Il leader della Lega non è disposto a credere a quello che dicono i magistrati antimafia e cioè che con questa riforma si mettono a rischio i processi contro le mafie. "Mi sembra una osservazione particolare perché nella riforma Cartabia quel tipo di reati viene escluso dalla norma sulla prescrizione", dice il leader della Lega in un'intervista al Giornale. Confermando di non avere capito le nuove norme e rilanciando quanto detto ieri dalla stessa guardasigilli
Pure Matteo Salvini non ha capito come funziona la riforma della giustizia di Marta Cartabia. Il leader della Lega non è disposto a credere a quello che dicono i magistrati antimafia e cioè che con questa riforma si mettono a rischio i processi contro le mafie. “Mi sembra una osservazione particolare perché nella riforma Cartabia quel tipo di reati viene escluso dalla norma sulla prescrizione. Sono stato ministro dell’Interno e ho combattuto la criminalità organizzata con i fatti: con la Lega al governo non ci saranno mai passi indietro su questo tema”, dice Salvini in un’intervista al Giornale. Confermando di non avere capito le nuove norme e rilanciando quanto detto ieri dalla stessa Cartabia.
Durante il question time alla Camera, infatti, la guardasigilli ha liquidato le critiche arrivate dal procuratore di Catanzaro Nicola Gratteri e dal capo dell’Antimafia Federico Cafiero De Raho, che in audizione alla Camera hanno paragonato il ddl a un’amnistia mascherata capace di minare addirittura la sicurezza del Paese. “Spesso in questi giorni si è detto che i processi di mafia e terrorismo andranno in fumo. Non è così“, ha sostenuto, perché “nei procedimenti per mafia e terrorismo le contestazioni spesso riguardano reati per i quali la legge prevede la pena dell’ergastolo, anche in seguito all’applicazione di circostanze aggravanti. Quindi si esclude ogni tipo di improcedibilità”. La Guardasigilli sembra dimenticare che – prese di per sè – nè l’associazione mafiosa nè quella terroristica sono punite con l’ergastolo. E perciò l’unico “sconto” concesso a questi reati rimane l’allungamento della soglia di improcedibilità a tre anni in Appello e 18 mesi in Cassazione, termine comunque del tutto insufficiente per i giudizi di criminalità organizzata con centinaia di imputati (come il maxi-processo Rinascita Scott alla cosca Mancuso, citato da Gratteri di fronte alla commissione Giustizia a Montecitorio).
Ed ecco quindi che oggi gli stessi concetti vengono rilanciati da Salvini: “Premetto che stimo il dottor Gratteri. Come noto, la maggior processi si prescrive durante la fase delle indagini preliminari. Come mai nessuno si preoccupa di questo annientamento dei processi e ci si preoccupa soltanto degli appelli? Credo che occorra accelerare la procedura per permettere agli imputati di avere sentenze in tempi ragionevoli”, dice il leader della Lega. Che dunque appoggerà una norma di cui non ha capito il funzionamento. Che poi se la prende coi 5 stelle: “Mettono a rischio il governo ma soprattutto i fondi europei: mesi fa avevo previsto che i maggiori pericoli, per Draghi, sarebbero stati da M5S e Pd. I fatti mi stanno dando ragione”. Ma la Lega non aveva detto che avrebbe fatto delle modifiche al testo? “Noi – diciamo Salvini – chiediamo che si faccia presto e con piccole correzioni, in particolare sul diritto degli imputati di impugnare in Cassazione. Ma il testo per il resto non dev’ essere stravolto”.