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Politica - 21 Luglio 2021
Renzi firma i referendum sulla giustizia della Lega. E dà la colpa al Pd sul ddl Zan: “Chi non lo vuole in questo momento sono loro”
L’ultimo punto di contatto è la firma sui referendum sulla giustizia promossi da Radicali e dalla stessa Lega. Ma tra il leader di Italia Viva, Matteo Renzi, e il segretario leghista, Matteo Salvini, dall’asse per “trovare una mediazione” sul disegno di legge Zan contro l’omotransfobia, agli attacchi al reddito di cittadinanza, fino, appunto, allo stesso dossier legato alla giustizia, le affinità sono sempre più evidenti.
Nel giorno in cui l’ex premier si è presentato a Roma a Largo di Torre Argentina per firmare tutti e sei i quesiti referendari (di fatto, ‘superando’ anche Fratelli d’Italia, che si era smarcata da Salvini su custodia cautelare e abrogazione della legge Severino nella parte relativa all’incandidabilità per i condannati definitivi, ndr), però, Renzi nega: “Sempre più vicino a Salvini? La mia una scelta di campo? Il primo e più preoccupante tema per i cittadini, sono le vaccinazioni e il Green pass. Io su questo tema ho una posizione che è diametralmente opposta a quella di Salvini e Meloni, sono a favore dell’obbligo dei vaccini per scuola e sanità e per l’utilizzo spinto del Green pass”. Quindi insiste: “La politica non è fatta per gli influencer. C’è una profonda divergenza tra noi e Salvini“. Chiarendo inoltre di non sentirsi più vicino al leader leghista che al segretario Pd Enrico Letta.
Parole che però si scontrano con le cronache parlamentari, anche sul disegno di legge Zan stesso, dove Italia viva, al di là di quanto prima promesso, ha presentato quattro emendamenti che stravolgono l’impianto della legge, con l’eliminazione all’articolo uno del riferimento all‘identità di genere. Ma Renzi insiste: “È l’ideologia del Pd che blocca il ddl Zan, io chiuderei domattina. La Lega ha dato la disponibilità, tutta da verificare naturalmente, a chiudere se si cambia identità di genere, libertà di opinione e scuola, passando dall’ostruzionismo alla disponibilità a votare quei 2-3 emendamenti decisivi. Non è ostruzionismo presentare quasi 700 emendamenti? Io non lo avrei fatto, ma sullo Zan basta il voto su un emendamento. Così il testo viene approvato e va alla Camera, quindi l’ostruzionismo non è questo”, ha continuato. Non senza attaccare, al contrario, il M5s per l’alta mole di proposte di modifica presentate a loro volta sulla riforma Cartabia: “Vorrei sottolineare che una forza che sta al governo, su un ddl del governo, ne ha presentati 950…”.