Di fronte alla crisi sanitaria e alla crisi ambientale i governi dimostrano la loro debolezza nell’assumere decisioni veramente coerenti.
Eclatante è l’atteggiamento di Boris Johnson, il quale, mentre il contagio della variante Delta sta assumendo proporzioni impressionanti, arrivando a 50mila contagi in un solo giorno, ha celebrato la giornata del Freedom day, cioè dell’eliminazione di qualsiasi tipo di protezione anti-Covid. Con la conseguenza che egli stesso è stato costretto all’isolamento, in quanto in continuo contatto con il ministro della Salute, Sajid Javid, risultato positivo alla variante Delta.
Anche il governo italiano ha commesso il grave errore di eliminare l’obbligo della mascherina all’aperto e i contagi della variante Delta stanno salendo notevolmente.
Il fatto è che la politica si lascia abbindolare dalle multinazionali e dalla finanza e si preoccupa più dell’economia che della salute umana, senza pensare che chi si ammala non può certamente dare il proprio apporto allo sviluppo economico.
Nell’ambito più ristretto dei problemi economici, il governo Draghi sta dimostrando anch’esso di dare man forte alla volontà delle multinazionali e della finanza.
Innanzitutto non vuole accettare modifiche sostanziali sulla riforma della giustizia, che, purtroppo, presenta mende tutt’altro che insignificanti. Infatti, se è vero che, secondo questa proposta, la prescrizione non decorre dopo la sentenza di assoluzione di condanna di primo grado, è altrettanto vero che la sentenza di secondo grado deve avvenire entro due anni dalla sentenza di primo grado e la sentenza della Corte di cassazione deve avvenire entro un anno dalla sentenza di secondo grado. Insomma, in conformità alla tesi berlusconiana, sarà molto più difficile perseguire i reati più gravi.
E ciò a prescindere dal fatto che viene abolita l’obbligatorietà dell’azione penale e l’ordine dei reati da perseguire non è più stabilito dal pubblico ministero, ma dal Parlamento. In tal modo decidere se perseguire o non i parlamentari sarà nelle mani dei parlamentari stessi.
Un atteggiamento assolutamente inaccettabile è quello che il governo ha assunto in campo economico. Molto significativo è il fatto che si vuol dare un altro colpo ai pensionati, come dimostra il fatto che è stata chiamata a far parte della super squadra di esperti del Consiglio di indirizzo per la politica economica, creato nelle scorse settimane dal sottosegretario alla presidenza Bruno Tabacci, la ex Ministra Fornero, le cui idee in proposito sono a tutti note.
L’orientamento errato del governo riguarda soprattutto il tema dei licenziamenti. È di oggi la notizia dell’avviamento della procedura di licenziamento di 110 lavoratori della Timken di Brescia che produce cuscinetti per automobili.
D’altro canto, secondo le stime dei sindacati, dopo l’eliminazione del blocco dei licenziamenti, sono già 1500 i lavoratori licenziati o in corso di licenziamento, soprattutto nel settore automobilistico.
Di fronte a questi problemi quello che si nota è una riprovevole inerzia del governo, il quale non accenna minimamente alla possibilità di usare il golden power. Inoltre non può tacersi che il Ministro Giorgetti, per favorire multinazionali, Confindustria e finanza in genere, critica fortemente anche la politica verde proclamata da Ursula Von der Leyen, ponendo in evidenza i negativi effetti economici che tale politica produrrà. Insomma, per Giorgetti, anche il disastro spaventoso dei mutamenti climatici, come da ultimo dimostrato dalle alluvioni verificatesi in Germania, Belgio e Olanda, non sono degni di considerazione.
Il fatto è che il pensiero economico predatorio neoliberista ha occupato le menti di tutti e la soluzione dei gravissimi problemi sanitari e ambientali che hanno invaso il mondo intero non riescono minimamente a scalfire l’importanza data al denaro e ai profitti ad ogni costo da parte delle imprese e della finanza.
L’unica soluzione, come più volte ho ripetuto, sta nell’intervento dello Stato-Comunità nell’economia, il quale dovrebbe ridiventare proprietario pubblico delle enormi fonti di ricchezza nazionale che sono state fraudolentemente sottratte al Popolo con le privatizzazioni e donate a singoli privati e quindi quasi totalmente a multinazionali straniere, come l’inglese Gkm e l’americana Timken su citata.
Soltanto nazionalizzando le industrie strategiche, i servizi pubblici essenziali, le fonti di energia e le situazioni di monopolio, il governo potrebbe adottare, come prescrive il comma 2, dell’articolo 41 Cost.: “programmi e controlli opportuni perché l’attività economica pubblica e privata possa essere indirizzata e coordinata a fini sociali”.
Nell’attuale situazione, nella quale tutto è diventato privato e l’economia ha finito per prevalere sui diritti fondamentali dell’uomo, sull’identità e sull’esistenza del Popolo e quindi del nostro Stato-Comunità, solo il ricorso alla nazionalizzazione potrà far prevalere gli interessi sociali sui biechi e dannosissimi interessi individuali delle multinazionali, di Confindustria e della finanza in genere.
Concludo raccomandando l’osservanza degli articoli 1, 2, 3, 4, 9, 11, 41, 42 e 43 della nostra Costituzione repubblicana e democratica.