Hong Kong chiude a meno 4,2% sui minimi dallo scorso novembre dopo l'ennesimo giro di vite sul settore tecnologico da parte delle autorità cinesi
La stretta di Pechino sulle società high tech “strizza” i listini asiatici. Le borse cinesi chiudono in rosso per il terzo giorno di fila, con Hong Kong (la piazza da cui Pechino si affaccia sui mercati internazionali) che termina a meno 4,2%, sui minimi dallo scorso novembre. L’indice ha risentito in particolare del meno 7% accusato dal big del web Tencent, del – 7,7% di Alibaba (e-commerce) e del meno 17% di Meituan (consegna cibo a domicilio). L’Antitrust cinese ha disposto per Tencent la rinuncia ai suoi diritti di licenza musicale esclusiva, infliggendo alla società una multa di quasi 80mila dollari per condotta anticoncorrenziale. Decisione che segue il ben più pesante stop a WeChat, il social network del gruppo.
È l’ennesimo giro di vite dei regolatori cinesi sulle grandi società del web, nell’ambito di una strategia tesa ad evitare che questi gruppi acquistino troppa autonomia dai voleri del governo centrale. Negli scorsi giorni anche il lucroso settore dell’istruzione privata è finito nel mirino di Pechino, anche in questo caso provocando un crollo dei titoli coinvolti. L’onda lunga delle turbolenze asiatiche ha contribuito alla mattinata sotto tono delle borse europee che a metà giornata continuano in rosso di circa mezzo punto