La Sardegna, e in particolare l’Oristanese, brucia da almeno 60 ore. Secondo le prime indicazioni che arrivano dalla Regione, l’incendio è divampato a Bonarcado il 23 luglio scorso quando a causa di un incidente ha preso fuoco un’auto. Le fiamme preoccupano soprattutto le comunità del Marghine e della Planargia. Allerta massima anche per la rotazione dei venti che potrebbe portare l’ingresso del maestrale, facendo nuovamente cambiare direzione alle fiamme verso la statale 131 “Carlo Felice” che collega Cagliari a Sassari, tra Noragugume, Sindia e Macomer
Cronaca - 26 Luglio 2021
Rogo nell’Oristanese, la Sardegna continua a bruciare: allerta per la rotazione dei venti
La Playlist Incendi Sardegna
- 12:19 - Fieg e editori europei: Google decide da solo test con blocco contenuti
(Adnkronos) - “La European Magazine Media Association (EMMA), la European Newspaper Publishers’ Association (ENPA) e la News Media Europe (NME) hanno preso atto dell’annuncio da parte di Google dell’avvio di un test per sopprimere i contenuti della stampa europea in Google News, Search e Discover. Secondo Google, questo test interesserà l’1% degli utenti di Belgio, Croazia, Danimarca, Grecia, Italia, Paesi Bassi, Polonia e Spagna. La Francia era stata inizialmente inclusa nell’elenco dei Paesi coinvolti, ma il tentativo è stato giustamente bloccato dopo le decisioni del Tribunale del Commercio di Parigi". E' la risposta congiunta delle associazioni europee di editori - di cui fa parte la Fieg - all'annuncio di Google in relazione al blocco dei contenuti stampa in 8 Paesi UE (tra cui l’Italia): tale blocco interesserebbe l’1% degli utenti di ciascuno dei Paesi coinvolti e sarebbe un test condotto unilateralmente da Google per verificare l’impatto sul traffico.
"Google non ha consultato gli editori di stampa o le associazioni di editori di stampa su questo studio, né li aveva precedentemente informati. Il suo annuncio è stato quindi una vera sorpresa. Siamo estremamente preoccupati per la mancanza di informazioni e di trasparenza di questa iniziativa, nonché per le conseguenze che potrebbe avere per gli editori di stampa europei. Esortiamo pertanto Google a sospendere i test con effetto immediato e ad avviare un dialogo con il settore editoriale della stampa europea per concordare, in modo costruttivo e trasparente, una strada comune da seguire", si legge.
"L'importanza dei contenuti giornalistici nel modello di guadagno di Google è un tema di discussione di lunga data e Google finora non è stato affatto trasparente. L'annuncio unilaterale di Google della riduzione dei contenuti giornalistici non è solo una risposta inappropriata alla questione della trasparenza, ma anche una mossa inaccettabile - Google valuterà Google sulla base di parametri di ricerca determinati da Google", prosegue la nota.
"Notiamo che per anni le aziende tecnologiche hanno sistematicamente presentato il valore dei nostri contenuti giornalistici, ad esempio nella ricerca, senza alcuna giustificazione, restituendo una valore molto più piccolo di quanto non sia in realtà. Soprattutto con un gatekeeper digitale come Google, è fondamentale che ogni potenziale ricerca sia condotta in piena trasparenza e in consultazione con gli editori, sia testata e verificata in modo indipendente da terze parti indipendenti e che i risultati siano condivisi pubblicamente", conclude la nota.
