La commissione Giustizia della Camera ha respinto l’ultimo blitz di Forza Italia, che chiedeva di allargare il perimetro della riforma del processo penale all’abuso d’ufficio e alla definizione del pubblico ufficiale. Un escamotage, quest’ultimo, che avrebbe potuto aprire le porte a all’ipotesi di una legge a favore di Silvio Berlusconi. Ma andiamo con ordine. Dopo giorni di polemiche, 25 deputati della commissione Giustizia hanno bocciato l’istanza di Forza Italia, sostenuta invece da 19 parlamentari. Maurizio Lupi si è astenuto, mentre il voto di oggi si fa segnalare anche per l’addio ai berlusconiani della deputata Giusi Bartolozzi, che passa al Misto: dopo aver annunciato il suo voto in dissenso al grppo è stata “spostata” commissione Affari costituzionali La Commissione guidata da Mario Perantoni ha anche respinto una richiesta di allarganento del perimetro avanzata dall’Alternativa c’è – il gruppo formato dagli ex M5s – con 23 voti contrari e 21 favorevoli.
Bongiorno: “Lega fedele a testo uscito dal Cdm”- Mentre proseguono le trattative tra i 5 stelle e il governo di Mario Draghi, dunque, in commissione il dibattito sulla riforma della giustizia di Marta Cartabia può continuare. Ma deve procedere a tappe forzate: “Se il governo e i gruppi intendono rispettare il calendario dei lavori spero che la mediazione arrivi entro il 29”, dice il presidente della commissione Giustizia, spiegando che “sarà difficile che si arrivi a una seduta prima di domani pomeriggio perché ci sono delle difficoltà tecniche”. In ballo c’è l’intesa sulle modifiche al testo di riforma del processo penale e sugli emendamenti, al centro del dibattito tra governo e partiti. Il testo è atteso in Aula per il 30 luglio, anche se Giulia Bongiorno avverte: “La Lega, in merito alle proposte di correzione alla prescrizione, è fedele al testo approvato dal Consiglio dei Ministri e leale agli accordi presi”.
La legge pro B. – Da domani, dunque, riparte il dibattito in commissione. I tempi sarebbero stati molto più lunghi se fosse passata la richiesta di Forza Italia. I berlusconiani, in pratica, chiedevano di allargare il perimetro della delega del ddl all’abuso di ufficio, ai reati contro la pubblica amministrazione ma anche d’inserire “la definizione di pubblico ufficiale, incaricato di pubblico servizio e persona esercente servizio di pubblica necessità“. Una modifica apparentemente innocua, quella avanzata dal deputato Pierantonio Zanettin al presidente della commissione. Ma se fosse stata approvata avrebbe avuto effetto una serie di reati. A cominciare dalla corruzione, in cui il tratto caratteristico è proprio il cosiddetto pactum sceleris tra pubblico ufficiale e privato. Alcuni deputati, nei corridoi di Montecitorio, hanno fatto notare come Berlusconi sia attualmente imputato per corruzione in atti giudiziari, relativamente ai vari processi noti come Ruby ter.
Il dibattito in commissione – Già in mattinata Roberto Fico aveva dichiarato inammissibili gli emendamenti presentati dai berlusconiani sull’abuso di ufficio, spiegando che sono estranei alla materia, come già venerdì aveva fatto il presidente della commissione Giustizia. Che sollevitato nuovamente dai berlusconiani, ha messo ai voti della commissione la questione: richiesta respinta dai voti di Pd, Italia viva, M5s e Leu. A favore ha votato Lega, Fdi e Forza Italia. “Quando, come oggi, si decide sulla giustizia il centrodestra è unito. Ma si ricostituisce anche un asse giustizialista guidato da Pd e M5s. Bloccare gli emendamenti sulla PA danneggerà sindaci e amministratori pubblici ingolfando i tribunali. Un passo indietro sulla strada della libertà”, ha scritto su twitter Antonio Tajani. “Forse il leader di Forza Italia dovrebbe ringraziarci invece, per aver salvato la riforma dal rinvio sine die cui l’avrebbe costretta il clamoroso tentativo di autogol di Forza Italia e della Lega. Diciamo che oggi appare molto più chiaro chi è a favore della riforma della giustizia nei fatti e chi solo a parole, chi sostiene lealmente il governo Draghi e chi un pò meno”, replica Alfredo Bazoli, capogruppo Pd in commissione Giustizia. E a proposito di centrodestra, va segnalata la posizione l’intervento di Ignazio La Russa a L’Aria che tira:’esponente di Fdi si è detto a favore dell’esclusione dei reati di mafia dal meccanismo dell’improcedibilità. In pratica è una delle richieste di Conte a Draghi. Resta da vedere a questo punto che tipo di modifiche usciranno da Palazzo Chigi, dove per due volte – al mattino e al pomeriggio – Cartabia si è chiusa a colloquio col premier. La trattativa sulla riforma è in corso.