“Sei vaccinato? Prego…puoi entrare. Non lo sei? Fottiti!”. Un cartello quantomeno esplicito, con tanto di dito medio finale, è stato appeso all’ingresso del Tasca, noto locale con vino e cibo spagnolo in corso di Porta Ticinese a Milano, a due passi dalle colonne di San Lorenzo. A poco più di una settimana dall’entrata in vigore delle norme legate al green pass per l’accesso ai locali pubblici, mentre tanti gestori si dicono contrari al certificato verde, i proprietari di Tasca hanno preso una posizione pubblica opposta.

Che ha scatenato centina di commenti, molti negativi ma non solo, sulla loro pagina Facebook, dove l’immagine del cartello è stata postata accompagnata dall’invito a vaccinarsi. In molti minacciano di denunciarli per discriminazione, altri si augurano il loro fallimento e c’è chi cerca “altri 99 non vaccinati per un blitz all’interno del locale, in modo da infettare anche le pareti con il virus della peste bubbonica che ci portiamo appresso”.

I gestori hanno risposto sui social dopo ore di critiche: “Grazie a tutti! Siete fantastici! però ora dobbiamo andare a lavorare. Però voi, che non avete un lavoro e non fate un c…. dalla mattina alla sera, potete rimanere qui a commentare quanto volete! Tanto amore a tutti loro”, è stato il post di risposta pubblicato sempre sulla pagina Facebook. Il proprietario Erwan Maze, 50 anni, ha parlato invece all’Adnkronos: “Il messaggio è chiaro. Se sei vaccinato vai dove ti pare, se non lo sei vai a casa e non rompi le palle gli altri. La sostanza è questa”.

Quella di Maze è una provocazione: “È vero – ammette – ma la gente almeno reagisce, il cartello resta lì”. Sui gruppi Facebook, soprattutto tra i sostenitori del no green pass e i no vax si è scatenato il finimondo, con utenti che hanno bollato il cartello dell’osteria Tasca come “inquietante” e “pericoloso”, dicendo che ricorda “i tempi più bui della storia recente” del continente. “Mi danno del nazista, dicono che devo morire e fallire – sottolinea Maze – Da stamattina mi stanno tartassando di chiamate e messaggi”. Eppure, si chiede, in questa situazione sanitaria “prevale il singolo o la comunità? Credo che la comunità prevalga”.

Le critiche non lo scalfiscono: “Siamo in una democrazia – dice – Chi vuole commentare commenti pure chi non vuole non lo faccia”. E non teme neanche ripercussioni sulla propria attività: “La maggior parte dei clienti sta mettendo like e dice che siamo bravi, degli altri non me ne frega niente. Ho 50 anni, sono stato vaccinato per tubercolosi, difterite, vaiolo, li ho fatti tutti, e adesso queste persone di 50 e 60 anni fanno i no vax. Fanno ridere, anche loro sono tutti vaccinati, ma di che parliamo? È un’assurdità”.

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