- 12:18 - L'indagine 'L'età senza età', 51% italiani si sente più giovane degli anni che ha
Roma, 18 nov. (Adnkronos Salute) - La metà degli italiani (51%) si sente più giovane della propria età, con una concentrazione tra i 55-64 anni (58%) e i 65+ anni (69%), segno di un forte desiderio di continuità e vitalità mentale nelle fasce più avanzate. Il 63% dei 55-64enni si sente mentalmente più giovane e questa percentuale cresce al 69% tra gli over 65. Tuttavia, in termini di efficienza fisica, solo il 40% dei 55-64 anni si sente più giovane, a indicare che il declino fisico viene percepito in modo più marcato rispetto a quello mentale. Per il 36% degli italiani oltre i sessant'anni, la vecchiaia incomincia quando si smette di fare progetti. Sono i risultati di 'L'età senza età', la nuova edizione dell'Osservatorio Nestlé che, nell'indagare il legame tra la longevità e qualità di vita, oltre a suscitare la domanda ironica 'vecchio a chi?', conferma l'impegno dell'azienda a supportare il benessere fisico e mentale, incoraggiando abitudini alimentari che favoriscano una longevità attiva e soddisfacente per tutti.
L'indagine - si legge in una nota - abbraccia 4 generazioni esplorando come giovani, adulti e anziani possono unirsi in un percorso di salute e benessere mentre transitiamo da una società della vecchiaia a una della longevità. E' certamente uno sguardo olistico perché, come confermano anche precedenti studi dell'Osservatorio Nestlé, le emozioni influenzano quanto e ciò che scegliamo di mangiare e il cibo che consumiamo può nutrire sia il corpo che lo spirito, in un circolo virtuoso in cui salute e benessere si alimentano reciprocamente. "L'impegno, la partecipazione, il contribuire a creare un mondo migliore per sé o gli altri, o semplicemente avere un obiettivo in grado di sfidarci e collocarci nel futuro - commenta Nic Palmarini, direttore del National Innovation Centre for Ageing (Nica) del Regno Unito, Ceo di Voice Italia Social Enterprise e Co-Founder di Edelman Longevity Lab - rappresenta un driver cruciale. E' quello che gli inglesi chiamano 'purpose' e che potremmo provare a tradurre con 'senso della vita'. Ne parliamo ogni giorno per tenere la nostra mente attiva, per spronarci ad alzarci dal divano o smettere di scrollare Instagram, ma qui è nero su bianco: è quello che stabilisce il confine tra sentirsi o meno vecchi".
Pur sentendoci più giovani rispetto alla nostra età anagrafica, siamo tutti preoccupati dell'avanzare degli anni. E mentre oltre il 45% dei più giovani, nella fascia 18-34 anni, è in ansia per l'aspetto fisico e i cambiamenti estetici, per il 50% dei 35-45enni e il 55% dei 45-54 anni è il mantenimento della forza fisica a essere la preoccupazione centrale. Mentre è sugli aspetti legati al senso profondo di dignità che le ansie degli italiani si acuiscono: il timore del declino cognitivo e mentale, e della perdita di autonomia, sono sentiti da tutti, diventando una vera e propria preoccupazione per un'alta percentuale delle generazioni 55-64 anni e 65+.
A dispetto del concetto di 'ageismo' che vede le generazioni come status a sé, diverse sono le cose che accomunano tutte le età, soprattutto la preoccupazione per la solitudine e l'isolamento, più marcate addirittura nelle generazioni più giovani (18-34 anni 27% e 35-44 anni 21%), mentre nelle età più avanzate incide del 19% e addirittura del 17% sugli over 65, quasi a riprova di una ritrovata 'serendipità'. "Non esiste un 'loro' e 'noi' - spiega Palmarini - Quegli anziani che pensi siano chissà cosa o chissà chi, assomigliano a qualcuno che conosciamo benissimo. Le cose che temiamo della vecchiaia, ad esempio, sono praticamente le stesse a qualsiasi età. Le potrei riassumere con la parola 'dignità'. Vogliamo che ci venga preservata e riconosciuta la nostra dignità di persone, di essere autonomi, di non diventare un oggetto, di avere la possibilità di essere consapevoli delle nostre scelte grazie a una mente che funziona. Viene anche sfatato, finalmente, il mito secondo cui solitudine o isolamento siano paure degli anziani quando chiaramente è una delle cose che preoccupa di più i ragazzi".
