data center da 500 milioni di dollari in Attica, eccone altri due, con l’obiettivo strategico di trasformare il Paese in un polo tecnologico di traffico dati. Il colosso informatico a stelle e strisce conferma così la scelta dei big players occidentali di investire al centro dell’Egeo: riconducibile, da un lato, alle politiche riformatrici del governo di Kyriakos Mitsotakis e, dall’altro, alla moral suasion della comunità elleno-americana. Non c’è più infatti solo il tema degli attacchi turchi al centro dei ragionamenti della “lobby greca” negli Usa, ma una diversa consapevolezza sul tenore e la tenuta dei potenziali nuovi investimenti. Lo dimostra il solco tracciato da colossi come Tesla, Deloitte, Ernst&Young, Digital Realty, AWS e Pfizer, che hanno creduto in un cambio di passo da parte di Atene, mentre i danesi di Cip hanno da poco siglato con Mytilineos una cooperazione congiunta per lo sviluppo di progetti eolici offshore in Grecia. Microsoft li segue, e decide di triplicare il progetto del data center di Koropi, che sarà completato a settembre con altre due strutture oltre a quella esistente. Troppo importante la partita relativa ai dati che si sta giocando nel versante euromediterraneo, con la Grecia a recitare un ruolo diverso rispetto al passato.
Parliamo del progetto “GR for GRowth”, con cui Microsoft vuol realizzare una regione Microsoft Cloud in Grecia, inserendola di fatto tra i modelli di infrastruttura cloud mondiali. La mossa – del valore di un miliardo di dollari – è di matrice commerciale ma anche geopolitica. Sul primo aspetto influisce la previsione della società di consulenza Ernst&Young, secondo cui il clima è diventato favorevole per gli investimenti in Grecia. Anche grazie ad alcune riforme messe in campo nell’ultimo biennio – come gli sgravi alle imprese per far ripartire l’economia dopo quasi un decennio di programmi di salvataggio e un anno di recessione da Covid – la Grecia sta diventando attrattiva per una serie di soggetti internazionali che vi investono. È il caso della farmaceutica Pfizer, il cui amministratore delegato, Albert Bourla, ha deciso di aprire un hub di innovazione digitale nella sua città natale, Salonicco: e non per motivi campanilistici, ma perché vi ha intravisto la possibilità reale di fare business. È inoltre allo studio dell’azienda l’apertura di un secondo hub, che darà lavoro a 350 persone.
Sul versante geopolitico, invece, influisce l’esigenza del presidente americano Joe Biden di controbilanciare la presenza cinese al porto del Pireo (con la compagnia di logistica Cosco) e russa a Salonicco (con il porto privatizzato dall’oligarca putiniano Ivan Savvidis). Inoltre i vecchi cantieri navali di Skaramangas, una volta fiore all’occhiello del settore, sono stati venduti all’armatore George Prokopiou, che vanta un filo diretto con gli Stati Uniti, pronti a far parte della rinascita della cantieristica greca. Per questo, oltreoceano, la convinzione è che l’azione di Microsoft non sarà isolata, ma verrà presto seguita da altri partners che investiranno nel paese ellenico. Le prime avvisaglie di questo trend si scorgono nel settore della difesa, con gli Usa che ragionano di rimettere in sesto i cantieri navali di Elefsina, dove realizzare le nuove fregate che Atene dovrebbe ordinare a breve. Da pochi giorni, inoltre, il consorzio edilizio Lamda Development che si è aggiudicato per 99 anni l’area dell’ex aeroporto ateniese di Hellinikon, il cui sito verrà trasformato in una nuova Dubai con hotel, resort, porticcioli e un grattacielo da 45 piani. Le prevendite di case e terreni hanno già superato i 700 milioni.
articolo modificato da redazioneweb alle 15 del 20 luglio