Il figlio di Bruno Tabacci, attuale sottosegretario alla presidenza del Consiglio e braccio destro di Mario Draghi, è stato assunto da Leonardo. Il colosso nei settori della difesa, dell’aerospazio e della sicurezza ha piazzato il 49enne Simone Tabacci nella divisione Chief strategic equity officier, in mano a Giovanni Saccodato. A rivelarlo è il quotidiano Domani, che scrive come la decisione sia stata presa dall’amministratore delegato Alessandro Profumo. La divisione si occupa del coordinamento delle partecipazioni e delle joint venture della società in mano al Mef: uno dei comparti chiavi è l’aerospazio. Proprio qui sta il principale conflitto d’interessi: Tabacci padre, amico di vecchia data del premier Draghi, ha tra le sue deleghe anche le politiche aerospaziali italiane.
Il deputato di Centro democratico, sottosegretario alla presidenza del Consiglio con delega alla programmazione e coordinamento economico, affianca Draghi anche nella direzione della politica aerospaziale nazionale, un settore considerato strategico per il nostro Paese sia dal punto di vista economico (l’Italia ha raddoppiato i fondi stanziati per i programmi dell’Agenzia spaziale europea) che di geopolitica globale. Ma l’aerospazio è un settore fondamentale anche per Leonardo: Saccodato, capo del Chief strategic equity officier, è anche presidente del cda di Thales Alenia Space e vicepresidente di Mbda e Telespazio.
“Mio figlio ha 49 anni e da molto tempo non seguo il suo percorso lavorativo”, ha risposto Bruno Tabacci alle richieste di chiarimento avanzate da Domani. Successivamente sono arrivati due comunicati. “Nello svolgimento delle mie funzioni presso Leonardo naturalmente mi asterrò dal partecipare a qualsiasi attività connessa alle materie concernenti la delega di governo attribuita a mio padre relativa allo Spazio e al Dipe“, ha dichiarato in una nota Simone Tabacci. Leonardo ha invece precisato che “in data 4 novembre 2020 l’azienda ha affidato a una società di recruiting esterna la selezione di uno o più profili con esperienza internazionale nell’ambito delle attività di Merger&Acquisition”. “Il processo selettivo ha portato alla individuazione di sette candidature in possesso dei requisiti richiesti – prosegue la nota – I colloqui avviati il 17 novembre 2020 hanno portato, attraverso successivi passaggi di selezione, alla scelta di due risorse da inserire nella struttura di Cseo (chief strategic equity officer): nello specifico un dirigente e un quadro. Il dirigente è stato inserito in organico in data 15 marzo 2021 e il quadro (nella fattispecie il dott. Simone Tabacci) in data 1 luglio 2021“.
L’assunzione di Simone Tabacci quindi sarebbe stata decisa prima della caduta del governo Conte. I rapporti tra Tabacci e l’ad Profumo, però, sono antichi almeno quanto quelli con Draghi. I due si sono visti anche di recente. Dove? Proprio all’ultimo workshop dell’Agenzia spaziale italiana. Senza dimenticare che i vertici di Leonardo dipendono direttamente dal governo: anche qui si configura un possibile conflitto d’interessi.
Simone Tabacci, prima dell’assunzione nella multinazionale romana, lavorava nella banca d’investimenti Wimmer Financial. Domani ricorda però anche una vicenda risalente ormai a 10 anni fa, quando Bruno Tabacci era assessore del Bilancio a Milano (giunta Pisapia) e il figlio Simone era dirigente di Alerion, società partecipata dal fondo F2i. Il politico fu tra i protagonisti dell’operazione che portò proprio F21 ad acquistare dal Comune le quote di Sea, l’azienda che controllava gli scali di Malpensa e Linate. Anche allora Tabacci diede le stesse spiegazioni: “Mio figlio ha una certa età e totale autonomia, io non mi sono mai occupato delle sue cose”.
Politica
“Il figlio di Tabacci assunto in Leonardo”: il braccio destro di Draghi e il conflitto d’interessi (anche) sulle politiche aerospaziali
Il quotidiano Domani svela che il 49enne Simone Tabacci è entrato nella divisione Chief strategic equity officier del colosso italiano: uno dei comparti chiavi è lo spazio. Il deputato di Centro democratico, scelto dal premier come sottosegretario alla presidenza del Consiglio, ha tra le sue deleghe proprio la politica aerospaziale. La nota: "Mi asterrò dal partecipare a qualsiasi attività connessa alle materie concernenti la delega di governo attribuita a mio padre". L'azienda specifica che il processo di selezione è cominciato a novembre 2020
Il figlio di Bruno Tabacci, attuale sottosegretario alla presidenza del Consiglio e braccio destro di Mario Draghi, è stato assunto da Leonardo. Il colosso nei settori della difesa, dell’aerospazio e della sicurezza ha piazzato il 49enne Simone Tabacci nella divisione Chief strategic equity officier, in mano a Giovanni Saccodato. A rivelarlo è il quotidiano Domani, che scrive come la decisione sia stata presa dall’amministratore delegato Alessandro Profumo. La divisione si occupa del coordinamento delle partecipazioni e delle joint venture della società in mano al Mef: uno dei comparti chiavi è l’aerospazio. Proprio qui sta il principale conflitto d’interessi: Tabacci padre, amico di vecchia data del premier Draghi, ha tra le sue deleghe anche le politiche aerospaziali italiane.