L'alimentazione è associata al piacere per tutte le fasce d'età, ma solo il 20% della popolazione italiana considera il nutrimento un modo per vivere più a lungo. Tra i 18-34 anni, la fascia di età che può ancora permettersi di 'sgarrare' e pasteggiare a patatine e junk food senza sensi di colpa, c'è una percezione maggiore di felicità associata al cibo (oltre il 25%). Circa il 60% dei 55-64enni e 65+ ha ridotto la quantità di cibo consumata e oltre la metà afferma di aver migliorato la qualità e la leggerezza della propria alimentazione, riflettendo una crescente attenzione verso un'alimentazione più leggera e sana. Inoltre, 1 italiano su 3 ha aumentato il consumo di integratori e frutta secca, negli ultimi anni.
"Sembrerebbe che gli italiani abbiano adottato abitudini più sane, con l'aumento del consumo di frutta, verdura e legumi - osserva Giuseppe Fatati, direttore scientifico dell'Osservatorio Nestlé e presidente di Italian Obesity Network - la metà dei 55+ ha diminuito il consumo di carne. I 65+ evitano anche i dolci. Inoltre, 2 su 3 tra gli over 65 hanno diminuito la propria alimentazione negli ultimi anni. Questo dato si presta a diverse osservazioni non tutte positive. Se consideriamo positivo per i giovani ridurre l'introito calorico, non siamo certi che lo stesso concetto sia valido per i meno giovani ed è un dato da analizzare con molta attenzione". Lo stile di vita cambia sensibilmente in base alla fascia d'età. Se infatti i 18-34enni fanno movimento e si dedicano a degli hobby, e stimolano la mente con attività social e App sul cellulare, i 35-54enni dedicano molto tempo a lavoro e figli, i 55+ sono invece più legati alla televisione. I 65+, avendo smesso di lavorare, si possono dedicare ad attività secondarie, volontariato, ma anche amici e nipoti e, per svagarsi, privilegiano lettura, parole crociate e programmi televisivi.
"La longevità - aggiunge Fatati - non è solo una questione di genetica; le nostre abitudini quotidiane, dalla dieta allo stile di vita, sono fattori determinanti. Educare le persone su questi aspetti e promuovere uno stile di vita sano è fondamentale per un futuro dove tutti possano invecchiare con qualità". I dati evidenziano chiaramente un'Italia attenta al benessere e aperta a strategie innovative per vivere meglio e più a lungo. Ma, a fronte di una fotografia così chiara, alla fine, esiste ancora una domanda che stimola una riflessione e condivisione profonda sul proprio percorso di vita, come un ponte che unisce il passato e il presente: se potessi dare dei consigli al/alla te da giovane, quale consiglio ti daresti? Tutte le generazioni (si) raccomandano di vivere il più possibile attraverso esperienze significative, come viaggiare e studiare. In particolare, i 55+ (si) consigliano attività fisica regolare e una buona alimentazione. Le generazioni più mature, in particolare i 65+, (si) consigliano di passare più tempo con le persone care. I più giovani, come i 18-34enni, (si) raccomandano una particolare cura della propria salute mentale.
"Ognuno di noi - sottolinea Palmarini - invecchia diversamente e vede la vecchiaia sempre come la prima asticella rappresentata dalla decade che si trova davanti. Per un ventenne, un vecchio è uno di trent'anni e così via. Il che ci ricorda come sia decisivo e necessario aiutare tutti tutto l'arco della vita per evitare quella stupida sorpresa che ci coglie quando raggiungiamo i sessanta. Come se non l'avessimo sempre saputo che sarebbe successo".
L'Osservatorio L'età senza età offre spunti per un futuro in cui l'età non è solo un numero ma una risorsa preziosa, un futuro costruito insieme, grazie al contributo di ogni generazione, al valore delle piccole abitudini quotidiane e alla scoperta di nuovi orizzonti della scienza nutrizionale. La scelta fatta da Nestlé di sostenere questo osservatorio - conclude Palmarini - è un segnale fortissimo al mercato e a tutte le imprese, indipendentemente dal loro settore merceologico. E' la scelta di una organizzazione globale di abbracciare una visione orizzontale e olistica sul tema del corso della vita e guardare l'evoluzione di un Paese che cambia. Spero che questo osservatorio longevità sia il primo di una lunga serie che ci aiuterà, anno dopo anno, a decodificare non solo chi stiamo diventando ma, soprattutto, chi vorremo diventare". Anche per questo, il futuro dell'Osservatorio vedrà sempre più il coinvolgimento di comunità e partner scientifici, per poter sviluppare linee guida concrete e raggiungere un numero crescente di persone, con l'obiettivo di costruire una società più sana, longeva e consapevole.
