Nei giorni scorsi il pg della Cassazione Giovanni Salvi ha chiesto al Csm di trasferire il magistrato ad altra sede e funzioni dopo il caso della fuga di notizie sui verbali e i dissidi con il procuratore Greco e l'aggiunto Pedio. Ma la maggior parte dei colleghi è dalla sua: solidarietà anche dai giudici e dal resto del distretto
“I sottoscritti magistrati rappresentano che, esclusa ogni valutazione di merito, la loro serenità non è turbata dalla permanenza del collega nell’esercizio delle sue funzioni presso la Procura della Repubblica di Milano”. È un passaggio della lettera-appello sottoscritta da 78 magistrati (compresa quasi tutta la procura di Milano, visto che hanno firmato 59 pm su 64) in sostegno di Paolo Storari, il sostituto procuratore di cui è stato chiesto – da parte del pg di Cassazione Giovanni Salvi, titolare dell’azione disciplinare di fronte al Csm – il trasferimento urgente ad altra sede e funzioni dopo le vicende del caso Eni-Amara per tutelare la “serenità dei magistrati del distretto”. A promuovere la manifestazione di solidarietà a Storari il procuratore aggiunto e capo dell’antiterrorismo Alberto Nobili insieme ad altri tre degli otto “vice” del procuratore capo Francesco Greco. All’appello ha aderito quasi al completo anche l’ufficio gip e circa la metà dei giudici del dibattimento: alcune sezioni – la sesta, la nona, la quinta e la prima – in blocco. Sono arrivate firme anche dagli altri uffici del distretto, come quelle dell’intera procura di Busto Arsizio e di altre procure del distretto, e i giudici Tribunale milanese, l’ufficio gip quasi al completo, è stata condivisa dai magistrati di Roma, Napoli, Bologna, Salerno, Verona, Taranto, Udine e Latina che si sono associati “all’auspicio di chiarezza, celerità e serenità”.
Storari è indagato a Brescia per rivelazione di segreto d’ufficio per aver consegnato a Piercamillo Davigo – allora consigliere del Csm – i verbali in cui l’ex legale Eni Piero Amara parlava dell’esistenza della loggia massonica “Ungheria”: ha spiegato di averlo fatto per combattere l’inerzia nell’iscrizione della relativa notizia di reato da parte di Greco e dell’aggiunto Laura Pedio. “Siamo turbati dalla situazione che sta emergendo da notizie incontrollate e fonti aperte e sentiamo solo il bisogno impellente di chiarezza, di decisioni rapide che poggiano sull’accertamento completo dei fatti e prendano posizione netta e celere su ipotetiche responsabilità dei colleghi coinvolti”, scrivono i magistrati firmatari. Lunedì al Csm iniziano le audizioni dei magistrati (tra cui cinque procuratori aggiunti) convocati a deporre in vista del voto in commissione disciplinare sulla richiesta di trasferimento, fissato per il 30 luglio: e tra i magistrati firmatari della lettera pro-Storari circola l’idea di inviare il testo a palazzo dei Marescialli.
In sostengo di Storari è arrivata anche una lettera i componenti del comitato direttivo centrale dell’Associazione nazionale magistrati eletti nella Lista di Articolo Centouno, Giuliano Castiglia, Ida Moretti e Andrea Reale. “L’iniziativa” di Salvi – scrivono “ci sembra intempestiva, spropositata, ingiusta e, in definitiva, incredibile”. I tre eletti all’Anm si dicono “profondamente sorpresi” anche se, ammettono, “non possiamo certo dire che sia un fulmine a ciel sereno perché il cielo è tutt’altro che sereno”. Gli esponenti di Articolo Centouno si chiedono: “Possibile che nella gestione dell’articolatissima ‘vicenda Amara‘ da parte della procura di Milano, che vede coinvolti numerosi magistrati, anche con ruoli direttivi e semidirettivi, e che, stando alle notizie che circolano senza smentite e alle plurime iniziative giudiziarie che risultano avviate, appare opacissima, l’unico chiamato a risponderne sul piano disciplinare sia il sostituto procuratore Paolo Storari? E possibile che, pur nella complessità della situazione, sia chiamato a risponderne così pesantemente in via cautelare?”.