Marco Cappato: "La campagna referendaria sta riscuotendo un successo di partecipazione democratica senza precedenti. Le persone conoscono l'importanza del tema della malattia terminale, della sofferenza e della libertà di scelta per averlo vissuto direttamente in famiglia"
Sono 250mila le firme raccolte in tutta Italia dal Comitato promotore del referendum per l’eutanasia legale dei Radicali, partita il 17 giugno. Esattamente la metà di quanto si intende raggiungere per settembre. Sono, infatti 500.000 le sottoscrizioni necessarie per indire il referendum. Le prime 10 regioni per firme raccolte ai tavoli ogni 10.000 abitanti sono Valle d’Aosta, Friuli Venezia Giulia, Piemonte, Umbria, Trentino Alto Adige, Sardegna, Lombardia, Emilia Romagna, Toscana e Marche. Cuneo è il comune con più di 50.000 abitanti che ha registrato più firme raccolte ai tavoli in rapporto alla popolazione, con 31 firme ogni 1000 abitanti, seguita da Cagliari (29), Trieste (26), Treviso (25), Trento (24), Pavia (23), Udine (20), Bologna (19), Como (18) e Padova (18).
Un risultato – si legge nel comunicato dei promotori – ottenuto finora grazie al tempo e l’impegno di oltre 10mila persone che si sono prestate in modo volontario e a quasi 2000 tra autenticatrici e autenticatori, in modo trasversale e al di fuori di qualsiasi barriera di schieramento politico o appartenenza religiosa.
“Che si tratti di gazebo, conferenze stampa e comizi improvvisati, dibattiti o altri punti di raccolta, la scena è sempre la stessa: entusiasmo, voglia di firmare e di partecipare al raggiungimento dell’obiettivo” ha dichiarato Marco Cappato, Tesoriere dell’Associazione Luca Coscioni.
“Un’atmosfera che non vedevo da molti anni – prosegue Cappato – con una straordinaria partecipazione giovanile, mentre il dibattito in Parlamento è affossato, nel silenzio assoluto dei vertici nazionali dei principali partiti e dei salotti televisivi, la campagna referendaria sta riscuotendo un successo di partecipazione democratica senza precedenti. Le persone, infatti, conoscono l’importanza del tema della malattia terminale, della sofferenza e della libertà di scelta per averlo vissuto direttamente in famiglia.
La raccolta firme – conclude Cappato – non va in vacanza: nelle prossime settimane dovremo fare la differenza raccogliendo anche nelle località di vacanza. Il Comitato ringrazia chi ha consentito questo primo risultato e ricorda la possibilità di firmare anche nelle segreterie comunali”