La relazione proposta dalla presidente della commissione Trasparenza, Chiara Colosimo, raccoglie estratti delle audizioni e arriva alla conclusione che 29 assunti su 44 "non hanno raggiunto il punteggio necessario al superamento della prova preselettiva (o comunque sarebbero rimasti fuori dall’indicazione dei primi venti più i pari merito) e quindi non avrebbero dovuto partecipare alle successive prove del concorso"
La maggior parte degli assunti (29 su 44) nell’ambito del concorso del Comune di Allumiere, risorse da cui ha attinto anche la Regione Lazio, non aveva requisiti sufficienti per l’assunzione. È questa la conclusione del ciclo di audizioni che si sono tenute sul caso concorsopoli alla Regione Lazio nell’ambito della commissione Trasparenza, presieduta da Chiara Colosimo di Fratelli d’Italia. La relazione proposta dalla presidente, e che ora è al vaglio dei commissari, raccoglie estratti delle audizioni sul tema, dalla prima del 28 maggio 2021 all’ultima del 25 giugno, quando è stato ascoltato l’ex presidente del consiglio regionale Mauro Buschini – che ad aprile, dopo che è esploso il caso, si è dimesso dalla guida dell’Aula della Pisana – e arriva alla conclusione che “ben 29 assunti su 44 sarebbero fuori dalle prove preselettive. I 29, infatti, non hanno raggiunto il punteggio necessario al superamento della prova preselettiva (o comunque sarebbero rimasti fuori dall’indicazione dei primi venti più i pari merito) e quindi non avrebbero dovuto partecipare alle successive prove del concorso. Quindi la maggioranza dei candidati è stata assunta senza avere i requisiti per l’assunzione”.
IL CASO – Al Comune di Allumiere, cittadina di 3.800 abitanti a 40 chilometri da Roma, nel giro di quindici giorni, a ridosso del natale del 2020, è stato lanciato un concorso pubblico per assumere personale a tempo indeterminato destinato alla Regione Lazio. Almeno in 16, fra militanti, dirigenti e collaboratori di partito, molti dei quali già lavoravano negli uffici regionali, si sono guadagnati l’assunzione. Sul caso ben due procure, Civitavecchia e Roma, poi hanno aperto un fascicolo. Nel registro degli indagati i tre componenti della commissione e il sindaco di Allumiere Antonio Pasquini. Tra questi, Andrea Mori, presidente della commissione del concorso per istruttori amministrativi, al quale nelle scorse ore i carabinieri hanno notificato la misura cautelare del divieto di dimora nei comuni di Tolfa e Ladispoli, su richiesta della Procura di Civitavecchia. Nel corso delle indagini infatti sarebbe emersa la rivelazione di segreti d’ufficio: in particolare Mori avrebbe rivelato le domande del test di preselezione ad alcuni candidati, risultati poi idonei e assunti a seguito della pubblicazione della graduatoria. Il divieto di dimora nei due Comuni è motivato dal fatto che Mori svolge incarichi amministrativi in questi enti.
LE CONCLUSIONI DELLA COMMISSIONE – Nel dettaglio, dalla relazione redatta dalla presidente Colosimo emerge, che “su 44 assunti ben 34 hanno legami accertati con la politica o con la commissione (giudicatrice, ndr). Dall’esame dell’elenco degli assunti e degli esclusi si può facilmente riscontrare come i candidati esclusi dalle assunzioni siano i cosiddetti figli di nessuno. Negli ultimi posti o tra i ‘saltati’ dagli elenchi inviati da Allumiere al Consiglio regionale o ad altri Comuni, troviamo proprio i candidati (la quasi totalità) che non hanno nessun legame. Inoltre, ben 39 candidati assunti su 44 erano stati inseriti, dalla commissione, nel famoso primo elenco delle preselezioni“.
LE PROVE PRESELETTIVE – Altro aspetto è quello della gestione e amministrazione della procedura concorsuale. Quello della prova preselettiva, si sottolinea nella relazione, è un “altro aspetto da non trascurare“. I candidati sono stati suddivisi in sette gruppi ma “a differenza di altri concorsi, la suddivisione è stata eseguita senza un criterio (ad esempio l’estrazione di una lettera per eseguire poi il resto dei test seguendo l’ordine alfabetico). Si nota che al primo turno – scrive Colosimo – sono stati inseriti tutti i nomi vicini alla politica. E questo ha portato all’altissima percentuale di idonei del primo gruppo (il 70 per cento nel primo gruppo, a differenza degli altri che si attestano a una media inferiore al 20 per cento). Inoltre, dei 49 idonei del primo gruppo, la quasi totalità è stata assunta nelle amministrazioni. Le uniche due persone rimaste fuori sono le due ragazze di Colleferro (legate al sindaco) che hanno deciso di rinunciare. Inoltre, 3 partecipanti destinati ad altri turni sono stati spostati al primo turno senza nessun valido motivo. I 3 hanno passato la preselezioni e poi sono stati assunti”.
“ANNULLAMENTO DELLA PROCEDURA” – Per i motivi illustrati nella relazione si spiega che soltanto “la tanto discussa prova preselettiva dovrebbe portare all’annullamento dell’intera procedura”. La stessa si è tenuta, come previsto dal bando, perché le domande (642) hanno superato il massimo previsto (50). Per le prove preselettive erano previste “due modalità di accesso: un punteggio minimo di 21 su 30 e la possibilità di ammettere alla prova successiva soltanto 20 persone” ma “in realtà la prova preselettiva è stata superata da 107 persone (104 se si considerano i 3 esonerati), molti più di quelli previsti nel bando” cioè un massimo di 27. Un’altra anomalia viene segnalata: il verbale, che contiene i 107 nomi e i punteggi, che compare, scompare e ricompare sul sito dedicato e senza più i punteggi. “Sono felice di aver svolto questo lavoro in tempi rapidi – ha spiegato Colosimo -. Ritenevo fosse necessario dare un segnale di rigore velocemente, perché è mancato e non soltanto su questa vicenda. La mia posizione è stata quella di proporre una relazione, quanto scritto è verificato nei resoconti della commissione Trasparenza: mi auguro che non si pensi di volerlo stravolgere”.