La 30enne bresciana originaria di Orzinuovi diventa la sola ginnasta italiana a partecipare a quattro Olimpiadi consecutive: già campione del mondo e d'Europa (per quattro volte), sogna ancora una medaglia ai Giochi. Già essere a Tokyo è stata un'impresa, dopo la rottura del tendine d’Achille e una doppia operazione
I record sembrano accompagnare da sempre la carriera di Vanessa Ferrari. Nel 2006, a soli 15 anni, è la prima italiana a vincere un Campionato del mondo di ginnastica. Nel 2008 è l’unica minorenne della nostra spedizione a Pechino. Oggi diventa la sola ginnasta italiana a partecipare a quattro Olimpiadi consecutive (le longeve Monica Bergamelli e Miranda Cicognani, sue colleghe, si erano fermate, si fa per dire, a tre).
Eh già! La 30enne bresciana originaria di Orzinuovi e allenata da Enrico Casella, caporalmaggiore scelto dell’Esercito, è una che non molla: e se il tre non si è dimostrato il suo numero di presenze fortunato per ottenere una medaglia olimpica, allora sarà il quattro. Dopo una piccola polemica iniziale che l’ha vista protagonista incolpevole, il 25 luglio notte – insieme alle colleghe Asia e Alice D’Amato e Martina Maggio – scenderà nell’arena dell’Ariake Gymnastics Centre di Tokyo per le qualificazioni femminili a squadre e di specialità. Dopo l’infortunio di Giorgia Villa ai campionati assoluti della settimana scorsa, infatti, ecco che Vanessa oltre che per la finale individuale al corpo libero, gareggia anche nel concorso generale a squadre, per darsi una chance in più di salire sul podio.
Ha trent’anni, Vanessa, un’età che per questa disciplina è già da ritiro: vuoi per gli acciacchi e i dolori, vuoi per gli infortuni collezionati. Tra i tanti, il più terribile fu nel 2017 ai Mondiali di Montreal: alla fine dell’ultima diagonale sul tappeto, le si rompe il tendine d’Achille (un punto da sempre molto delicato per lei) al momento dell’arrivo dall’ultimo salto. Non riesce a rialzarsi e il suo allenatore la porta via di peso. Si opera, poi resta cento giorni ferma. Torna a gareggiare, vince, ma segue una seconda operazione. Torna nuovamente in pista, ma la paura di farsi male fa fatica ad andarsene. Più forte della paura, tuttavia, è la voglia di vincere una medaglia alle Olimpiadi.
In effetti, è solo quel riconoscimento a mancarle: oltre che campionessa del mondo nel 2006, ha vinto quattro europei e ben sei Coppe del mondo, più una lunghissima lista di argenti e bronzi internazionali. Ai giochi olimpici, invece, è sempre stata beffata dalla sorte. Dopo Pechino, dove le si infiamma il tendine d’Achille e si piazza solo all’undicesimo posto, sia a Londra sia a Rio colleziona due quarti posti (nel 2012, ottiene lo stesso punteggio dell’atleta classificata terza, la russa Aliya Mustafina, che però le passa davanti perché nei casi di pari merito si privilegia non chi ha l’esercizio con un coefficiente di difficoltà di partenza maggiore, ma chi ottiene il punteggio più alto nell’esecuzione).
Oggi, dopo aver ottenuto il pass olimpico soltanto un mese fa, il suo nuovo esercizio a corpo libero – la specialità che preferisce – è costruito sulle note di “Con te partirò” di Andrea Bocelli e come sempre è una routine potente e spettacolare. Vanessa ha dichiarato di dedicarlo al pubblico italiano che lei porta dentro “con sé”. Nessuno, tuttavia, impedisce di pensare che il titolo sia anche una specie di invito rivolto alla medaglia olimpica.