Il deputato di Centro democratico, sottosegretario alla presidenza del Consiglio con delega alla programmazione e coordinamento economico, affianca Draghi anche nella direzione della politica aerospaziale nazionale, un settore considerato strategico per il nostro Paese sia dal punto di vista economico (l’Italia ha raddoppiato i fondi stanziati per i programmi dell’Agenzia spaziale europea) che di geopolitica globale. Ma l’aerospazio è un settore fondamentale anche per Leonardo: Saccodato, capo del Chief strategic equity officier, è anche presidente del cda di Thales Alenia Space e vicepresidente di Mbda e Telespazio.
“Mio figlio ha 49 anni e da molto tempo non seguo il suo percorso lavorativo”, ha risposto Bruno Tabacci alle richieste di chiarimento avanzate da Domani. Successivamente sono arrivati due comunicati. “Nello svolgimento delle mie funzioni presso Leonardo naturalmente mi asterrò dal partecipare a qualsiasi attività connessa alle materie concernenti la delega di governo attribuita a mio padre relativa allo Spazio e al Dipe“, ha dichiarato in una nota Simone Tabacci. Leonardo ha invece precisato che “in data 4 novembre 2020 l’azienda ha affidato a una società di recruiting esterna la selezione di uno o più profili con esperienza internazionale nell’ambito delle attività di Merger&Acquisition”. “Il processo selettivo ha portato alla individuazione di sette candidature in possesso dei requisiti richiesti – prosegue la nota – I colloqui avviati il 17 novembre 2020 hanno portato, attraverso successivi passaggi di selezione, alla scelta di due risorse da inserire nella struttura di Cseo (chief strategic equity officer): nello specifico un dirigente e un quadro. Il dirigente è stato inserito in organico in data 15 marzo 2021 e il quadro (nella fattispecie il dott. Simone Tabacci) in data 1 luglio 2021“.
L’assunzione di Simone Tabacci quindi sarebbe stata decisa prima della caduta del governo Conte. I rapporti tra Tabacci e l’ad Profumo, però, sono antichi almeno quanto quelli con Draghi. I due si sono visti anche di recente. Dove? Proprio all’ultimo workshop dell’Agenzia spaziale italiana. Senza dimenticare che i vertici di Leonardo dipendono direttamente dal governo: anche qui si configura un possibile conflitto d’interessi.
Simone Tabacci, prima dell’assunzione nella multinazionale romana, lavorava nella banca d’investimenti Wimmer Financial. Domani ricorda però anche una vicenda risalente ormai a 10 anni fa, quando Bruno Tabacci era assessore del Bilancio a Milano (giunta Pisapia) e il figlio Simone era dirigente di Alerion, società partecipata dal fondo F2i. Il politico fu tra i protagonisti dell’operazione che portò proprio F21 ad acquistare dal Comune le quote di Sea, l’azienda che controllava gli scali di Malpensa e Linate. Anche allora Tabacci diede le stesse spiegazioni: “Mio figlio ha una certa età e totale autonomia, io non mi sono mai occupato delle sue cose”.
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Washington, 16 mar. (Adnkronos) - Il Segretario di Stato Marco Rubio ha dichiarato alla Cbs che ci sarà un aumento dei casi di detenzione simili a quello del manifestante filo-palestinese Mahmoud Khalil. "Ogni giorno, ormai - ha aggiunto - approviamo revoche di visti e anche di Green Card".
"Devi fare certe dichiarazioni", ha spiegato a proposito dei non cittadini che arrivano negli Stati Uniti. "Se ci dici, quando fai domanda per un visto, che stai arrivando negli Stati Uniti per partecipare a eventi pro-Hamas che vanno contro gli interessi della politica estera... Se ci avessi detto che lo avresti fatto, non ti avremmo mai dato il visto".
Beirut, 16 mar. (Adnkronos) - Hezbollah ha condannato in una dichiarazione gli attacchi americani contro obiettivi Houthi nello Yemen. "Affermiamo la nostra piena solidarietà nei confronti del coraggioso Yemen e chiediamo a tutti i popoli liberi del mondo e a tutte le forze di resistenza nella nostra regione e nel mondo di unirsi per contrastare il progetto sionista americano contro i popoli della nostra nazione", ha scritto in una nota il Partito di Dio.
Washington, 16 mar. (Adnkronos) - Gli attacchi americani in Yemen sono "un avvertimento per gli Houthi e per tutti i terroristi". Lo ha detto a Fox News il vice inviato degli Stati Uniti per il Medio Oriente, Morgan Ortagus, sottolineando che "questa non è l'amministrazione Biden. Se colpisci gli Stati Uniti, il presidente Trump risponderà. Il presidente Trump sta ripristinando la leadership e la deterrenza americana in Medio Oriente".
