Avvocato, docente, ex funzionario di polizia e assessore, almeno fino a oggi, quando Massimo Adriatici, leghista con la delega alla Sicurezza nella giusta di centrodestra di Voghera, è finito ai domiciliari con l’accusa di eccesso doloso di legittima difesa dopo aver sparato ad un 39enne di origine marocchina poi morto in ospedale. Adriatici, 47enne avvocato penalista, titolare di uno studio legale attivo su Voghera, è stato eletto nel 2020 tra le file della Lega.
Fa parte della giunta comunale della sindaca Paola Garlaschelli, alla guida della coalizione di centrodestra a trazione leghista. Ex sovrintendente della Polizia di Stato, lo stesso Adriatici si definisce docente di Diritto penale e Procedura penale presso Scuola allievi agenti di Polizia di Alessandria ed ex professore a contratto, in esercizio fino al 2017, di Diritto processuale penale presso l’Università degli Studi del Piemonte Orientale. Secondo quanto emerge dal suo curriculum, l’assessore è un ex poliziotto e ha indossato la divisa tra il 1995 e il 2011 esercitando nel commissariato della cittadina piemontese e ottenendo poi la qualifica di sovrintendente, addetto al settore anticrimine, misure di prevenzione e servizi di Polizia giudiziaria.
Nel 2006 si è laureato in giurisprudenza presso la stessa università per cui è stato professore a contratto. L’assessore è noto a Voghera per le sue prese di posizione contro la movida incontrollata, tanto che appena insediato aveva introdotto il Daspo urbano, ovvero il divieto di accedere a un determinato luogo per chi ne limita la libera accessibilità o la normale fruizione, contro bivacchi e accattonaggio nel centro urbano. A ottobre 2020, il provvedimento aveva interessato due mendicanti che chiedevano l’elemosina nella piazza del Duomo. Adriatici era noto anche per le sue posizioni anti-alcol nel centro abitato, per contrastare l’aumento di episodi di violenza e risse. Proprio nelle ore dell’uccisione del 39enne, era entrata in vigore un’ordinanza – caldeggiata dall’assessore – che vieta la vendita di alcol in contenitori di vetro.
Durante il lockdown, in seguito a delle segnalazioni aveva anche disposto il monitoraggio di alcune zone critiche della città proprio per tutelare i cittadini. Intervistato dalla Provincia Pavese nel 2018, parlando di legittima difesa l’assessore spiegava che “l’uso di un’arma deve essere giustificato da un pericolo reale, per la persona che la usa, per le sue proprietà o quelle altrui. Ma questo non significa farsi giustizia da soli”. Poi continuava: “La legittima difesa si configura se sparo per evitare che qualcuno spari a me, o non ci sono altro mezzi per metterlo in fuga ed evitare che rubi. Sparare deve essere l’extrema ratio, l’ultima possibilità da mettere in atto se non ne esistono altre”.