Con 21 titoli in corsa per il Leone d’oro (nel 2020 erano 19) e un cospicuo numero tra Orizzonti, Orizzonti extra, Special Screenings, Fuori concorso (fiction, doc, series) sfileranno sul Lido 59 nazionalità differenti, di cui quella italiana, si anticipava, la più ricca con un numero esorbitante di opere (circa 20 sparse in ogni sezione)
Con 21 titoli in corsa per il Leone d’oro (nel 2020 erano 19) e un cospicuo numero tra Orizzonti, Orizzonti extra, Special Screenings, Fuori concorso (fiction, doc, series) sfileranno sul Lido 59 nazionalità differenti, di cui quella italiana, si anticipava, la più ricca con un numero esorbitante di opere (circa 20 sparse in ogni sezione). Non mancano gli Stati Uniti con lavori a grandi firme (Paul Schrader, la “deb” in regia Maggie Gyllenhaal, Ridley Scott, David G. Green..), la Francia con tre concorrenti (Brizé, Giannoli e Diwan), il grande ritorno di Jane Campion tra le cinque registe in concorso (lo scorso anno erano 8, ma sono state rispettate le proporzioni di presenza dei lavori sottoposti alla selezione).
E l’Italia, si diceva, a far la parte del leone anche laddove non concorre a vincerlo. Tra gli autori nazionali che sfileranno fuori concorso si elencano Leonardo Di Costanzo con Ariaferma, Roberto Andò con Il bambino nascosto, Stefano Mordini con La scuola cattolica; in Orizzonti sono invece inclusi Atlantide di Juri Ancarani, Il paradiso del pavone di Laura Bispuri, La ragazza ha volato di Wilma Labate, La macchina delle immagini di Alfredo C. Di Roland Sejko. Tra i documentari sempre out of competition anche Viaggio nel crepuscolo di Augusto Contento, Deandré#Deandré. Storia di un impiegato di Roberto Lena, Django & Django di Luca Rea e Ezio Bosso. Le cose che restano di Giorgio Verdelli.