“Ecco la soluzione alla veneta per un problema cruciale in tutta Italia. Con questa sua straordinaria generosità e altrettanta capacità di innovazione di processo e di prodotto, Grafica Veneta entrerà nella storia. Il suo dono di 2 milioni di mascherine è di vitale importanza ma, se necessario, prenderemo tutte quelle che serviranno, pagandole, com’è giusto che sia”. Così parlava il governatore del Veneto, Luca Zaia, nel marzo 2020, quando le mascherine erano introvabili e l’imprenditore padovano Fabio Franceschi aveva convertito le rotative dei libri di Harry Potter per stamparne in proprio. In attesa della storia, Grafica Veneta è entrata nell’inchiesta della Procura di Padova per caporalato e due suoi uomini di vertice sono ai domiciliari per sfruttamento di operai pakistani assunti da una società che sembra usasse le maniere forti e applicasse trattenute della paga, mentre l’impresa stampatrice sarebbe stata al corrente dello sfruttamento (ma non delle violenze).

Dalla vicenda giudiziaria alla politica e alla società. La sovraesposizione mediatica di Grafica Veneta (il presidente Franceschi non è indagato) per l’affare delle mascherine e gli elogi riconoscenti della Regione hanno posto qualche problema a Zaia. Vanessa Camani, vicecapogruppo del Pd in Regione Veneto: “L’inchiesta è la punta dell’iceberg e conferma gli allarmi, a lungo inascoltati, sulla presenza diffusa dell’illegalità in molti settori del mondo produttivo, dall’agricoltura alla logistica, dalla manifattura ai servizi. Va ripensato il modello di sviluppo del Nord Est che non può essere basato su competizione al ribasso, sfruttamento dei lavoratori stranieri ed evasione fiscale”. Subito dopo l’affondo: “È preoccupante che violazioni così gravi si verifichino anche in aziende ritenute eccellenti come questa, portata ad esempio da Zaia per le mascherine contro il Covid regalate alla Regione e rivelatesi completamente inutili. Chiediamo da tempo maggiori controlli, specialmente per quanto riguarda il mondo del subappalto che non può essere una giungla senza regole. In tutto questo sorprende il silenzio della Regione che sulla vicenda ancora non ha speso una sola parola”.

Critiche anche da Andrea Zanoni, presidente della commissione che si occupa di legalità: “I dettagli dell’inchiesta sono raccapriccianti. Sia fatta chiarezza sul ruolo di Grafica Veneta e sulle aziende che utilizzano la manodopera, non solo su chi gliela fornisce, per capire se e quanto siano all’oscuro”. Rincara Cristina Guarda, consigliera di Europa Verde: “Non possiamo dimenticare il legame diretto tra l’azienda e la campagna elettorale per le elezioni regionali del presidente di Giunta Luca Zaia, il quale ha più volte lodato pubblicamente Grafica Veneta anche per aver fornito 2 milioni di mascherine in piena pandemia. Quella di Grafica Veneta sembra una vera azione di ethics washing”.

Zaia, pur interpellato da Ilfattoquotidiano.it, sembra deciso a non replicare, anche se il tema del modello di sviluppo economico del Nord-Est c’è tutto, considerando anche che tre anni fa Franceschi aveva dichiarato pubblicamente di non riuscire ad assumere italiani perché non volevano impegnarsi nei turni di lavoro. Il governatore leghista si è limitato a far diramare dall’ufficio stampa, “in relazione alla recente inchiesta della magistratura in materia di caporalato”, una relazione della dirigenza del progetto Navigare che si occupa di tratta umana, di cui da gennaio la Regione è diventata capofila. Nessun accenno a Grafica Veneta, soltanto dati sull’attività svolta.

A scendere in campo è invece Alberto Villanova, capogruppo di Zaia Presidente in consiglio regionale. “Gravissime le insinuazioni della consigliera Camani, chiediamo che il Partito Democratico prenda le distanze. Offendono i nostri artigiani e imprenditori veneti, il modello produttivo del Nord-Est, il sistema veneto che paga le tasse più alte e mantiene metà dello Stato”. E aggiunge: “Sono parole che si commentano da sole. Altro che ‘silenzio della Regione’, il Veneto è una regione virtuosa, e lo dimostra qualsiasi statistica, che eccelle per manodopera e sistema produttivo sano e competitivo. Chi ha sbagliato in questa vicenda risponderà delle proprie responsabilità e sconterà le proprie colpe, ma non permetteremo di strumentalizzare politicamente un fatto di cronaca per scalfire l’immagine del modello industriale veneto e arrivare a colpirne l’amministrazione”.

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