Nella Capitale si consuma un altro capitolo sul futuro del commercio ambulante, il cui destino ormai va di pari passo con il dibattito elettorale. L’Assemblea capitolina ha respinto la mozione a prima firma del presidente dell’Aula Giulio Cesare, Marcello De Vito, recentemente passato dal M5s a Forza Italia, che chiedeva di fermare le delocalizzazioni delle bancarelle. Secondo i commercianti le strade individuate per lo spostamento dei posteggi, in particolare nei municipi del centro (I e II) non hanno gli stessi flussi di clientela e quindi, al danno del crollo dei fatturati a causa della pandemia, si aggiungerebbe la beffa di una ulteriore perdita di clientela. È soltanto di pochi mesi fa il colpo di scena, con De Vito ancora tra le file del M5s, che vide le opposizioni compatte votare la mozione con cui il presidente dell’Aula chiedeva alla sindaca Virginia Raggi di fermare l’applicazione della direttiva Bolkestein. Lo scenario non è stato lo stesso e, nonostante nel frattempo siano ormai rimasti in 19 contro i 29 d’opposizione, i consiglieri del M5s l’hanno spuntata. A favore dell’atto sono arrivati soltanto 11 voti: oltre a quello di De Vito per Forza Italia, cinque del Partito democratico e della lista civica collegata RtR, due di Fratelli d’Italia, e tre di altrettante consigliere ex M5s e oggi in altri gruppi. Non sono bastati a licenziare l’atto: 14 consiglieri del M5s più uno del Pd, Orlando Corsetti, hanno detto no. In tre, esponenti della cosiddetta fronda grillina, ex del M5s oggi al gruppo misto, si sono astenuti (Iorio, Sturni, Terranova).
“Se da viale Europa vengono trasferiti in un parcheggio, da via Cola di Rienzo vengono spostati in via Fra’ Albenzio, che non ha alcuna rilevanza commerciale, e da piazza Giureconsulti vanno in via Albergotti, tra un prato e un cassonetto, non è un’alternativa – ha accusato De Vito – non si sta delocalizzando ma si sta decimando a fine consiliatura. È un modo per aggirare quanto si voleva fare contro l’estensione delle concessioni (applicando la direttiva Bolkestein, ndr) e che invece è stato impedito per intervento del governo. Sono delocalizzazioni forzose. È una modalità ritorsiva”. Per l’assessore al Commercio, Andrea Coia, però “il processo di delocalizzazione non ha nulla a che vedere con la direttiva Bolkestein. Nella mozione si invocava la Bolkestein, facendo così un errore. Noi stiamo delocalizzando quei posteggi che sono in contrasto con il codice della strada e con il pubblico interesse. Il Municipio I e il Municipio II le hanno lasciate in viale Giulio Cesare, in via Cola di Rienzo e in altri luoghi simbolo della città. Noi vogliamo delocalizzarli, non solo perché sono indecorosi, ma anche perché sono pericolosi: sia per chi esercita che per i pedoni”.
Tuttavia per il Partito democratico “il modo con cui è stato deciso di portare avanti l’azione amministrativa” della delocalizzazione “non è condivisibile” e quindi “una volta vinte le elezioni avvieremo un piano del commercio e risolveremo – ha spiegato il capogruppo Giulio Pelonzi –, nel rispetto del decoro dei cittadini ma anche della categoria dei commercianti, questa situazione”. Anche per Fratelli d’Italia “ci vuole un percorso di condivisione e confronto – ha detto il capogruppo Andrea De Priamo – e non un percorso a strappi come ha fatto questa amministrazione con una logica punitiva e contraddittoria. Prima dicendo stop alla Bolkestein e poi facendo un’inversione a 360 gradi e gettando nello sconforto migliaia di onesti lavoratori”. Ha votato con la maggioranza, invece, il consigliere dem Corsetti precisando: “Sono in difformità dal mio gruppo perché sembrerebbe una ritorsione nei confronti dei due municipi governati dal centrosinistra (I e II, ndr) e che sembrerebbe che non hanno operato: sono talmente saturi di queste attività che delocalizzare, sempre in quei territori, è impossibile”. Per l’assessore capitolino, a maggior ragione, le delocalizzazioni vanno avanti perché “riteniamo assurdo che De Vito, la destra e anche il Pd, che si è sempre fatto paladino del decoro, voglia in questo modo tutelare delle postazioni che sono contro legge e anche contro il decoro – ha detto Coia –. Di questo risponderanno i loro elettori, che presto si renderanno conto evidentemente di chi sono e voteranno Movimento 5 stelle, perché è l’unica forza coerente di questa legislatura”.