Mezzo milione di persone che in una sola settimana hanno ricevuto dall’app di tracciamento la notifica di contatto con una persona positiva. Centinaia di lavoratori indisponibili a causa della conseguente quarantena preventiva e pub, supermercati e fabbriche costretti a chiudere per mancanza di personale. Insieme alla pandemia da Covid, il Regno Unito si trova in balia di un altro tipo di caos: è quello ribattezzato “pingdemia” (da ping, notifica), causato dal sistema nazionale di contact tracing in tilt e pieno di malfunzionamenti. E il governo non sa come reagire.

L’inizio della pingdemia – Nella settimana del 7 luglio, più di 530mila persone che utilizzano sul proprio smartphone l’applicazione del servizio sanitario nazionale britannico (NHS) hanno ricevuto l’allerta improvvisa: “Devi isolarti, potresti essere venuto a contatto con un positivo al Covid-19“. La quarantena prevista è di dieci giorni: da quel momento uomini e donne di tutto il Regno Unito hanno preso ferie dal lavoro, cancellato spostamenti e vacanze e rimandato appuntamenti per obbedire alle istruzioni fissate dalle autorità politiche e sanitarie già a maggio 2020. Un incremento del numero delle notifiche del 46%, in una sola settimana. L’evento ha destato molte perplessità tra cittadini, istituzioni e media, che nei giorni successivi hanno cercato di approfondire la questione e fare pressione sul governo per avere risposte: il sospetto, infatti, era che il sistema di tracciamento dell’NHS fosse obsoleto e non tenesse conto delle dosi di vaccino ricevute. In Gran Bretagna 7 persone su 10 hanno ricevuto almeno la prima somministrazione, tra cui più del 90% degli adulti. I giornali d’Oltremanica cominciano a riportare la storia di una donna che è stata avvisata dopo che il vicino di casa è risultato positivo al Covid: ma con quella persona non aveva avuto contatti. Su Twitter molti utenti scrivono di essere stati “pingati” nonostante avessero passato gli ultimi giorni in casa senza ricevere visite. Dopo alcuni giorni, arrivano i primi inquietanti commenti da politici e ricercatori: sì, l’app di contact tracing andrebbe ricalibrata. “Sarebbe meglio adattarla alla situazione corrente”, spiega al Telegraph Jenny Harries, l’amministratrice delegata della Health Security Agency britannica. “Quando entrò in funzione, l’app era stata progettata per un mondo che non disponeva ancora dei vaccini”.

L’impatto economico – Il sistema di tracciamento è costato al Regno Unito una cifra complessiva di quasi 40 miliardi di sterline. L’algoritmo alla base del tracciamento utilizza la potenza della connessione bluetooth dello smartphone su cui l’app è installata: nel caso l’utente sia rimasto per più di 15 minuti con una persona riscontrata positiva al virus nel raggio di due metri, nelle ore successive riceve la notifica di allarme. Il tracciamento è stato definito “la seconda linea di difesa” contro il Covid, dopo i vaccini, ma dopo le anomalie di massa in cui sembra essere sprofondato in queste ultime settimane, lo strumento sembra essersi rivoltato contro tutto e tutti. La pandemia da notifiche imperversa e l’impatto economico non tarda a farsi sentire. Nella settimana del 12 luglio la principale catena di pub in Gran Bretagna, Greene King, ha dovuto chiudere 33 locali perché tutto lo staff era stato messo in isolamento dopo aver ricevuto la fantomatica notifica. Impossibilitati a svolgere i normali orari di lavoro anche i supermercati per lo stesso motivo. Nella stessa settimana anche lo stabilimento della Nissan a Sunderland è rimasto vuoto: in quarantena tutti e 900 i lavoratori di quella fabbrica. “È un problema estremamente serio”, ha commentato preoccupato il presidente della Confederazione Industriale britannica, Lord Karan Bilimoria, prevedendo danni in termini di miliardi di sterline se la situazione non verrà risolta al più presto.

