di Nicola Gianmarco Ponsillo
Il Ministero della Salute mi ha inviato il Green Pass, valido per 9 mesi, a partire dal 30 giugno. Dunque sarei libero di accedere in quei luoghi, ove è richiesto, fino a marzo del 2022. Il Ministero della Salute non sa, però, che la mia vaccinazione non è stata correttamente eseguita (ho fatto una sola dose di Pfizer tre mesi fa e non ho anticorpi) per l’imperizia, negligenza e imprudenza di chi doveva vaccinarmi.
Dunque, mi chiedo: a quante persone è stata inviata impropriamente questa certificazione verde, facendole sentire “libere” di tornare alla normalità mentre invece sono solo libere di infettarsi e infettare? Quante di queste persone conoscono il proprio stato anticorpale o sono state correttamente vaccinate? E come si è arrivati a ciò nel mio caso?
La mia storia rappresenta l’inefficienza (almeno nel mio caso) del sistema vaccinazioni e delle Asl.
Brevissima premessa: sono un medico per cui a gennaio aderisco, su invito, alla fase I della vaccinazione. A marzo non mi avevano ancora convocato, per cui contatto diversi numeri e invio diverse email, ma senza successo. Pertanto scrivo ai diretti responsabili (tra cui anche il Ministero della Salute) e dopo pochi giorni mi convocano, in aprile, per la prima dose.
Nel frattempo svolgevo e svolgo (a mie spese) ogni 7 giorni un tampone, per evitare di contagiare i miei pazienti e familiari. Uno di questi tamponi uscì positivo, ma si trattava di un falso positivo (come dimostrato dai successivi esami). Infatti non ho mai avuto il Covid e quando vado a vaccinarmi lo faccio presente. Ciò nonostante dopo 21 giorni non sono convocato per la seconda dose. Credo, ingenuamente, che mi chiameranno dopo 42 di giorni, ma nulla. Così siamo a giugno e comincio a scrivere di nuovo all’Asl (perché è l’unico canale di comunicazione), ma nessuna risposta.
Nel frattempo l’Asl attiva un portale per chi non ha svolto la seconda dose e a inizio luglio chiedo, tramite medesimo portale, di poter fare la seconda dose, ma mi rispondono così: “Salve, lei come da protocollo farà una sola dose perché ha contratto il Covid”. Insomma non è stata fatta una corretta anamnesi e a causa di ciò si distribuiscono queste certificazioni verdi mettendo a serio rischio la salute della popolazione e incentivando la pandemia.
Intanto, nonostante abbia scritto a tutti coloro che per dovere istituzionale dovrebbero rispondermi, non ho ricevuto alcuna risposta e tuttora nessuno mi ha detto cosa dovrei fare, visto che sono passati oltre tre mesi dalla prima dose di Pfizer.
Mi chiedo, inoltre: chi è il responsabile nel caso io mi infetti o infetto altre persone, visto che convivo anche con un soggetto fragile?