Dialogo aperto, apertissimo, quasi uno scontro, tanto che il Consiglio dei ministri in programma domani va verso uno slittamento a giovedì. È nuovo braccio di ferro tra Regioni e governo sulle percentuali da definire per le nuove soglie di occupazione dei posti letto negli ospedali, che determineranno il passaggio da un colore all’altro. Ma anche dentro la maggioranza non mancano le distanze sulle misure da inserire nel nuovo decreto, ad iniziare dal tema dell’obbligo vaccinale per il personale scolastico. Non solo: si discute animatamente anche sul green pass, per il quale si prevedono una serie di step per un uso sempre più “estensivo”, ma le idee tra le forze politiche restano distanti (e anche dentro gli stessi partiti, come la Lega, le posizioni sono divergenti). Lo scopo è andare verso una road map che preveda un rafforzamento graduale dell’obbligo per accedere a luoghi affollati e attività di svago. L’ipotesi è anche quella di convincere così gli indecisi del vaccino e garantire alcune attività – come i ristoranti al chiuso – già con la prima dose, per poi passare alla fase dell’accesso solo col ciclo vaccinale completo. Aspetti su cui non tutti i governatori sono d’accordo, più propensi all’utilizzo del lasciapassare solo per riaprire le attività ancora ferme e scongiurare chiusure in autunno.
Le misure per fronteggiare l’eventuale quarta ondata del Covid, che saranno inserite nel prossimo decreto legge, si stanno ancora scrivendo. Il confronto e le interlocuzioni delle ultime ore – anche all’interno della stessa maggioranza – hanno portato allo slittamento della cabina di regia e del Consiglio dei ministri: le mediazioni per arrivare ad un accordo che accontenti tutti, i governatori e le varie anime dell’esecutivo, dunque proseguono. Sul tavolo della discussione c’è anche la proroga dello stato di emergenza che scadrà a fine mese: potrà essere prolungato al 31 ottobre o – più probabilmente – fino alla fine di dicembre 2021.
Resta il nodo delle soglie sull’ospedalizzazione: per le Regioni potrebbero essere portate al 15% per le terapie intensive e al 20% per i ricoveri nei reparti ordinari, uno sbarramento ipotizzato per restare in zona bianca. Il parametro, che sarà ora più determinante dell’incidenza dei contagi, dovrà essere comunque – spiegano fonti di governo – contemperato con l’andamento della campagna vaccinale e sarà anche presa in considerazione la geografia ospedaliera dei vari territori. Il governo però vorrebbe soglie più stringenti, ovvero al 10 e al 15%. Con la ridefinizione dei parametri si stabilirà anche un numero minimo giornaliero di tamponi, molto probabilmente 150 ogni centomila abitanti. Dalla Conferenza delle Regioni, che si riaggiornerà mercoledì in attesa di incontrare i rappresentanti del governo, emergono anche altre proposte: dalla riduzione del numero delle zone – da 4 a 3 – riguardo all’assegnazione dei profili di rischio alla flessibilità nella valutazione dei parametri nelle piccole Regioni, fino alla richiesta di considerare il numero dei vaccinati nelle Regioni.
“Sia sulla revisione dei parametri per le zone che sull’uso del green pass sono in corso ulteriori interlocuzioni con il Governo”, spiega il presidente dei governatori, Massimiliano Fedriga, annunciando a breve una posizione definita. Per ora l’idea delle Regioni è quella di “utilizzare il green pass come un salvacondotto per scongiurare chiusure al di fuori della zona bianca”, introducendo intanto l’obbligo di accesso con il pass a discoteche e grandi eventi. L’uso del pass per ristoranti e locali al chiuso – secondo i governatori – dovrebbe invece riguardare le aree al di fuori della zona bianca: “Una misura che, soprattutto in autunno – dicono – servirebbe per evitare nuove chiusure”. Anche tra le forze politiche del centrodestra avanzano le richieste di chi chiede di evitarne eventuali applicazioni a scuola o negli ospedali.
Sembra certo, comunque, che al prossimo Consiglio dei ministri non saranno affrontati i temi sulla riapertura delle scuole a settembre o degli eventi sportivi. Scongiurare zone gialle, o peggio arancioni oppure rosse, è l’obiettivo comune, soprattutto alla luce del balzo dei contagi che registra l’ultimo bollettino: 3.558 positivi, un aumento del 132% rispetto allo scorso martedì. Anche per questo proseguono gli appelli del governo, anche ai giovani: “Il vaccino è essenziale anche sotto i 40 anni”, ribadisce il ministro della Salute, Roberto Speranza. E un aumento forte dei casi si è verificato nella Capitale dove sono quasi quintuplicati rispetto all’11 luglio scorso, giorno della finale degli Europei di calcio e dei relativi festeggiamenti in strada. Roma ha fatto registrare 557 positivi, un sesto di tutto il Paese, mentre l’11 luglio i nuovi contagiati erano 122. “Ma non ci sono complicazioni negli ospedali”, assicura l’assessore regionale alla Sanità Alessio D’Amato sottolineando l’importanza dei vaccini. In Sicilia, invece, scattano due zone rosse nell’Agrigentino: a Caltabellotta, dove si è registrato un cluster in seguito a un banchetto nuziale, e a Favara.