- 11:55 - Rifiuti: Ifaba e Omnisyst trasformano scarti in risorse
Roma, 18 nov. (Adnkronos) - Più di un milione di chili di plastica riutilizzata ogni anno nelle proprie produzioni, arrivando a coprire fino al 90% della produzione totale. È il caso studio di Ifaba, presentato da Omnisyst a Ecomondo, evento di riferimento in Europa per nuovi modelli di economia circolare, terminato l'8 novembre a Rimini. Il caso vede protagonisti gli stabilimenti produttivi di Ifaba, multinazionale tascabile milanese specializzata nella fornitura di forme per la produzione di scarpe ai principali marchi mondiali del lusso. Affiancata da Omnisyst, attiva nella gestione circolare dei residui di produzione, Ifaba ha intrapreso un progetto che unisce logistica inversa, simbiosi industriale e responsabilità estesa del produttore per un riutilizzo virtuoso dei materiali plastici.
Nel dettaglio, l’azienda ha richiesto supporto a Omnisyst per ridurre il quantitativo di residui in un ambito specifico: la produzione di forme in plastica per calzature, che hanno una vita molto breve. Queste forme, diverse per ogni collezione, modello di scarpa e taglia, non possono essere riutilizzate per le produzioni successive, incrementando così la quantità di rifiuti. È nato, così, un approccio che prevede il ritiro e il recupero delle forme di plastica ormai esauste dai clienti del lusso di Ifaba e il loro conferimento in un impianto che le riduce in granuli per essere reimpiegate nella produzione di nuove forme di scarpe, creando un ciclo virtuoso che minimizza l’impronta ambientale.
“Le esigenze sono quelle di avere dei livelli di servizio, di professionalità e di struttura dell’azienda - afferma l’amministratore delegato di Ifaba Luca Giani - che devono essere sempre di più ricercate nell’eccellenza. Solo in innovazione, macchinari e attrezzature, nel piano industriale di Ifaba, investiamo tra il 7 e il 9% dei ricavi”. Ifaba decide, così, di assumersi la responsabilità del destino di residui industriali che non erano più in loro gestione: questo concetto di responsabilità estesa del produttore va oltre gli obblighi normativi e rappresenta un nuovo impegno per l’ambiente.
La logistica inversa, che ha inizio alla fine del ciclo di vita delle forme per calzature e che mira a restituire valore al prodotto per un suo riutilizzo, rappresenta una soluzione di grande impatto nell’ambito della gestione sostenibile dei materiali, permettendo di chiudere il ciclo di vita dei prodotti riducendo gli sprechi. “Omnisyst ha supportato Ifaba in questo percorso - spiega Antonino Rapisardi, direttore Commerciale, Strategia e Sviluppo di Omnisyst - studiando il flusso di rifiuti plastici generati alla fine del ciclo di vita delle forme per calzature e progettando un processo per il recupero e la riduzione in granuli della plastica. Il modello operativo sviluppato è il risultato di un Waste Check-Up approfondito, che ha permesso di ottimizzare le soluzioni di riutilizzo con un approccio data-driven, monitorando al contempo le emissioni”.
L'intervento ha portato a risultati tangibili: in due soli carichi, sono stati recuperati oltre 25mila chili di prodotto e compensati 540 kg di emissioni di CO2, monitorati con algoritmo proprietario e certificato Omnisyst, garantendo un processo carbon neutral. Questo modello integrato è stato reso possibile grazie alla digitalizzazione e a un’accurata gestione dei dati. Rapisardi continua: “Questi processi sono già in essere in Italia in certi ambiti da trent’anni. Se parliamo di riciclo, l’Italia è campione europeo, come dimostrato dal recente report GreenItaly. Qui si tratta ora di diffondere il messaggio e fare in modo che diventi una pratica sempre più diffusa. La sensibilità delle aziende a questo tipo di pratiche è fondamentale, altrimenti queste eccellenze restano dei silos pur virtuosi a livello europeo, ma che non si propagano in tutto il tessuto industriale”.
