Conferma degli arresti domiciliari perché sussiste il pericolo di reiterazione del reato e di inquinamento delle prove. È quanto ha chiesto la procura di Pavia nei confronti di Massimo Adriatici, l’assessore alla Sicurezza di Voghera che martedì sera ha ucciso un 39enne durante una lite in strada. Stando agli elementi raccolti finora, quindi, il pm Roberto Valli reputa che Adriatici – avvocato ed ex poliziotto – debba restare agli arresti con l’accusa di eccesso di legittima difesa.

L’assessore – autosospesosi mercoledì – ha sparato un colpo di pistola verso Youns El Boussettaoui, colpito in pieno petto, deceduto nelle ore successive. Stando alla versione di Adriatici, il colpo sarebbe partito accidentalmente dopo essere caduto. Il leghista si è ritrovato a terra perché – come mostra un video pubblicato da Ilfattoquotidiano.it – era stato aggredito da El Boussettaoui con un pugno, mentre era al cellulare.

Resta da chiarire la dinamica degli attimi successivi, ovvero come e perché sia partito il colpo che ha centrato il 39enne in “pieno petto”. Adriatici era in giro armato di una pistola calibro 22 nella prima serata in cui era valida un’ordinanza “anti-movida” che l’assessore aveva caldeggiato. La sorella di El Boussettaoui, rientrata dalla Francia, commentando la tesi della legittima difesa, ha detto: “Aveva un fucile, aveva una pistola in mano mio fratello? Rispondetemi! No, mio fratello non aveva nessuna arma in mano“.

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