E’ morto lo storico Nicola Tranfaglia, professore emerito dell’Università di Torino dove ha insegnato Storia contemporanea, storia dell’Europa e del giornalismo. Il professore è deceduto la scorsa notte a Roma, all’età di 82 anni. A dare l’annuncio della scomparsa è stata la Fondazione Paolo Muridi, di cui era presidente del comitato scientifico. Lo storico era stato ricoverato qualche mese fa all’ospedale romano Umberto I, in seguito ad un’emorragia cerebrale.
Lo storico aveva collaborato con diverse testate, tra cui Il Fatto Quotidiano. Aveva iniziato da giovane scrivendo per la rivista meridionalista “Nord e Sud”, per poi diventare professore di storia presso l’Università di Torino, di cui era diventato professore emerito nel 2007. Da attento studioso del movimento democratico e del fascismo, Tranfaglia ha indagato le radici storiche di fenomeni come il terrorismo, le mafie e il populismo ed ha dedicato buona parte del suo lavoro alla storia del giornalismo. E’ infatti autore di diversi volumi, tra cui la monumentale “Storia della stampa italiana” curata insieme a Valerio Castronovo per Laterza (sette volumi, 1976-2002). Oltre ad aver diretto grandi opere di critica e sintesi storiografica come, “Il mondo contemporaneo” (19 volumi, 1978-83, La Nuova Italia), “La storia. I grandi problemi dal Medioevo all’età contemporanea” (con Massino Firpo, 10 volumi, 1986-88, Utet) e “Storia d’Europa” (4 volumi, con la curatela di Bruno Bongiovanni e Gian Carlo Jocteau, 1980, La Nuova Italia).
Nato a Napoli, Tranfaglia si era laureato nel 1961 in giurisprudenza presso l’Università Federico II del capoluogo campano, discutendo una tesi sulla storia della Corte costituzionale in Italia. Mosse i primi passi nella carriera accademica come ricercatore presso la Fondazione Luigi Einaudi di Torino, per diventare tre anni dopo assistente di Alessandro Galante Garrone alla cattedra di storia contemporanea dell’Università del capoluogo piemontese. Era membro delle redazioni delle riviste “Studi storici” e “Passato e presente”, oltre che del comitato scientifico della Fondazione nazionale Antonio Gramsci. Tra le esperienze accademica, anche una breve in campo politico come deputato del partito dei Comunisti italiani tra il 2006 e il 2008. Nel 2009 si era poi candidato senza successo al Parlamento europeo con Italia dei valori.