"Comunità scientifiche e governi, come quelli di Germania e Gran Bretagna, che invitano alla prudenza sui vaccini per i minorenni, invitano forse a morire? Per fortuna no", polemizza il segretario. Da ambienti della Lega si fa notare che l'attacco è arrivato "dopo una lunga e cordiale telefonata" tra i due nel pomeriggio
La primissima reazione è il petto gonfio per i due o tre scalpi portati a casa: stadi aperti al 50%, niente green pass sui mezzi pubblici, indennizzi alle discoteche. Poi però in casa leghista le parole di Mario Draghi – che ha paragonato la campagna di Matteo Salvini contro il vaccino agli under 40 a un “appello a morire” – iniziano a bruciare. E allora ecco il segretario al contrattacco: “Comunità scientifiche e governi, come quelli di Germania e Gran Bretagna, che invitano alla prudenza sui vaccini per i minorenni, invitano forse a morire? Per fortuna no”, polemizza. “L’obiettivo di tutti, mio come di Draghi, è salvare vite, proteggere gli italiani, la loro salute, il loro lavoro, la loro libertà. Fondamentale – prosegue – mettere in sicurezza gli anziani, i nostri genitori e i nostri nonni, senza penalizzare, rinchiudere o multare i figli e i nipoti. Anche oggi in Italia, come nei giorni passati, il numero di ricoverati in terapia intensiva è sotto controllo, 158 (col 98% dei letti vuoti) a fronte dei 385 di un mese fa. Bene, avanti così. Gli italiani, come sempre, si stanno dimostrando un grande popolo, e per loro come per me il principio guida è uno: la libertà“, conclude.
Poco dopo anche da ambienti della Lega trapela “sorpresa” per la stilettata del premier a Salvini, peraltro arrivata – si fa notare – “dopo una lunga e cordiale telefonata” tra i due nel pomeriggio, in cui il leader del Carroccio aveva “garantito massimo sostegno alle riforme, a partire da giustizia e fisco, e ribadito alcune osservazioni costruttive a proposito di Green pass e piano vaccinale”. Fonti del Partito democratico, invece, comunicano soddisfazione per il “monito alto” di Draghi, la “risposta limpida e inappellabile a Salvini che non a caso corregge il tiro e parla di minorenni, quando solo pochi giorni fa aveva detto che è per gli under 40 che il vaccino non serve. La verità è che questa destra gioca a dadi con questioni delicatissime, si conferma irresponsabile”.
E il mattino dopo, intervistata dal Corriere, anche la ministra di Forza Italia per il Sud Mariastella Gelmini – che già nei giorni scorsi aveva sponsorizzato l’obbligo di green pass “alla francese” – in sostanza si allinea alla posizione del capo del Governo contro l’alleato di centrodestra. “Penso che dovremmo aver fiducia nella scienza e vaccinarci tutti, compresi i giovani”, dice, “Forza Italia ha ampiamente espresso la sua linea favorevole ai vaccini e al green pass”. E alla domanda se davvero, come ha sostenuto Salvini, il certificato tolga “il diritto alla vita a 30 milioni di italiani”, risponde che “no, non è così. Il green pass serve a scongiurare nuove chiusure, a evitare il coprifuoco, ad aumentare la capienza all’aperto di stadi e impianti sportivi. E grazie il pass i vaccinati aumenteranno”. Profezia confermata dalle parole di Giovanni Toti: il governatore della Liguria, un altro stretto alleato di Salvini, definisce “opportuna ed equilibrata” la scelta del Governo e parla di “oltre 5500 prenotazioni registrate nelle due ore successive alle parole del premier”.