Washington, 16 mar. (Adnkronos) - Steve Witkoff, ha definito "inaccettabili" le ultime richieste di Hamas in merito al cessate il fuoco a Gaza. Riferendosi alla conferenza del Cairo di inizio mese, l'inviato statunitense per il Medio Oriente ha detto alla Cnn di aver "trascorso quasi sette ore e mezza al summit arabo, dove abbiamo avuto conversazioni davvero positive, che descriverei come un punto di svolta, se non fosse stato per la risposta di Hamas".
Hamas avrebbe insistito affinché i negoziati per un cessate il fuoco permanente iniziassero lo stesso giorno del prossimo rilascio di ostaggi e prigionieri palestinesi. Secondo Al Jazeera, Hamas ha anche chiesto che, una volta approvato l'accordo, i valichi di frontiera verso Gaza venissero aperti, consentendo l'ingresso degli aiuti umanitari prima del rilascio di Edan Alexander e dei corpi di quattro ostaggi. Inoltre, il gruppo ha chiesto la rimozione dei posti di blocco lungo il corridoio di Netzarim e l'ingresso senza restrizioni per i residenti di Gaza che tornano dall'estero attraverso il valico di Rafah.
"Abbiamo trascorso parecchio tempo a parlare di una proposta di ponte che avrebbe visto il rilascio di cinque ostaggi vivi, tra cui Edan Alexander, e anche, tra l'altro, il rilascio di un numero considerevole di prigionieri palestinesi detenuti nelle carceri israeliane", ha detto Witkoff. "Pensavo che la proposta fosse convincente: gli israeliani ne erano stati informati e avvisati in anticipo". "C'è un'opportunità per Hamas, ma si sta esaurendo rapidamente", ha continuato Witkoff. " Con quello che è successo ieri con gli Houthi, ciò che è successo con il nostro ordine di attacco, incoraggerei Hamas a diventare molto più ragionevole di quanto non sia stato finora".
Tel Aviv, 16 mar. (Adnkronos) - L'esercito israeliano ha scoperto un nascondiglio di armi nel campo profughi di Nur Shams, fuori Tulkarem, nella Cisgiordania settentrionale. Lo ha reso noto l'Idf, precisando che sono state rinvenute diverse borse contenenti armi, una delle quali conteneva anche un giubbotto con la scritta 'Unrwa'. Le armi confiscate sono state consegnate alle forze di sicurezza per ulteriori indagini.
Tel Aviv, 16 mar. (Adnkronos) - Un missile lanciato dagli Houthi è caduto a Sharm el-Sheikh, nella penisola egiziana del Sinai. Lo ha riferito la radio dell'esercito israeliano, aggiungendo che l'Idf sta indagando per stabilire se il missile fosse diretto contro Israele.
Passo del Tonale, 15 mar.(Adnkronos) - Che l’aspetto competitivo fosse tornato ad essere il cuore pulsante di questa quinta edizione della Coppa delle Alpi era cosa già nota. Ai piloti il merito di aver offerto una gara esaltante, che nella tappa di oggi ha visto Alberto Aliverti e Francesco Polini, sulla loro 508 C del 1937, prendersi il primo posto in classifica scalzando i rivali Matteo Belotti e Ingrid Plebani, secondi al traguardo sulla Bugatti T 37 A del 1927. Terzi classificati Francesco e Giuseppe Di Pietra, sempre su Fiat 508 C, ma del 1938. La neve, del resto, è stata una compagna apprezzatissima di questa edizione della Coppa delle Alpi, contribuendo forse a rendere ancor più sfidante e autentica la rievocazione della gara di velocità che nel 1921 vide un gruppo di audaci piloti percorrere 2300 chilometri fra le insidie del territorio alpino, spingendo i piloti a sfoderare lo spirito audace che rappresenta la vera essenza della Freccia Rossa.
Nel pomeriggio di oggi, dalla ripartenza dopo la sosta per il pranzo a Baselga di Piné, una pioggia battente ha continuato a scendere fino all’arrivo sul Passo del Tonale, dove si è trasformata in neve. Neve che è scesa copiosa anche in occasione del primo arrivo di tappa a St. Moritz e ieri mattina, sul Passo del Fuorn. Al termine di circa 880 chilometri attraverso i confini di Italia, Svizzera e Austria, i 40 equipaggi in gara hanno finalmente tagliato il traguardo alle 17:30 di oggi pomeriggio all’ingresso della Pista Ghiaccio Val di Sole, dove hanno effettuato il tredicesimo ed ultimo Controllo Orario della manifestazione.
L’ultimo atto sportivo dell’evento è stato il giro nel circuito, all’interno del quale le vetture si sono misurate in una serie di tre Prove Cronometrate sulla neve fresca valide per il Trofeo Ponte di Legno, vinto da Francesco e Giuseppe Di Pietra. L’altro trofeo speciale, il Trofeo Città di Brescia, ovvero la sfida 1 vs 1 ad eliminazione diretta di mercoledì sera in Piazza Vittoria, era stato anch’esso vinto da Aliverti-Polini.