Alla vigilia della cerimonia di apertura, un nuovo scandalo si abbatte sulle Olimpiadi di Tokyo 2020. Kentaro Kobayashi, il direttore della cerimonia, colui che avrebbe dovuto supervisionare e gestire l’inaugurazione dei Giochi olimpici è stato rimosso dall’incarico per alcune battute sull’Olocausto fatte da lui oltre vent’anni fa in occasione di un cabaret. Ad annunciarlo è la presidente di Tokyo 2020, Seiko Hashimoto: “Abbiamo scoperto che il signor Kobayashi, nella sua stessa esibizione, ha usato una frase per ridicolizzare una tragedia storica – ha detto -. Ci scusiamo profondamente per aver causato un tale problema il giorno prima della cerimonia di apertura e per aver causato problemi e preoccupazioni a molte parti coinvolte, nonché alle persone a Tokyo e nel resto del Paese”.
Secondo i resoconti pubblicati dai media giapponesi, Kobayashi ha fatto riferimento all’omicidio di massa di 6 milioni di ebrei da parte dei nazisti in una sceneggiatura per il suo atto comico nel 1998 dicendo: “Giochiamo all’Olocausto”. ”Qualsiasi persona, per quanto creativa, non ha il diritto di deridere le vittime del genocidio nazista. Il regime nazista uccise anche i tedeschi disabili. Qualsiasi associazione di questa persona alle Olimpiadi di Tokyo insulterebbe la memoria di 6 milioni di ebrei e sarebbe una crudele presa in giro delle Paralimpiadi“, ha dichiarato il rabbino Abraham Cooper, decano Associato del Simon Wiesenthal Center e direttore dell’Azione Sociale Globale.
I rapporti sui commenti di Kobayashi hanno rapidamente attirato critiche e in molti hanno hanno condannato quelle che sono state definite le “barzellette antisemite” di Kobayashi. Questo è l’ennesimo danno d’immagine che offusca i Giochi, emerso nelle ore in cui i media nipponici rivelano che l’imperatore Naruhito si è rifiutato di usare la parola “festa” nel momento in cui dichiarerà aperte le Olimpiadi, a conferma del fatto che sia contrario alla decisione di tenere i Giochi nonostante la pandemia. La cerimonia di apertura è prevista per domani sera: si terrà senza spettatori come misura per prevenire la diffusione delle infezioni da coronavirus, anche se parteciperanno alcuni funzionari, ospiti e media.