Secondo i dati della ricerca su un campione rappresentativo della popolazione, gli italiani sono sempre più disponibili alla vaccinazione, dal 60% di dicembre all'85 di giugno. I contrari sono una minoranza che si è ridotta ulteriormente: a dicembre erano il 12 per cento, ora sono scesi al 6
Gli italiani sono sempre più propensi all’obbligo del vaccino anti-Covid. Lo dice un’indagine dell’università Statale di Milano con dati raccolti tra marzo e giugno 2021 su un campione rappresentativo della popolazione grazie a un finanziamento della Fondazione Cariplo. Secondo i numeri elaborati dall’indagine “ResPOnsE Covid 19” oltre il 50 per cento di chi ha risposto è attualmente a favore, mentre a dicembre – prima dell’inizio della campagna vaccinale – era solo il 40. Al contrario solo un italiano su 20 si dice “fortemente contrario”. I dati “sono in netto contrasto con il peso che è attribuito alle posizioni no-vax nel dibattito pubblico”, commenta Cristiano Vezzoni, autore dello studio.
L’indagine dimostra infatti che la disponibilità a vaccinarsi è in ascesa progressiva: dal 60 per cento registrato a dicembre, siamo saliti all’85 per cento nel mese di giugno. I contrari al vaccino sono invece una minoranza che si è ridotta ulteriormente: a dicembre erano il 12 per cento, oggi sono solo il 5 per cento, mentre la percentuale di chi è “poco disponibile” a vaccinarsi passa da circa il 10 per cento di marzo a circa il 6 per cento di giugno. I più propensi a vaccinarsi sono gli over 65 e i giovani nella fascia 18-24. Le fasce d’età centrali (25-54 anni) sono quelle in cui c’è un maggior numero di indecisi o contrari al vaccino. Più del 10% dichiara di essere poco o per niente disponibile a fare il vaccino. Tra gli scettici, la principale preoccupazione riguarda gli effetti collaterali, anche se il numero è in diminuzione: dal 16 per cento di dicembre siamo scesi al 5 per cento. Sono invece pochi quelli contrari ai vaccini per principio, solo il 3% della popolazione maggiorenne. La maggior parte degli italiani non ha dubbi sulla sicurezza del vaccino e si fida della comunità scientifica (oltre il 60%).