Sono stati seguiti, dunque, i principi di simbiosi industriale, che puntano alla creazione di un circuito chiuso, in cui i cosiddetti 'scarti' di lavorazione possono essere riutilizzati all’interno di altri processi, che siano di un’azienda prossima o della stessa azienda che li ha generati. La simbiosi industriale consente alle aziende di condividere risorse e know-how, ottimizzando l’efficienza dei processi e abbattendo i costi.
- 11:55 - Rifiuti: Ifaba e Omnisyst trasformano scarti in risorse
Roma, 18 nov. (Adnkronos) - Più di un milione di chili di plastica riutilizzata ogni anno nelle proprie produzioni, arrivando a coprire fino al 90% della produzione totale. È il caso studio di Ifaba, presentato da Omnisyst a Ecomondo, evento di riferimento in Europa per nuovi modelli di economia circolare, terminato l'8 novembre a Rimini. Il caso vede protagonisti gli stabilimenti produttivi di Ifaba, multinazionale tascabile milanese specializzata nella fornitura di forme per la produzione di scarpe ai principali marchi mondiali del lusso. Affiancata da Omnisyst, attiva nella gestione circolare dei residui di produzione, Ifaba ha intrapreso un progetto che unisce logistica inversa, simbiosi industriale e responsabilità estesa del produttore per un riutilizzo virtuoso dei materiali plastici.
Nel dettaglio, l’azienda ha richiesto supporto a Omnisyst per ridurre il quantitativo di residui in un ambito specifico: la produzione di forme in plastica per calzature, che hanno una vita molto breve. Queste forme, diverse per ogni collezione, modello di scarpa e taglia, non possono essere riutilizzate per le produzioni successive, incrementando così la quantità di rifiuti. È nato, così, un approccio che prevede il ritiro e il recupero delle forme di plastica ormai esauste dai clienti del lusso di Ifaba e il loro conferimento in un impianto che le riduce in granuli per essere reimpiegate nella produzione di nuove forme di scarpe, creando un ciclo virtuoso che minimizza l’impronta ambientale.
“Le esigenze sono quelle di avere dei livelli di servizio, di professionalità e di struttura dell’azienda - afferma l’amministratore delegato di Ifaba Luca Giani - che devono essere sempre di più ricercate nell’eccellenza. Solo in innovazione, macchinari e attrezzature, nel piano industriale di Ifaba, investiamo tra il 7 e il 9% dei ricavi”. Ifaba decide, così, di assumersi la responsabilità del destino di residui industriali che non erano più in loro gestione: questo concetto di responsabilità estesa del produttore va oltre gli obblighi normativi e rappresenta un nuovo impegno per l’ambiente.
La logistica inversa, che ha inizio alla fine del ciclo di vita delle forme per calzature e che mira a restituire valore al prodotto per un suo riutilizzo, rappresenta una soluzione di grande impatto nell’ambito della gestione sostenibile dei materiali, permettendo di chiudere il ciclo di vita dei prodotti riducendo gli sprechi. “Omnisyst ha supportato Ifaba in questo percorso - spiega Antonino Rapisardi, direttore Commerciale, Strategia e Sviluppo di Omnisyst - studiando il flusso di rifiuti plastici generati alla fine del ciclo di vita delle forme per calzature e progettando un processo per il recupero e la riduzione in granuli della plastica. Il modello operativo sviluppato è il risultato di un Waste Check-Up approfondito, che ha permesso di ottimizzare le soluzioni di riutilizzo con un approccio data-driven, monitorando al contempo le emissioni”.
