È un uomo rientrato in Texas dalla Nigeria ad aver contratto il vaiolo delle scimmie. La notizia la riporta il New York Times. Secondo la definizione dell’Iss, “si tratta di una rara malattia virale che si trova per lo più nei paesi tropicali dell’Africa centrale e occidentale. Viene chiamata vaiolo delle scimmie perché fu scoperta nelle scimmie da laboratorio nel 1958. In seguito, studi su animali in Africa hanno riscontrato evidenze virologiche d’infezione in scoiattoli, che si ritiene svolgano un ruolo importante come ospiti naturali della malattia. Studi di laboratorio hanno inoltre dimostrato che l’infezione da vaiolo delle scimmie può verificarsi anche in ratti, topi e conigli”. Secondo le autorità sanitarie nigeriane il pericolo che il vaiolo delle scimmie si trasmetta ad altre persone è al momento molto basso. L’uomo che lo ha contratto si trova ricoverato in un ospedale di Dallas, le sue condizioni sono stabili. Il Centers for Disease Control and Prevention sta lavorando per rintracciare i passeggeri del volo da Lagos verso Altlanta e di quello da Atlanta a Dallas (rispettivamente quelli che ha preso l’uomo contagiato lo scorso 8 e 9 luglio). Il rischio di trasmissione è basso perché tutti indossavano la mascherina secondo le normative per impedire la trasmissione di Coronavirus. “Il rischio che possa interessare altra gente è attualmente molto basso”, ha confermato il direttore del Dallas County Health and Human Services, il dottor Philiph Huang. Il CDC sta aiutando la Nigeria a rintracciare casi di vaiolo delle scimmie già dal 2017, quando alcuni si sono verificati alcuni contagi dopo molti anni di latenza. Sempre sul sito dell’Iss si legge che nel 1970, il vaiolo delle scimmie è stato identificato come la causa di una malattia degli esseri umani simile al vaiolo in località remote dell’Africa. La trasmissione da uomo a uomo del virus avviene con un periodo di incubazione di circa 12 giorni (da 7 a 21 giorni). Dopo l’eradicazione del vaiolo umano, nel 1980, il monitoraggio sul vaiolo delle scimmie è continuato dal 1981 al 1986, nella Repubblica Democratica del Congo, con l’identificazione di 338 casi, con un tasso caso-fatalità del 9,8 per cento per persone non precedentemente vaccinate contro il vaiolo. Il vaccino antivaioloso è stato dimostrato efficace all’85 per cento nel prevenire la manifestazione umana di vaiolo delle scimmie”.