Al grido di “libertà, libertà”, migliaia di persone sono scese in strada nelle maggiori città australiane per protestare contro il nuovo lockdown anti-Covid imposto nei giorni scorsi, mentre il numero di nuovi casi dovuti alla variante Delta è in aumento in tutto il Paese, che era invece uscito pressoché indenne dalla prima ondata. Manifestazioni non autorizzate, a tratti anche violente, si sono svolte a Sidney, Melbourne e anche a Brisbane, che non è neanche sottoposta alla chiusura forzata.
A Sidney, in particolare, i manifestanti, circa 15 mila secondo alcune stime, quasi tutti senza mascherina, si sono scontrati con la polizia schierata in forze, lanciando bottiglie di plastica e altri oggetti; persino dei vasi di fiori contro gli agenti, intervenuti anche a cavallo. Almeno 57 persone sono finite in manette e oltre cento sono state multate.
Il ministro della polizia del Nuovo Galles del Sud, David Elliott, che ha definito la manifestazione un evento “super diffusore”, ha reso noto che è stato creato un team speciale che visionerà i filmati delle telecamere di sorveglianza per identificare i manifestanti. “Sarò molto, molto sorpreso se la prossima settimana non vedremo un picco di infezioni nelle aree da cui provengono questi manifestanti”, ha affermato. “Sono assolutamente disgustata dai manifestanti scesi oggi illegalmente in strada, le cui azioni egoistiche hanno compromesso la sicurezza di tutti noi”, ha dichiarato dal canto suo in una nota la premier dello stato del New South Wales, Gladys Berejiklian.
A Melbourne, dove le restrizioni potrebbero durare fino ad ottobre, migliaia di manifestanti si sono radunati davanti al parlamento statale, innalzando striscioni con scritte come “Non si tratta di un virus, si tratta di controllo totale del governo sulle persone”, oppure “temo più il governo del Covid-19“. Almeno sei persone sono state arrestate.
Gli organizzatori avevano chiamato i manifestanti a raccolta utilizzando i social network, pubblicizzando le proteste anche su siti spesso utilizzati per diffondere teorie no-vax. In base alle attuali regole di sanità pubblica, le persone che non appartengono allo stesso nucleo familiare non possono riunirsi in gruppi di più di due all’esterno.
Dall’inizio della pandemia, l’Australia, 25 milioni di abitanti, ha registrato oltre 32.500 casi e 916 morti, secondo i dati della Johns Hopkins University, ma ha vaccinato solo il 12,55 per cento della popolazione.