Il G20 di Napoli è in corso di svolgimento. Una cosa è certa: Roberto Cingolani, pomposamente e ipocritamente incaricato della transizione ecologica vorrebbe dar l’impressione di far gli onori di casa agli altri “capoccioni” del G20. Ma lui, sconfessato dalla Ue per aver farcito di inceneritori e di idrogeno-blu sporco, prodotto dal gas, il Pnrr e per coartare senza la necessaria partecipazione delle comunità – vedi le semplificazioni procedurali che dal 1990 e cioè dalle corrotte “colombiadi” vorrebbero accelerare senza controlli opere pubbliche quasi sempre devastanti – dei territori e delle amministrazioni locali. È senza alcuna credibilità rappresentando trivellatori e la lobby degli inceneritoristi con Chicco Testa (pentito dell’antinucleare!) a fare da consigliere speciale.
Il riscaldamento globale si combatte non solo con le energie alternative agli idrocarburi ma soprattutto riducendo sprechi e consumi e passando da un’economia lineare (prelievo di materie, manifattura di prodotti, distribuzione, consumo e smaltimento) a un’economia circolare, come indicato con forza dall’Unione europea. Zero waste è una grande opportunità per muovere dall’era dei rifiuti e dello spreco ad una nuova era delle risorse e di produzioni pulite (clean production) nel segno di una progressiva rinaturalizzazione dei cicli economico-produttivi (agricoltura e manifattura industriale).
Tutto questo diviene ancor più significativo e urgente dopo il fango che ha sommerso gran parte dell’Europa provocato dal combinato disposto di crisi climatica e di terribile cementificazione delle aste fluviali e dei territori. Cingolani non interpreta questa necessità radicale di cambio di paradigma ed incarna il “tutto continui come prima” che è “incapace di futuro”.
Infine un pensiero al Mezzogiorno d’Italia: si promuova ovunque il sistema di raccolta porta a porta degli scarti integrato con piattaforme di valorizzazione dei materiali intercettati da restituire ai suoli e all’industria (con un’attenzione particolare ai Rifiuti elettrici ed elettronici, i cosiddetti Raee) che sono l’unica grande opportunità di riscatto occupazionale e sociale di un Sud Italia vessato da semicolonialismo e dai licenziamenti.