Dopo settimane di tentennamenti, veti incrociati, polemiche e litigi all’interno della coalizione, il centrodestra ha finalmente trovato l’accordo sul candidato per le Comunali di Bologna, che si terranno tra il 15 settembre e il 15 ottobre 2021. Sarà il civico Fabio Battistini, 65 anni, imprenditore, ad essere appoggiato nella corsa a Palazzo D’Accursio da Lega, Forza Italia e Fratelli d’Italia. Un accordo arrivato in extremis e proprio mentre Giorgia Meloni annunciava l’adesione a Fdi dello storico forzista Lucio Malan e avvertiva gli alleati della sua insofferenza per “le regole stravolte”: “Ho il dubbio che vogliano farci perdere la pazienza”, ha detto solo qualche ora fa. Almeno per il capoluogo dell’Emilia-Romagna, un accordo sembra essere stato raggiunto: sarà Battistini a sfidare il candidato di centrosinistra Matteo Lepore e a tentare di ripetere l’impresa realizzata nel 1999 dal civico Giorgio Guazzaloca che riuscì a spezzare l’egemonia rossa a Bologna diventando primo cittadino.
Il 19 luglio Matteo Salvini, proprio da Bologna, ha blindato l’appoggio del Carroccio a Battistini, ma stando ben attento a non infastidire gli alleati. “Conto che Fabio possa essere la nuova speranza per Bologna – ha dichiarato -, ma non impongo nessuno, non forzo la mano. Attendo che la stessa convinzione l’abbiano anche gli alleati”. I primi a cedere, in giornata, sono stati gli azzurri di Fratelli d’Italia: “Oggi annunciamo la disponibilità a sostenere la candidatura di Battistini – ha fatto sapere il deputato bolognese Galeazzo Bignami sul profilo Facebook del partito -. Gli impegni si rispettano! Esattamente lunedì scorso Giorgia Meloni è venuta a Bologna promettendo che, entro una settimana, ci sarebbe stata chiarezza sul candidato sindaco. Il bene di Bologna e l’unità della coalizione vengono prima di ogni cosa e confidiamo che tutti gli alleati convergano su questa proposta”. Subito dopo ha capitolato anche Forza Italia che, fino all’ultimo, ha combattuto per la candidatura di Andrea Cangini, parlamentare azzurro ed ex direttore del Quotidiano nazionale e de Il Resto del Carlino. “Il nostro primo ringraziamento va all’amico senatore Andrea Cangini, personalità autorevole e carismatica, che avrebbe rappresentato un’ottima scelta come candidato sindaco per Bologna” ha dichiarato non a caso il senatore e coordinatore regionale degli azzurri, Enrico Aimi, annunciando che, per privilegiare l’unità della coalizione, il partito di Berlusconi era pronto a “convergere sulla scelta a a candidato sindaco di Fabio Battistini, stimato imprenditore, al quale assicuriamo il nostro incondizionato appoggio politico, per offrire ai bolognesi una concreta e valida possibilità di vittoria”.
La difficoltà di indicare un candidato unitario da parte del centrodestra, non più tardi di domenica 18 luglio, aveva fatto perdere le staffe allo stesso Battistini, in campo ormai da dicembre, che lo aveva definito “uno spettacolo deprimente”, accusando la coalizione di “incapacità conclamata a decidere”. Dopo l’imprimatur del centrodestra, Battistini ci ha tenuto a sottolineare: “Sono per il centrodestra il loro candidato, non c’è dubbio. Ma io, che sono sceso in campo da dicembre, con l’ambizione di propormi alla città rappresentando quell’arco potenziale di elettorato che non è rappresentato dall’attuale maggioranza, quindi un bacino ben più ampio, posso dire che, nel tempo, ho raggiunto il consenso di tante cittadine e cittadini, associazioni, enti, partiti minori: alla fine, e dico grazie, arrivano anche i tre partiti più significativi”. A commentare la scelta di Battistini anche l’escluso Cangini che lancia una stoccata al segretario del Carroccio: “Il Comune di Bologna è contendibile da tempo. La volta scorsa Matteo Salvini impose un candidato della Lega, questa volta ha imposto un candidato civico. Oggi come allora si è assunto una grossa responsabilità: spero che l’esito sia migliore”.
La guerra all’interno del centrodestra per la scelta del candidato ha portato, nei giorni scorsi, quasi alla rottura della coalizione in terra emiliana, una guerra che si è inasprita con i lavori del ddl Zan in Aula e, soprattutto, con le nomine del cda Rai che hanno visto FdI restare a bocca asciutta. Uno strappo che ha fatto temere agli elettori del centrodestra a Bologna, fino all’ultimo, una corsa solitaria di FdI, con Bignami come possibile candidato sindaco e una convergenza tra Lega e FI, ipotesi alimentata anche da continui incontri tra il partito di Berlusconi e il Carroccio senza coinvolgere il partito della Meloni. Non più tardi di domenica 18 luglio, era circolata anche l’ipotesi di un ticket tra Battistini candidato sindaco e l’azzurra Ilaria Giorgetti. La ex presidente del Quartiere Santo Stefano ha però rifiutato decisamente di farsi arruolare nella corsa a Palazzo D’Accursio. “Il mio cuore e la mia storia politica e personale centrista e di territorio mi dicono di prendere le distanze da questo spettacolo che non è piaciuto certamente ai bolognesi” ha puntualizzato.