Ottocento dipendenti di Stellantis lasceranno l’azienda. A comunicarlo è la Fiom, spiegando che i lavoratori utilizzeranno degli incentivi all’esodo verso la pensione. Dopo la firma dell’accordo alla carrozzeria di Mirafiori per l’uscita incentivata di 160 addetti, che seguono i 100 della Maserati di Grugliasco, nei prossimi giorni si apriranno le procedure alle meccaniche, alle presse e alla costruzione stampi, tutti settori all’interno di Mirafiori, come anche alla Teksid di Carmagnola e alla ex Tea di Grugliasco. Agli inizi di settembre verrà inoltre perfezionato l’accordo per gli impiegati degli enti centrali, che prevede 350 uscite e un centinaio di ingressi. “In questo modo arriveremo a un totale di circa 800 addetti che usciranno dall’ex gruppo Fiat, praticamente tutti nel torinese”, sottolinea il sindacato dei metalmeccanici.
“Sono esodi incentivati, ma ciò non toglie che siamo di fronte alla perdita di ulteriori posti di lavoro. È come se chiudesse una fabbrica di medie dimensioni in un territorio che in questi anni ha solo visto cessazioni di attività e perdita occupazionale”, è il commento di Edi Lazzi, segretario generale della Fiom di Torino e Ugo Bolognesi, responsabile di Mirafiori per il sindacato. “Stellantis sta replicando in Italia l’operazione che ha fatto in Germania quando Psa ha acquisito la Opel e ha tagliato un terzo dei posti di lavoro – continuato – e questo ridimensionamento, seppur gestito con accordi sindacali, fa bruciare ancora più forte la ferita di non aver assegnato a Mirafiori la gigafactory di batterie che avrebbe rappresentato un futuro certo per i lavoratori del gruppo e per la filiera automotive”.
A questo punto, per evitare licenziamenti “serviranno nuovi ammortizzatori sociali” si legge nel comunicato. “Bisogna però avere la consapevolezza che non possiamo gestire questa fase solo con gli incentivi e la cassa integrazione, perché sarebbe semplicemente l’accompagnamento al declino”. “Serve un progetto complessivo”, dicono dal sindacato, riferendosi ai nuovi modelli di auto, alle nuove missioni produttive e al potenziamento dei settori innovazione, sviluppo e ricerca.