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Marco De Veglia, morto di Covid a 55 anni il noto manager no vax

Aveva deciso di non vaccinarsi e non prendeva precauzioni, convinto che le cure per il virus si potessero seguire tranquillamente a casa. Era molto conosciuto nel suo settore: a Miami dal 2009, un figlio, una vita nel marketing con creazione di start up e consulenze per aziende di successo

È facile puntare il dito contro un uomo che ha scelto di non vaccinarsi e poi muore di Covid. Più difficile chiedersi come possa accadere che una persona intelligente, un ottimo professionista, finisca per diventare vittima di un flusso continuo di fake news che lo invitano a non tutelare la propria salute“. Parole di Stefano Versace, un caro amico di Marco De Veglia, il noto esperto di marketing morto a Miami, dove viveva e dove si trovava ricoverato in terapia intensiva causa Covid. De Veglia, 55 anni, aveva deciso di non vaccinarsi e non prendeva precauzioni, convinto che le cure per il virus si potessero seguire tranquillamente a casa. De Veglia era molto conosciuto nel suo settore: a Miami dal 2009, un figlio, una vita nel marketing con creazione di start up e consulenze per aziende di successo. No vax. Lo scorso 19 luglio aveva condiviso sulla sua pagina Facebook questo post: “Noi non siamo bastian contrari. Se anche solo un 40% di quello che hanno raccontato fosse stato credibile, saremmo andati a inocularci pure noi. Il problema è che nella narrazione pandemica, fatichiamo a trovare anche solo un 1% di verità. Eppure ci proviamo, ma niente da fare, una contraddizione dietro l’altra a fare da eco ad una propaganda buffa quanto asfissiante…“. E poi ancora: “L’ultima sparata è quella dei pass. Ti dicono che gli inoculati possono contagiare ed essere contagiati ma poco importa perché non avranno la malattia. Il problema è piuttosto che i non inoculati si ammalano e riempiono le TI (e di nuovo con la storia, sentita N volte, che il problema è l’intasamento degli ospedali, non la malattia in sé). Bene, ammesso che sia vero, se i soggetti fragili li hai praticamente siringati tutti, quale sarebbe ora il problema? Vengono ospedalizzati chi, i giovani? Sappiamo che ciò è falso. Dunque chi si ammalerebbe? Non si capisce…” Molti gli amici che hanno scritto sulla pagina, ancora increduli di fronte alla notizia: “Libero. Ciao Marco”, “Ciao Marco, finiremo il discorso sugli audiolibri di marketing in altre occasioni e da qualche altra parte, chissà dove… riposa in pace”, “Pur non avendo letto niente di Marco, mi dispiace per quanto accaduto. Ma il suo nome, nel mio piccolo, visto che non sono dell’ambiente, lo avevo sentito molte volte. Riposa In Pace, Marco”.