Scuola, trasporti e vacanze – Il settore della ristorazione e dell’industria non è l’unico travolto da questa pandemia tecnologica. I malfunzionamenti dell’app dell’NHS non hanno fatto distinzioni in questo senso: come riportato dal The Guardian, sempre durante la seconda settimana di luglio più di un milione di alunni tra scuola primaria e secondaria non è entrato in classe per le ultime lezioni prima delle vacanze estive. In completo caos anche il settore dei trasporti, con centinaia di cancellazioni di viaggi in aereo e in treno da persone che hanno ricevuto la notifica di allerta nei giorni precedenti. Si teme inoltre un’estate molto difficile per il turismo: alcuni gestori di campeggi e B&B riferiscono al The Guardian di aver ricevuto centinaia di disdette da persone costrette a isolarsi, mentre altre strutture hanno dovuto introdurre piani di prenotazione più “morbidi” (come cancellazioni gratuite e disponibilità last minute) per andare incontro a una domanda turistica in perenne incertezza e attraversata dalla preoccupazione di vedere la vacanza già programmata andare in fumo a causa di una notifica.

Il governo non sa reagire – Intanto il Paese intero sembra in balia di questo fenomeno. Il governo ha ammesso che il progetto di ritoccare l’app fosse in cantiere da tempo, ma è stato continuamente rimandato a causa di imprevisti tra i quali – dicono dal numero 10 di Downing Street – le dimissioni dell’ex ministro della Sanità Matt Hancock a giugno 2021. L’unica decisione presa da Boris Johnson, dopo aver ordinato la rimozione di tutte le restrizioni dovute alla pandemia con il “Freedom day” del 19 luglio, è stata quella di togliere l’obbligo di quarantena a chi è stato vaccinato: dal 16 agosto, infatti, chi leggerà la notifica sul proprio display ma ha ricevuto entrambe le dosi dovrà solamente accertarsi di essere negativo al Covid sottoponendosi a un test volontario. Ma per la Bbc per quella data potrebbe essere già troppo tardi: secondo un’analisi, infatti, con la fine delle restrizioni la “pingdemia” potrebbe inasprirsi ulteriormente, arrivando, da qui al termine fissato da Johnson, a chiedere a quasi 5 milioni di persone di auto-isolarsi.

La fiducia viene meno – Bloccato in un tilt senza rimedio, il contact tracing dell’NHS continua a perdere affidabilità e credibilità tra i cittadini. Almeno un terzo di chi aveva installato l’app ha espresso l’intenzione di disinstallarla, infastidito da ricevere allarmi forse infondati. Sono soprattutto gli individui tra i 25 e i 34 anni di età a essere più scettici. Se davvero centinaia di migliaia di persone abbandonassero l’app, l’intero sistema di tracciamento della popolazione britannica salterebbe in aria. Mancano soluzioni, tanto che Boris Johnson ha annunciato nella conferenza del 19 luglio che presto fornirà una lista di “professioni cruciali” per la quale cesserà immediatamente l’obbligo di quarantena in caso di “ping”. E mentre si continuano ad attendere gli aggiustamenti tecnologici necessari a gestire la “pingdemia”, all’interno del governo cominciano a esserci i primi scontri al riguardo: intervenuto a una radio inglese il 20 luglio, il Ministro per le piccole imprese Paul Scully suggerisce che davanti alla notifica “le persone sono libere di decidere cosa sia meglio per loro”. Da Downing Street però rispondono che è importante attenersi ai protocolli di quarantena se si riceve l’avviso dall’app. Fuori dai palazzi del governo, intanto, l’emergenza sanitaria non accenna affermarsi, anzi: il 20 luglio il numero di morti causate dal Covid sono tornate drammaticamente a crescere, con 97 nuovi decessi. Più di 46mila i positivi.

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