L'intervento ha portato a risultati tangibili: in due soli carichi, sono stati recuperati oltre 25mila chili di prodotto e compensati 540 kg di emissioni di CO2, monitorati con algoritmo proprietario e certificato Omnisyst, garantendo un processo carbon neutral. Questo modello integrato è stato reso possibile grazie alla digitalizzazione e a un’accurata gestione dei dati. Rapisardi continua: “Questi processi sono già in essere in Italia in certi ambiti da trent’anni. Se parliamo di riciclo, l’Italia è campione europeo, come dimostrato dal recente report GreenItaly. Qui si tratta ora di diffondere il messaggio e fare in modo che diventi una pratica sempre più diffusa. La sensibilità delle aziende a questo tipo di pratiche è fondamentale, altrimenti queste eccellenze restano dei silos pur virtuosi a livello europeo, ma che non si propagano in tutto il tessuto industriale”.
Sono stati seguiti, dunque, i principi di simbiosi industriale, che puntano alla creazione di un circuito chiuso, in cui i cosiddetti 'scarti' di lavorazione possono essere riutilizzati all’interno di altri processi, che siano di un’azienda prossima o della stessa azienda che li ha generati. La simbiosi industriale consente alle aziende di condividere risorse e know-how, ottimizzando l’efficienza dei processi e abbattendo i costi.
- 11:51 - **Roma: Mattarella, 'cordoglio per morte Kudin e vicino ad agenti feriti'**
Roma, 18 nov. (Adnkronos) - "Ho appreso la notizia del decesso dell’agente scelto della Polizia di Stato Amar Kudin, avvenuto a Roma nelle prime ore di oggi, in occasione di un incidente stradale che ha coinvolto due vetture della Polizia di Stato. Profondamente rattristato, esprimo sentimenti di solidarietà e vicinanza a Lei e a tutto il Corpo, pregandola di far pervenire ai familiari le espressioni della mia commossa partecipazione al loro cordoglio. Agli agenti feriti rivolgo il più sentito augurio di pronta guarigione". Lo scrive il Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, in un messaggio inviato al capo della Polizia, Vittorio Pisani.
- 11:50 - Roma: Fontana, 'cordoglio per morte giovane agente'
Roma, 18 nov (Adnkronos) - "Esprimo il mio cordoglio per la tragica scomparsa del giovane agente della Polizia di Stato, Amar Kudin, coinvolto nell'incidente di questa mattina a Roma. Mi stringo con sincera vicinanza ai familiari. Ai colleghi feriti auguro una pronta guarigione. Rivolgo il mio pensiero alla Polizia di Stato, a cui va la nostra gratitudine per il quotidiano impegno a servizio della collettività, e al gruppo sportivo delle Fiamme Oro". Lo dice il presidente della Camera dei deputati Lorenzo Fontana.
- 11:24 - Giustizia: avvocato scrive all'Ordine Biella, 'intervenire, disagio per parole Delmastro'
Milano, 18 nov. (Adnkronos) - Davide Steccanella, noto avvocato milanese, scrive - e pubblica la sua lettera sui social - all'Ordine degli avvocati di Biella per capire quali iniziative intende prendere dopo le dichiarazioni del 'collega' Andrea Dalmastro, sottosegretario al ministero della Giustizia. Secondo quanto riportato dalla stampa, in occasione della presentazione delle nuove auto in dotazione alla Polizia penitenziaria per la traduzione dei detenuti, cui l'avvocato Dalmastro ha presenziato avrebbe detto: "L'idea di vedere sfilare questo potente mezzo, di far sapere ai cittadini come non lasciamo respirare chi sta dietro quel vetro oscurato, è per me una intima gioia".
L'esternazione "mi ha procurato - scrive Steccanella - un notevole disagio perché proveniente da un collega avvocato. Che il nostro Paese stia vivendo da tempo un'imbarazzante fase di diffuso 'giustizialismo forcaiolo' che non fa certo onore a uno Stato di diritto è cosa nota, ma che questo sentimento venga pubblicamente fatto proprio con ostentata soddisfazione da un operatore stesso del diritto, quale un avvocato o un giudice, rappresenta a mio parere un vulnus pericoloso per la credibilità stessa dell'istituzione Giustizia nel cittadino".